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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Ferriera, il Movimento 5 Stelle Chiede le Dimissioni di Cosolini

I grillini non sono convinti che il passaggio da Lucchini ad Averdi stia avvenendo nel modo giusto «Il sindaco Cosolini dovrebbe essere il primo tutore della salute dei suoi concittadini e questo ruolo lo sta espletando nel peggior modo possibile...

I grillini non sono convinti che il passaggio da Lucchini ad Averdi stia avvenendo nel modo giusto

«Il sindaco Cosolini dovrebbe essere il primo tutore della salute dei suoi concittadini e questo ruolo lo sta espletando nel peggior modo possibile. Anche le notizie che siamo riusciti a raccogliere nelle ultime ore rispetto alle reali intenzioni del Gruppo Arvedi sulla Ferriera di Servola ci portano a dire che il sindaco dovrebbe prendere atto del fallimento della sua politica sullo stabilimento più importante della città e sul problema di inquinamento ambientale più grave del nostro territorio e quindi rassegnare le sue dimissioni».

Il consigliere comunale del MoVimento 5 Stelle Stefano Patuanelli attacca duramente il primo cittadino di Trieste alla luce delle ultime notizie sugli sviluppi del passaggio della Ferriera dalla Lucchini alla Società Siderurgica Triestina, che ha come amministratore unico l'ex consulente del Comune Francesco Rosato. «Abbiamo criticato sin dall'inizio la consulenza all'ingegner Rosato, ex direttore dello stabilimento, inquisito per una storia legata all'inquinamento e alla gestione dei rifiuti della Ferriera - ricorda Patuanelli - perché ci sembrava fuori luogo affidare una consulenza per la riconversione e per la ricerca di potenziali investimenti alternativi alla siderurgia a chi aveva contribuito a mantenere in essere il problema che la Ferriera di Servola rappresenta per l'ambiente, per tutti i cittadini di Trieste e per i servolani in particolare».

«Crediamo sia assolutamente immorale quanto accaduto adesso, ossia che l'ing. Rosato - appena 11 giorni dopo la scadenza del contratto semestrale di consulenza che aveva con il Comune di Trieste - sia diventato amministratore unico della società a responsabilità limitata a socio unico che ha chiesto di affittare per 6 mesi il ramo di azienda della Ferriera - sostiene Patuanelli -. A questo punto è chiaro che la volontà del cavalier Arvedi è solo a parole quella di interrompere l'inquinamento dello stabilimento, mentre i fatti dimostrano quali siano le reali intenzioni. E' stata costituita una società che ha appena 50 mila euro di capitale sociale e che non c'è una reale volontà di investire nell'impianto siderurgico di Servola. Siamo invece di fronte - semplicemente - al tentativo di ottenere ancora una volta finanziamenti pubblici - rivela Patuanelli -, quei quasi 15 milioni di euro che la Regione ha messo a disposizione per lo stabilimento senza in realtà andare a intervenire come si dovrebbe su quell'area, attraverso una bonifica, una riconversione e un cambio di tipologia di attività produttiva e industriale. Solo attraverso questo decisioni riusciremo a risolvere, una volta per tutte, il problema dell'inquinamento e a mantenere anche il livello occupazionale. Questioni, ambiente e lavoro, che non saranno invece risolte dal Gruppo Arvedi».

«A seguito della conferma del non mantenimento di tutti i posti di lavoro, acquista ancora maggiore importanza la mozione che il MoVimento 5 Stelle ha presentato in Regione lo scorso 12 agosto - sottolinea il consigliere regionale M5S Andrea Ussai -. Contrariamente a quanto promesso dalla presidente Serracchiani e a quanto sta accadendo, crediamo infatti che la soluzione del problema Ferriera non possa prescindere da tre punti importanti. Il primo di questi è la tutela della salute dei cittadini. Bisogna intervenire immediatamente - afferma Ussai - per tutelare in particolar modo chi abita in prossimità dell'impianto e tutta la città che da anni è soggetta a sostanze cancerogene in quantità superiore ai limiti di legge». «In secondo luogo bisogna coinvolgere i cittadini e le associazioni nel passaggio della Ferriera dal Gruppo Lucchini al Gruppo Arvedi e nei necessari processi di bonifica e di riconversione dell'area. Infine, forse ancora più importante, bisogna rendere trasparente l'utilizzo dei quasi 15 milioni di euro che la Regione ha stanziato per le aree industriali di crisi complessa».

Posizione condivisa anche dal deputato del MoVimento 5 Stelle Aris Prodani. «Solo pochi mesi fa abbiamo salutato con favore l'inserimento della Ferriera di Servola nelle aree di crisi industriale complessa, una decisione che avrebbe dovuto aprire un nuovo capitolo per l'impianto industriale e per la città. Il decreto ministeriale prevedeva tempistiche, modalità di attuazione e obiettivi chiari. La verità è che, al momento, anche a livello ministeriale è calato il silenzio più assoluto e non è stato fatto nessun passo avanti. Ci aspettiamo quindi un cambio di rotta - conclude Prodani - e che finalmente vengano coinvolte le amministrazioni locali e i cittadini in scelte che riguardano la salute e il futuro occupazionale di Trieste».

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