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Cronaca

Festa Repubblica, Bolzonello: «Simbolo di democrazia», Rossi: «Importante insegnare valori ai giovani»

Il vicepresidente della Regione e il sottosegretario alla difesa intervengono nella cerimonia del 2 giugno. la Brigata Pozzuolo resta operativa

«Non dovremmo mai dimenticare che la Repubblica italiana è nata da un grande atto di democrazia popolare». Lo ha sottolineato ieri, 2 giugno, a Redipuglia il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello, a margine delle celebrazioni della Festa della Repubblica.
Il vicepresidente ha ricordato come il Paese abbia vissuto periodi di fiducia e rapida crescita, momenti terribili di violenza interna e di ripiegamento sociale «e in questo percorso, il Friuli Venezia Giulia ha portato il suo contributo di civiltà e di sangue, patendo prima i travagli del confine orientale e versando poi il suo tributo di vite ai colpi del terrorismo: guardiamo con riconoscenza alle Forze Armate e ai Corpi dello Stato che garantiscono la democrazia e la pace nella sicurezza».

«Nelle prove che abbiamo superato - ha dichiarato l'assessore - siamo sostenuti da una grande fede nella capacità di suscitare energie costruttive, nella volontà di non mollare. Per questo oggi il Friuli Venezia Giulia festeggia il 2 giugno accanto ai sindaci dei comuni terremotati del Centro Italia, cui giustamente è stato dato l'onore di aprire la sfilata a Roma».

La cerimonia per il 71° anniversario della Repubblica Italiana al sacrario di Redipuglia ha visto anche la presenza del sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi e di numerose autorità civili e militari. Per la Regione era presente anche l'assessore Sara Vito e, in rappresentanza del Consiglio regionale, il vicepresidente Paride Cargnelutti. Prima dell'accensione dei tripodi che sovrastano il sacrario dove riposano le spoglie di oltre centomila soldati morti nella Grande Guerra, Rossi, davanti ai reparti schierati delle Forze armate e alle insegne di associazioni combattentistiche e d'Arma, ha deposto una corona alla memoria dei Caduti.

Nel suo discorso ufficiale, il sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi ha dichiarato che il messaggio della celebrazione si rivolge soprattutto ai giovani: «Vogliamo dare risalto al legame inscindibile tra passato, presente e futuro, quale presupposto di garanzia affinchè emerga il valore di una memoria solida, matura e condivisa su cui sviluppare ogni progetto di crescita». 

Rossi ha richiamato l'importanza di tramandare i valori proprio ai giovani, «dobbiamo fare capire loro - ha detto - che democrazia e pace devono essere difesi nel quotidiano attraverso l'esempio: se non riusciamo a dare questi segnali allora abbiamo fallito». Ma poi Rossi si rivolge verso i reparti e scandisce forte: «Oggi qui una parte parte di giovani c'è: è quella in divisa, e incarna quei valori che in un mondo che ha conosciuto la disgregazione di capisaldi etici e morali sono fondamenta. Loro si pongono come esempio da seguire non solo per gli altri giovani, ma per tutta la società».

Il sottosegretario ha ricordato come «in un mondo in cui la cooperazione internazionale e, in primo luogo quella in ambito europeo, ai fini della sicurezza diviene un imperativo assoluto", a queste "esigenze, tristemente portate alla cronaca, anche quella odierna, contribuiscono quotidianamente più di 14 mila donne e uomini delle Forze armate, 7 mila dei quali operano lontani dai confini nazionali».

Sulla riorganizzazione della Brigata Pozzuolo del Friuli, il cui comando a Gorizia rischia il ridimensionamento di alcuni reparti, Rossi si è detto fiducioso. «E' una realtà operativa, che continuerà il suo ruolo nelle Forze armate». Infine, il sottosegretario si è espresso sul cambio di aerei della Pattuglia acrobatica nazionale. «L'iter ha una scelta consolidata, ma i tempi non sono immediati».

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