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Cronaca

Il Comune contro i furbetti degli scavi, varato il regolamento sulla manomissione del suolo

Testo al vaglio delle Circoscrizioni, ritorno in giunta il 2 agosto, poi passaggio in Commissione ed infine in aula. Previste sanzioni e penali. Il "nodo" sulla durata delle autorizzazioni, attesi emendamenti al testo che "l'amministrazione attende da 15 anni"

L’ufficialità arriverà dal prossimo passaggio in Consiglio comunale ma la giunta Dipiazza vara il nuovo regolamento per arginare la superficialità ed il menefreghismo delle ditte alle prese con la manomissione del suolo pubblico, vale a dire tutte le conseguenze che emergono successivamente ai lavori di scavo sul territorio municipale. Ad annunciare un testo che “l’amministrazione non aveva da almeno 15 anni” è stata l’assessore ai Lavori pubblici, Elisa Lodi che assieme al direttore del Dipartimento territorio, economia ambiente e mobilità, Giulio Bernetti e all’ingegner Stefano Hager, hanno presentato i 40 articoli che compongono le oltre 30 pagine di documentazione.

Dagli ambiti di applicazione, la durata e la validità delle autorizzazioni, fino ai lavori considerati abusivi, ma anche la sicurezza, i divieti e le prescrizioni generali, il testo ha come esigenza quella di tutelare le strade in seguito ad episodi in cui le stesse erano state manomesse – se non addirittura compromesse – da parte di gestori e compagnie telefoniche. “La situazione stava peggiorando – così la Lodi – quindi è stato deciso di porre rimedio”. Con l'iter previsto ora il testo è al vaglio delle Circoscrizioni e torna in giunta il 2 agosto. Da lì poi finirà in Commissione con il definitivo approdo in aula previsto per la settimana prima di Ferragosto. 

Il regolamento fa riferimento alla normativa nazionale e “picchia duro” contro i furbetti. Sono previste sanzioni (da 50 fino ad un massimo di 600 mila euro ndr) e penali (in questo caso da 1000 euro in su). La digitalizzazione del paese (prevista dallo stesso decreto del 2020 ndr) ha dato il via libera alla compagnie telefoniche e di conseguenza il Comune ha voluto arginare le possibili derive, normando l’utilizzo del territorio comunale in un contesto più generale di consumo di suolo. L'aspetto interessante sarà quello relativo ai possibili emendamenti, dove uno degli eventuali argomenti di discussione potrebbe essere rappresentato dalla durata delle autorizzazioni che, come è già accaduto in passato, hanno dilatato i tempi. 

Un esempio su tutti: permettendo al privato di intervenire con gli scavi lungo tutto l'arco di tempo dell'autorizzazione prevista dal regolamento (in questo caso dodici mesi) e deliberando l'asfaltatura della stessa via qualche tempo prima, il comune poteva trovarsi costretto ad intervenire due volte, di fatto gettando al vento soldi pubblici. Ergo, far sì che il privato abbia a disposizione un arco di tempo ben definito (e soprattutto breve) renderebbe ancora più agevole ed efficace la macchina comunale. 

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