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Flex, gli interinali: “Il contratto di solidarietà ci discrimina”

Disparità di trattamento tra somministrati e fissi, ma anche tra gli 80 interinali, ad alcuni l'orario è stato decurtato di più rispetto ad altri. Il lavoratore: "Umiliante dopo otto ani di precariato". I sindacati hanno richiesto un incontro con la Regione

Il contratto di solidarietà applicato ai somministrati della Flex non convince gli 80 interinali a rischio dopo l’annuncio degli esuberi. La decurtazione delle ore non sarebbe infatti uguale per tutti. Il contratto di solidarietà è attualmente previsto per due mesi, durante i quali l’azienda è stata esortata a produrre un piano industriale per superare la situazione di crisi.

“Un contratto di solidarietà dovrebbe prevedere uguali riduzioni dell’orario per tutti – spiega Filippo Rossi, interinale da otto anni in servizio alla Flex – invece a me è stato comunicato che lavorerò tre giorni in meno alla settimana e altri miei colleghi, sempre interinali, uno due giorni in meno, mentre altri ancora manterranno lo stesso orario di sempre. Già sono umilianti le ovvie differenze tra assunti e somministrati, è ancora peggio che ci siano disparità nella stessa categoria. Mi è stato detto che le differenze sono state stabilite in base ai diversi reparti, più o meno in crisi, secondo indicazioni dell’azienda. Non mi sembra una scelta corretta perché noi interinali abbiamo una grande flessibilità e cambiamo spesso reparto”.

La disparità di trattamento si applica anche tra i 200 assunti ‘a rischio’ e i somministrati, dove i primi ricevono un’integrazione di tre euro l’ora da parte della Regione, mentre per i secondi, al momento, non è previsto alcun indennizzo. Sarebbero tuttavia in corso delle trattative per erogare una forma di integrazione anche per questi lavoratori. “Non incolpo l’azienda – spiega Rossi - ma un sistema di leggi che non ci tutela e ci tratta da lavoratori di serie B. Inoltre i sindacati hanno portato avanti la trattativa parlando solo dei fissi, mentre i somministrati si sono trovati dentro l’accordo, subendolo. Questa situazione è inaccettabile, dopo otto anni di lavoro precario”. 

Così il segretario regionale della Uil Antonio Rodà: “Mi risulta che, da accordo, i contratti dei somministrati possano essere decurtati per un massimo di due giornate per settimana, se al momento qualcuno ne ha tre il numero medio dovrà comunque corrispondere a due alla fine dei due mesi previsti dal contratto di solidarietà. Sono comunque in corso verifiche da parte delle Rsu in tal senso ed è previsto un incontro con la Regione per risolvere il problema”.

Il segretario provinciale della Nidil Cisl Nicola Dal Magro conferma che “abbiamo presentato richiesta ieri per convocare la Regione e l’azienda, anche per trovare una soluzione alla differenza di tre euro l’ora con i lavoratori dipendenti. Vorremmo inoltre capire se la differenza di ore è un’esigenza meramente organizzativa e se anche ai dipendenti fissi dello stesso reparto è stata applicata la stessa decurtazione”. Dal Magro specifica comunque che “i contratti di solidarietà sono previsti per i metalmeccanici, non per i contratti di somministrazione, ma abbiamo comunque stilato un accordo con le agenzie per l’attivazione del fondo integrativo salariale”. 

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