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Lo sfogo

"L'Italia metta soldi nella sanità, qui viviamo tanto ma invecchiamo malissimo"

A dirlo è il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta intervenuto nella mattinata di oggi 15 febbraio a Trieste per il report sulla gestione CoViD della Regione. "Le Regioni sono arrivate impreparate a causa di 37 miliardi di tagli fatti dai governi nel decennio tra il 2010 e il 2019"

TRIESTE - "La classe politica nazionale sembra aver imparato molto poco dalla pandemia". C'è un tema che merita di essere affrontato con una maggiore puntualità rispetto a quanto fatto fino ad oggi, ed è quello relativo alla gestione del CoViD da parte delle istituzioni nell'ottica di non commettere di nuovo gli stessi errori. Nel dare i voti al sistema sanitario regionale (qui l'articolo), il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta ha richiamato alla necessità di “riflettere sugli aspetti organizzativi interni”, ma ha anche "assolto" le amministrazioni regionali in virtù di "37 miliardi di tagli effettuati dai governi nazionali nel decennio 2010-2019". Come a dire che sì, i territori sono arrivati impreparati perché volutamente dimenticati dai palazzi romani. 

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Quali le sfide del futuro?

Ma se da un lato il Friuli Venezia Giulia ha tenuto sui tamponi e su una buona parte della campagna vaccinale, dall'altro ha dovuto fare i conti con un sentimento no vax largamente diffuso tra alcune fasce di popolazione e un sistema sanitario andato più volte in affanno. Per questo motivo, secondo Cartabellotta, con il senno di poi, "una maggiore presenza di strutture intermedie sul territorio e un maggiore utilizzo della telemedicina, solo per citare due esempi, forse avrebbero potuto aiutare la gestione complessiva". C'è da dire che la pandemia ha lasciato cicatrici profonde nel tessuto sociale, per non contare i miliardi di euro bruciati a causa dello stop improvviso dell'economia mondiale. 

"Lo Stato ci metta i soldi"

"La verità - ha continuato il presidente di Gimbe - è che se la tutela della salute è garantita dalla Costituzione, lo Stato deve metterci i soldi sopra. In Italia viviamo tanto, ma invecchiamo malissimo”. Proprio sul tema del superamento delle contrapposizioni e sulla necessità di entrare in una nuova fase rispetto al passato, è intervenuto anche il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi. “Non abbiamo voluto nascondere assolutamente niente e abbiamo curato tutti, anche chi veniva da altre regioni” ha detto l'esponente forzista che ancora per poco rimarrà in carica come assessore alla Sanità. 

"Le strumentalizzazioni si facciano su altro"

“C’è qualcosa che oggi non rifarebbe, assessore?” questa la domanda rivolta da chi scrive alla fine della conferenza stampa di presentazione del report della Fondazione Gimbe all’esponente forzista. “La polemica sulla nave era scoppiata quando c’era bisogno del 30 per cento in più di posti letto. Poi la curva è scesa, ma credo che in quel momento fosse la cosa giusta da fare”. Secondo Riccardi, “chi arriverà al mio posto, sulla sanità ha il grande compito di trovare un’interlocuzione dopo dieci anni di conflitto. O troviamo la tregua, oppure le strumentalizzazioni si facciano su altro, non sulla salute”.  

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