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"Il Covid sta cambiando per sempre il giornalismo". Formigli, Annunziata e Sala al Link festival

Una serie di riflessioni, alcune amare altre propositive, sul cambiamento del ruolo della stampa in tempi di pandemia, un quarto potere in balia dell'egemonia del web da un lato e dall'enorme carico di responsabilità nei confronti della salute pubblica dall'altro

Come si evolverà il giornalismo tra Covid e tecnologia? Oggi, a Trieste, i big del giornalismo hanno tentato oggi di rispondere a questa domanda, con una serie di riflessioni, alcune amare altre propositive, sul cambiamento del ruolo della stampa in tempi di pandemia, un quarto potere in balia dell'egemonia del web da un lato e dall'enorme carico di responsabilità nei confronti della salute pubblica dall'altro.

Di questo si è parlato nell'incontro odierno a Link, il festival del giornalismo, in presenza di Lucia Annunziata, conduttrice di “In mezz'ora”, Corrado Formigli di Piazza Pulita, e Simona Sala, direttrice di Radio Uno. Alla luce della progressiva sparizione della stampa cartacea in favore della stampa web, Lucia Annunziata ha riflettuto sul diffuso pronostico, secondo il quale “i giornali non spariranno ma rimarranno oggetti di lusso. Purtroppo gli editori italiani sono molto conservatori e sono legati solo alla carta stampata. I giornali tuttavia non devono essere nobili e legati a uno status e questa ottica accelera il fatto che si va disordinatamente verso la loro morte”.

Ragionando poi sul ruolo del giornalismo nell'informare i cittadini sull'andamento della pandemia, Annunziata ha spiegato che “questo virus ha bucato la nostra percezione di sicurezza e il nostro senso di onnipotenza verso la natura. Ha creato la più grande crisi economica da cent'anni a questa parte e sta cancellando il nostro sistema produttivo. È chiaro che di questi tempi il senso del nostro lavoro verso chi ci ascolta è completamente cambiato”.

Una crescente responsabilità, quindi, da parte del giornalista, che ha il dovere di tenere il lettore o spettatore al passo con cambiamenti epocali, mettendo anche in discussione, se serve, l'informazione veicolata dalla politica e dalle istituzioni. “La sfida della stampa al giorno d'oggi – ha argomentato Formigli - è il racconto indipendente e sganciato dalla propaganda, il contestare e verificare le informazioni calate dall'alto. In questo senso la forza delle immagini nei servizi televisivi è importante”.

Il conduttore di Piazza Pulita ha riportato l'esempio del servizio sulle terapie intensive a Cremona, diventato virale in poco tempo: “In un momento in cui molti non avevano ancora capito la portata del virus abbiamo portato un'importante consapevolezza, creando un vero e proprio shock con le immagini dei corpi proni e intubati. In poco tempo siamo arrivati a sei milioni di visualizzazioni. Tutto questo è successo in un periodo in cui gli editori vietavano ai giornalisti di entrare nelle zone rosse e nelle strutture sanitarie, ma in questo modo è impossibile raccontare una pandemia. L'informazione dev'essere fatta al di là dei divieti e dei regolamenti. Pur utilizzando tutte le prescrizioni mediche e preservando la salute dei nostri operatori. Non deve più accadere che un Dpcm impedisca ai giornalisti di entrare nelle zone rosse”.

Sempre riguardo al ruolo della politica, secondo Formigli: “i politici farebbero bene, in questo periodo, a lavorare a testa bassa e a farsi vedere poco in televisione. Da noi vengono poco e malvolentieri. Salvini non veniva da noi da tre anni, è tornato in tempo di pandemia e poi ha detto che non verrà mai più. Invece Di Maio, la Meloni e Zingaretti non vengono da un anno e mezzo”.

Simona Sala ha poi riflettuto sul ruolo della radio e di come essa abbia acquistato un ruolo importante perché viene seguita dagli anziani, che necessitano di essere informati in quanto fascia più a rischio. Tuttavia, ha precisato Sala, durante il lockdown e a causa del telelavoro, gli ascolti radiofonici hanno subito una leggera flessione, perché molti programmi vengono ascoltati durante gli spostamenti in auto.

A conclusione dell'incontro Formigli ha richiamato l'attenzione su un annoso problema: “Per un'informazione di qualità è necessario che i giornalisti vengano pagati adeguatamente, questa pandemia dev'essere un'occasione per inquadrare i colleghi in maniera più adeguata.

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