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Cronaca

Addio al fiumano Fulvio Varljen, vestì la maglia alabardata in serie A

Era nato nel capoluogo quarnerino nel 1936 ed era giunto a Trieste come profugo. Una lunga carriera da giocatore in serie A tra Triestina, Livorno e Torino. Fu allenatore per moltissimi anni. Mauro Milanese: "Se ne va un pezzo di storia dell'alabarda"

Fulvio Varljen non c’è più. L’ultimo rossoalabardato a conquistare la serie A sul campo se n’è andato e la Trieste calcistica piange uno dei suoi interpreti, sia fuori che dentro al rettangolo verde, più competenti e più amati. Spentosi all’età di 85 anni, Varglien (questo era il suo cognome originale, poi slavizzato ndr) era nato in via Tersatica a Fiume nel lontano 1936 ed era giunto a Trieste nel 1947 come profugo. Orfano di padre fin dalla giovane età (era morto sul fronte greco-albanese durante il secondo conflitto mondiale ndr), Fulvio era molto legato alle sue origini. Una volta giunto nel capoluogo giuliano, alla famiglia venne trovato un alloggio dentro al Silos, nei pressi della stazione ferroviaria.

Centinaia di presenze tra i pro

Per il calcio l’attrazione fu fatale fin da bambino. Tra i professionisti, oltre alle stagioni in maglia rossoalabardata con cui esordì nel maggio del 1955 in un Triestina-Roma (e all’epoca lavorava ancora al cantiere San Marco ndr), Varglien vestì per cinque anni la divisa del Livorno (e si arrabbiava quando scrivevano “nato a Fiume, Jugoslavia” ndr), ma anche quella del Torino del dopo Superga (con il nome della squadra legato allo sponsor Talmone ndr). Con la scomparsa di Fulvio Varglien se ne va una vera e propria colonna del calcio giuliano.

Il minuto di silenzio

Durante la presentazione del progetto per il nuovo Centro Sportivo “Giorgio Ferrini” avvenuta oggi 7 giugno, l’amministratore unico della Triestina Mauro Milanese ha ricordato Varglien con affetto. “È una notizia che ci rattrista molto, Fulvio era molto attaccato alla maglia rossoalabardata”. Anche il vicesindaco Paolo Polidori ha voluto ricordare l’ex giocatore ed allenatore. “Ha scritto tra le pagine più importanti della storia della Triestina. Ora ci sta guardando da lassù”. Alla fine della conferenza stampa è stato osservato un minuto di silenzio in sua memoria.

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