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Cronaca

Fumata grigia per Polidori, il centrodestra lontano dal nome del candidato sindaco

Il vertice tra Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia ha messo in evidenza il bisogno di tempo della coalizione. "Non prima di un mese la scelta" ripetono a destra. Muggia la "patata bollente" al centro di movimenti ben più complessi

La fumata per il nome del centrodestra a Muggia è grigia ma la coalizione prende tempo in vista di fine febbraio quando lo scioglimento ufficiale delle riserve sul candidato sindaco dovrebbe diventare realtà. Anche se il vertice tra le segreterie di maggioranza tenutosi nella mattinata di oggi 25 gennaio a Trieste non ha prodotto il tanto atteso nome che andrà a sfidare la sinistra nella cittadina rivierasca, per gli stessi vertici di Lega, Fratelli d'italia e Forza Italia la decisione che darà il via libera ha ancora "bisogno di tempo". 

La posizione della Lega

"E' presto", ripetono gli addetti ai lavori, ma la perplessa disponibilità data dal leghista Paolo Polidori (che a Muggia è residente ndr) al momento non sarebbe sufficiente per condividere il "cavallo" giusto su cui puntare. Sul tavolo del vertice, che ha discusso soprattutto di programmi e di visioni sullo sviluppo dell'area triestina, il nome del candidato ufficiale del centrodestra ancora non c'è. "Altri nomi non ci sono - ha chiarito Pierpaolo Roberti - e bisogna capire se ci sono alternative. Quando avremo il candidato sindaco allora decideremo senza problemi". 

Avanti così per un mese

"La ricerca del politico che andrà a sfidare la sinistra nella sua roccaforte muggesana andrà avanti per almeno un mese", fanno sapere le diverse anime della coalizione. Durante il vertice di questa mattina si è discusso anche del sempre più necessario cambio di passo in merito allo sviluppo del capoluogo regionale. Roberto Dipiazza non è in discussione e la riunione è servita anche per analizzare, discutere e fare il punto sul programma - e sulle ambizioni - della coalizione alle prossime elezioni. Il centrodestra a Trieste al momento è allineato e compatto, e non dà segnali di frizioni interne anche se la partita di Muggia, queste le voci che si rincorrono da tempo, sarebbe semplicemente lo specchietto per le allodole di una sfida ben più complessa. I cinici e gli scettici, infatti, la definiscono una questione di "poltrone". 

Muggia, una pedina nello schiacchiere

Sebbene Roberti le smentisca, alcune indiscrezioni che fuoriescono dal palazzo di piazza Unità in merito alla gestione dell'operazione Muggia parlano di equilibri in seno alla maggioranza da rispettare soprattutto per quanto riguarda il futuro della prossima giunta che si insedierà a palazzo Cheba. Muggia rappresenterebbe quindi una trincea con camminamenti su più fronti: a livello partitico e di candidature, il centrodestra si dice consapevole della situazione rivierasca e si guarda bene dall'azzardare passi falsi. Lo sgambetto alla sindaca in carica del giovane dem Francesco Bussani (dietro al quale talune indiscrezioni vorrebbero Nerio Nesladek, ex primo cittadino che non avrebbe gradito l'uscita solitaria di Laura Marzi ed ancora in grado di "spostare" l'ago della bilancia in piazza Marconi ndr) ha spiazzato un po' tutti, centrodestra compreso. 

Poca convinzione

Le difficoltà della coalizione di Lega, FI e FdI nel trovare qualche rappresentante convinto di dare l'assalto alla roccaforte muggesana sono reali. Al di là della residenza di alcuni "senatori" di Fratelli d'Italia e di focosi berlusconiani non più di primo pelo, l'ipotesi che il Carroccio vada a guidare la crociata a sud di Trieste - dopo aver defenestrato la storica bandiera della sinistra monfalconese a nord - resta al momento la più percorribile e la meno insidiosa. Per potersi imbarcare nell'impresa, nel caso in cui il candidato muggesano rimanesse il leghista, è probabile che la segreteria provinciale di Fratelli d'Italia spinga per avere più peso nella giunta, in caso di vittoria, del V Dipiazza. Una forzista a Duino, un leghista a Muggia e l'espressione della coalizione a Trieste, questo l'equlibirio ideale all'interno del centrodestra provinciale.  

La Lega aspetta un passo del centrodestra 

Nella partita muggesana Forza Italia sta alla finestra e cerca di mediare le ambizioni degli altri due partiti. Se da un lato i leghisti aspettano un passo da parte degli azzurri, il fatto che il match rivierasco rappresenti una sfida non semplice per il centrodestra sembra essere ormai il segreto di Pulcinella. "Non sarà per niente facile", questa la sensazione che trapela da quegli stessi ambienti che guardano con attenzione ad un Bussani "televisivo, giovane e brillante". Il sentimento generale, al di là della politica capace finalmente di svestire gli abiti di partito, è quello però legato al futuro dell'intero Paese.

"A Muggia conta vincere"

In questo momento i sovranisti di FdI non amano i virgolettati ma fanno intendere che per individuare il candidato sindaco a Muggia la discussione sarà ancora lunga. Giacomelli e compagni sanno che la posta in gioco per il futuro del partito è altissima - mai come in questo momento il sodalizio gode di consensi mai raggiunti prima ed ambisce a posizioni di livello non solo locale - e di conseguenza "sprizzano" una sorta di consapevole attendismo mista ad ambizioni mai nascoste. Dalle parti dei seguaci della Meloni sono convinti che a primavera inoltrata non si voterà, anche se "vincere a Muggia è l'unica cosa che conta". 

Il post CoViD non sarà una passeggiata per nessuno

A sinistra la questione sembra essere diversa e se la segretaria dei dem Laura Famulari sostiene apertamente il "cambiamento" di Bussani, per il centrodestra muggesano non sembra importare il chi o il come: issare la bandiera in piazza Marconi sarebbe importantissimo, ma è altrettanto vero che governare l'era del post CoViD non sarà una passeggiata per la politica, nessuno escluso. L'attesa per il nome che cavalcherà il leone di san Marco sotto l'Ospo è una sfida che va letta globalmente e al netto di quel futuro che per tutti resta ancora molto incerto. "Bruciare candidati senza avere la necessaria convizione sarebbe un errore imperdonabile", ripetono dal centrodestra.

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