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Venerdì, 19 Aprile 2024

Furti in tutto il nord Italia con auto a noleggio slovene, sgominata banda criminale

Sono sette le persone arrestate per l'ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata a commissione di furti. Quattro sono state colte in flagranza di reato, a una è stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere e una è stata rintracciata in Germania grazie a un mandato di arresto europeo

Sette persone arrestate per l'ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata a commissione di furti. Quattro sono state colte in flagranza di reato, a una è stata notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere e una è stata rintracciata in Germania grazie a un mandato di arresto europeo; un soggetto, invece, si trova ancora a piede libero, ricercato in tutto il Vecchio continente. Questi i dati dell'operazione "Predator", presentata dal dirigente della Polstrada udinese Rita Palladino, che ha messo in ginocchio una banda criminale in azione nelle aree di servizio autostradali, ai danni degli utenti in transito.

La banda

Il gruppo era composto da membri tra i 20 e i 50 anni, tutti di origine kosovara, che agivano a coppie e a terzetti. Il capobanda, sempre presente durante i colpi, era già conosciuto in passato alle forze dell'ordine. L'organizzazione agiva lungo il tratto autostradale che collega Udine a Bologna, di notte, soggiornando nei pressi di Cervignano. I furti sono stati messi in atto da maggio ad agosto, periodo in cui sono state svolte le indagini da parte delle squadre di Polizia giudiziaria della Polizia stradale di Udine e di Palmanova. L'attività di investigazione, con monitoraggi e appostamenti, è stata portata avanti da cinque uomini e ha avuto respiro europeo, visto che tutti gli stati al confine hanno collaborato con le indagini. A coordinare il tutto il sostituto procuratore della Repubblica della Procura di Pordenone, Andrea Del Missier.

Le indagini

L'attività degli agenti è iniziata lo scorso mese di maggio, in seguito a due furti a danno di turisti stranieri nell'area di servizio di Fratta, dove poi si sono stati eseguiti gli arresti. Durante le indagini si è potuto analizzare il modus operandi della banda, che riusciva a far presa sull'utenza (stranieri in viaggio verso l'Italia con in tasca molti contanti per il viaggio). I furti portati a termine lungo l'estate scorsa sono stati una ventina. Spesso lo straniero non denunciava l'accaduto in Italia, ma in un ambito territoriale diverso. Gli oggetti recuperati dalla Polizia stradale riguardano oggettistica – come pc, macchine fotografiche e borse vuote – e circa 4mila euro in valuta.

Le tecniche

Le attività criminali venivano svolte di notte. La banda si serviva di auto a noleggio provenienti dalla Slovenia, che cambiavano anche settimanalmente. Arrivati nell'area di servizio i banditi facevano un giro perlustrativo per poter individuare i soggetti da colpire. Di solito, agivano in coppia: un soggetto si posizionava davanti alla vettura (per poter distrarre il malcapitato) e uno dietro. Queste le tre modalità utilizzate dai banditi: tecnica dell'informazionetecnica della distrazione tecnica della foratura del pneumatico.

La prima, prevedeva che uno dei due membri della banda si avvicinasse al conducente o al passeggero per chiedere informazioni, mentre nel frattempo il complice si infilava nell'abitacolo per rubare ciò che trovava. Con la tecnica della distrazione, invece, si svegliavano le vittime di notte mentre dormivano nelle loro auto, obbligandole a scendere dal veicolo per segnalare un ipotetico problema, facendo in modo che un complice si intrufolasse in auto. Oppure, come terza tecnica, dopo aver praticato con un punteruolo un piccolo foro sulla ruota del veicolo, la vittima era costretta, dopo pochi metri, a fermarsi su una piazzola di sosta per sostituire il pneumatico. A quel punto, i criminali seguivano il mezzo e si fermavano con la scusa di fornire aiuto.

Il percorso

Durante tutto il periodo di soggiorno in Friuli la banda usciva di notte e percorreva l'autostrada fino a Bologna, per poi risalire, facendo tappa in ogni area di servizio, tranne che a Gonars.

Senza tracce

I membri del sodalizio erano molto determinati a non farsi identificare. Usavano documenti falsi per la registrazione in hotel, e alcuni di loro, per scappare alle forze dell'ordine, hanno evitato due pattuglie al confine tra Italia e Austria sfondando le barriere per poi tornare nel nostro paese. A Bologna, mentre una pattuglia cercava di fermarli, hanno sfondato un guard rail e sono scappati dalla direzione opposta.

L'arresto

L'ipotesi di associazione a delinquere è stata formulata grazie alle lunghe indagini e alle prove presentate dalla Polizia stradale. La banda, infatti, era molto organizzata e colpiva ripetutamente. Ad aiutare le indagini, poi, è stato il furto di due Telepass, con i quali la Polizia è riuscita a capire i movimenti del gruppo.

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