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Martedì, 23 Aprile 2024
Rapina in casa

Si veste da rider e ruba in un appartamento: quattro indagati, tre in custodia cautelare

Ingente furto commesso in un appartamento del centro città. Il "topo d'appartamento" ha agito con tre complici, tra cui due donne conoscenti dei proprietari

Ingente furto in un appartamento in zona Ponterosso con l'aiuto di tre complici: la "banda" viene scoperta dalla Polizia e scatta la custodia cautelare per tre persone, più una indagata a piede libero. Le indagini dirette dalla Procura di Trieste e dalla Squadra Mobile giuliana, hanno consentito di far luce su un ingente furto commesso nell’aprile scorso in centro città, attraverso la meticolosa ricostruzione dei movimenti degli indagati durante le fasi esecutive della commissione del reato.   

Gli elementi raccolti hanno consentito al Gip di Trieste di emettere – su richiesta del Pm Pietro Montrone – l’ordinanza applicativa della custodia cautelare degli arresti domiciliari a carico di due triestini, entrambi noti agli investigatori e quella dell’obbligo di presentazione quotidiana presso la questura della loro complice, mentre una quarta persona, residente anch’essa a Trieste, è stata indagata in stato di libertà.   

La complessa attività di analisi dei filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona di commissione del furto e dei tabulati telefonici acquisiti, hanno consentito di raccogliere una serie di indizi concordanti sulla responsabilità delle persone indagate, così da consentire l’emissione di provvedimenti cautelari. 

Le indagini hanno consentito di accertare che l’autore materiale del furto, camuffato da “rider” e indossando una mascherina chirurgica, si era fatto accompagnare in auto nei pressi dell’abitazione presa di mira che ha sede in un palazzo di pregio sito in centro città, accedendovi con delle chiavi . 

Dopo essersi impossessato di un ingente quantità di oggetti preziosi, l’autore del furto ha raggiunto il complice che lo attendeva nell’auto ferma in zona. Nel frattempo una delle due donne indagate che era solita frequentare le vittime del reato si era assicurata che i coniugi proprietari dell’appartamento fossero entrambi impegnati e lontani dall’abitazione. Nel contesto, la seconda donna implicata nei fatti è rimasta in contatto telefonico con i correi assicurando così il “coordinamento” tra gli esecutori materiali del reato e la complice che aveva il “controllo” dei movimenti delle vittime.   

Le persone colpite dalle misure cautelari sono state rintracciate nelle loro case nel corso della mattina del 20 ottobre, dagli investigatori della Squadra Mobile triestina che hanno eseguito i provvedimenti restrittivi mettendo a disposizione dell'autorità giudiziaria le persone arrestate e quella sottoposta all’obbligo di presentazione. 

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