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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Europa debole e Fvg solo: quando la crisi dell'Afghanistan riguarda tutti noi

La senatrice Tatjana Rojc e il deputato Roberto Novelli espongono le loro opinioni sulla crisi dell'Afghanistan e sulle ripercussioni sull'Europa

L'impatto della crisi in Afghanistan sull'Europa è argomento di estrema attualità. I politici regionali si interrogano su quanto succederà a breve, anche in Friuli Venezia Giulia. Per Tatjana Rojc (Pd), l'Ue si presenta "esposta e debole senza iniziative unitarie".

“Sono doverose ma non bastano le richieste e le manifestazioni di solidarietà nei confronti delle fasce più deboli e a rischio della popolazione afghana, a cominciare dalle donne. I talebani si sono insediati al potere e non se ne andranno, gli Usa si stanno sfilando da quel teatro, altre potenze si stanno posizionando, e l’Europa sarà sempre più esposta se sarà debole e non saprà prendere iniziative politiche unitarie, rapide e incisive. La questione dei diritti civili dev’essere il discrimine per regolare i rapporti con la nuova realtà statuale, che sotto la propaganda sta mostrando un volto noto e brutale. Altrimenti qualunque allarme sui flussi dei profughi sarà inutile e strumentale”. Lo afferma la senatrice Tatjana Rojc (Pd), membro della commissione Esteri a Palazzo Madama, dopo che la Ue e altri 20 Stati tra cui Usa e Regno Unito hanno espresso preoccupazione “per le donne e ragazze afgane, i loro diritti all'istruzione, al lavoro e alla libertà di movimento”.

Rotta balcanica

Per Roberto Novelli (FI), la preoccupazione è l'impatto sulla rotta balcanica. "La drammatica situazione afgana avrà pesanti ripercussioni sui flussi migratori, in particolare lungo la rotta balcanica, in questi ultimi anni colpevolmente trascurata dall’Italia e dall’Unione europea. Dal 2014 ad oggi sono stati quasi 100mila gli afgani entrati nel Vecchio continente: un numero destinato inevitabilmente a crescere, aumentando la pressione sui confini europei, e in particolare quelli del Friuli Venezia Giulia, regione ormai diventata uno dei caselli finali di questa autostrada della disperazione. Di fronte a un fiume di persone che fuggono da un regime liberticida le istituzioni europee non possono volgere lo sguardo da un’altra parte". Lo scrive in una nota il deputato di Forza Italia Roberto Novelli

“Pensare che il fenomeno migratorio si risolva fermando un barcone nel Mediterraneo o aumentando di qualche unità il personale di controllo delle frontiere con la Slovenia è una presa in giro. Come una presa in giro – attacca il deputato friulano – si sono rivelate le pattuglie miste con la polizia slovena. Il Friuli Venezia Giulia sta già affrontando in perfetta solitudine un’emergenza che meritava maggiore attenzione da parte delle istituzioni nazionali ed europee. Adesso che, fortunatamente, abbiamo un presidente del Consiglio che gode di una grande credibilità a livello internazionale e che l’Italia ha finalmente recuperato il suo ruolo da protagonista in Europa, è necessario che proprio il nostro Paese metta sul tavolo continentale la questione, sin da subito, facendo comprendere senza timori reverenziali all’Unione intera che l’immigrazione è un fenomeno che va governato a livello sovranazionale e che non riguarda solo gli sbarchi, ma anche gli ingressi via terra”, conclude Novelli.

Corridoi umanitari

"Inutile nascondersi dietro a un dito come qualcuno tenta di fare. La ventennale missione dei Paesi occidentali in Afghanistan è stata un fallimento. Bene che il governo italiano abbia deciso di rimpatriare insieme ai nostri connazionali anche gli afghani che hanno collaborato in loco con le nostre forze militari. Serve però uno sforzo in più, tutta la comunità internazionale dovrebbe adoperarsi affinché i talebani concedano la possibilità di creare corridoi umanitari per evacuare tutti gli afghani che abbiano il desiderio di lasciare il loro Paese. Lo dobbiamo alle persone di cui abbiamo tradito speranze e fiducia". Così Sandra Savino, deputata e coordinatrice regionale di Forza Italia per il Friuli Venezia Giulia.

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