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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Pasqua, il vescovo Crepaldi: "Momento incerto, il Covid pesa sulla vita di tutti"

"Sulla vita dei bambini e degli anziani, degli operai e degli imprenditori, delle famiglie e delle aggregazioni sociali e culturali, dell’uomo della strada e del politico". Circa 150 i fedeli presenti in chiesa

Una Pasqua così diversa nella sofferenza, una Pasqua così uguale nei messaggi di speranza. Questa mattina nella cattedrale di san Giusto l'arcivescovo di Trieste monsignor Gianpaolo Crepaldi ha pronunciato la consueta omelia pasquale con un occhio di riguardo alle categorie più fragili e al particolare momento influenzato dall'emergenza sanitaria. "La gioia dell'alleluia pasquale è come smorzata dall’ora inquieta dello smarrimento e dell’incertezza che stiamo vivendo a causa della pandemia in corso, che pesa minacciosa sulla vita dei bambini e degli anziani, degli operai e degli imprenditori, delle famiglie e delle aggregazioni sociali e culturali, dell’uomo della strada e del politico".

La parola Alleluia

Di fronte a circa 150 fedeli e al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, Crepaldi cita le "spaesate esistenze" soverchiate "dal male" e ribalta la preoccupazione grazie alla sicurezza che "il Signore risorto ci dona. Ci garantisce quella parola che disse agli apostoli nell’imminenza della sua passione: “Abbiate fiducia, io ho vinto il mondo”, perché Lui è “la Via, la Verità e la Vita”, perché Lui ci ha assicurato di essere con noi “tutti i giorni sino alla fine del mondo!”.  L'odierna liturgia pasquale ha sentito risuonare ripetutamente la parola di origine ebraica "Alleluia", (Lodate il Signore ndr). "Essa riecheggia e richiama l'avvenimento - ha affermato l'arcivescovo -, assolutamente nuovo, della morte e risurrezione di Cristo. Da quell'evento, l’alleluia pasquale è sbocciato spontaneo in quel mattino di Pasqua a Gerusalemme nelle voci dei primi discepoli e discepole di Gesù".

"Andate ad annunciare: là mi vedranno"

"L'alleluia pasquale però non deve essere soltanto una parola, ma la manifestazione credibile della nostra stessa vita cristiana" così Crepaldi. "Anche a noi oggi, come alle donne che rimasero accanto a Gesù durante la Passione, il Risorto ripete di non avere paura nel farci messaggeri dell'annunzio della sua risurrezione: "Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno". 

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