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Cronaca

Giardini inquinati: entro ottobre torna il decoro, ma per due anni restano i divieti

La IV Commissione "di Babuder" ha affrontato il tema complesso dell'inquinamento scoperto nei giardini: risposte sono giunte dagli assessori Lodi, Polli e Brandi, e dal dirigente Conte: a breve la Global Service ripristinerà il decoro

Come deliberato dalla Giunta qualche giorno fa, per risolvere "definitivamente" il problema dell'inquinamento dei parchi e giardini cittadini ci vorranno almeno due anni che serviranno (con analisi ogni 6 mesi) a definire il tipo inquinamento, diffuso o puntuale, e quindi le correlate procedure da adottare.

In attesa che il problema venga identificato e risolto il Comune ha previsto un intervento immediato di manutenzione che va nella direzione di ripristinare il decoro delle aree verdi. La vicenda dei giardini inquinati è stata affrontata ieri in IV Commissione (presieduta da Michele Babuder) alla presenza degli assessori competenti (Polli - Ambiente, Lodi - Lavori pubblici, Brandi - Educazione): persistono quindi i divieti di "calpestare l'erba", ma nel frattempo è previsto l'intervento - ha precisato il direttore dell’area Lavori pubblici Enrico Conte - entro ottobre, a opera della ditta Global Service.

Un'operazione che, diversamente da quanto si possa pensare, tecnicamente non semplice poichè il personale dovrà indossare tutti i dispositivi di sicurezza necessari, dalle tute alle mascherine; questo ovviamente comporta costi aggiuntivi che peraltro non sono ancora stati quantificati.

Successivamente verrà pubblicato un appalto misto per la manutenzione ordinaria delle aree verdi in oggetto per tutto il periodo necessario (i due anni di cui sopra). Si tratta dei giardini De Tommasini di via Giulia, di piazzale Rosmini e Miniussi (di Servola), cui si aggiungono i cortili della Chiesa San Lorenzo e di via dei Giardini. Inoltre ci sono due istituti scolastici, la scuola dell’infanzia Don Chalvien di via Svevo e la Biagio Marin di via Marco Praga a Servola.

Nell scuole si interverrà con le recinzioni delle aiuole, mentre il terreno sarà ricoperto nelle sue parti verdi con della ghiaia. «Ci siamo trovati una situazione emergenziale e la stiamo affrontando di petto e determinazione - ha affermato l’assessore all’Educazione Angela Brandi -. Molto complicata è la situazione della Marin che conta su grandi spazi verdi dedicati alle attività sportive e ricreative sulle quali ci saranno inevitabili ripercussioni».

Il segretario generale Santi Terranova ha voluto chiarire la «contraddizione tra i concetti di inquinamento puntuale ed inquinamento diffuso, per il quale non è semplice risalire alle cause e ai fattori responsabili», mentre l’assessore all’Ambiente Luisa Polli ha sottolineato che «l’amministrazione vigilerà sulla salute dei cittadini adottando le misure di precauzione previste dalla normativa vigente».

Soddisfatto per le risposte ricevute il consigliere Alberto Polacco (Fi), anche a nome degli altri due firmatari dell’interrogazione urgente (Babuder e Camber): «È stata data una risposta immediata ed efficace ai cittadini su una questione urgente e complicata». «È improprio parlare di emergenza in quanto si tratta di un problema che ha radici lontane nel tempo - ha ribadito Giovanni Barbo (Pd) -. La richiesta di analisi della precedente amministrazione testimonia che la salute dei cittadini è sempre stata al centro dell’attenzione della giunta Cosolini», mentre Elena Danielis (M5S) ha sottolineato che «è gratificante che Trieste affronti per prima questa situazione, ma con l’auspicio che le soluzioni individuate siano innovative».

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