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GIMI: a cento anni dalla sua nascita Trieste gli dedica una mostra

18.49 - Sarà inaugurata giovedì 13 novembre, alle ore 18.00, alla sala comunale d'arte di piazza Unità

Sarà inaugurata giovedì 13 novembre, alle ore 18.00, alla sala comunale d’arte di piazza dell'Unità d'Italia 4 a Trieste, l'esposizione "Trieste Anni Quaranta - Mostra postuma per il centenario della nascita" di GIMI, pseudonimo di Mario Girolomini. La rassegna postuma per il centenario della nascita di GIMI, presenta trenta dipinti ad olio e due a tempera e sarà liberamente aperta al pubblico  fino al 3 dicembre, con orario feriale e festivo 10.00-13.00 e 17.00-20.00.

Nella scelta delle opere da esporre, i figli di Mario Girolomini hanno privilegiato lavori che sono quasi tutti dello stesso periodo, la fine degli anni trenta ed il primo lustro dei quaranta, cioè poco prima e durante la seconda guerra mondiale; per l'artista un tempo di grande produttività, forse un rifugiarsi nell'Arte, viste le difficoltà della vita di ogni giorno.

La parte principale della mostra è composta da ventiquattro paesaggi, tutti colti dall'artista "en plein air" con soggetti diversi, varie marine, uno squero, uno stabilimento balneare, edifici storici (chiesa evangelica, sinagoga, città vecchia), numerosi scorci carsici; alcuni quadri ci presentano un'immagine inconsueta della periferia cittadina; in particolare ci illustrano i dintorni, oggi intensamente urbanizzati, che allora erano fatti soltanto di grandi campagne, con pochi alberi e rare case coloniche. Colpiscono soprattutto i quadri "Strada nova per Opcina", dove vediamo la collina di Scorcola e dietro, sullo sfondo, il panorama della città, e  "Campagna Mauroner", colto nella zona di S. Luigi - Chiadino.  A quel tempo erano aree quasi deserte, lande carsiche senza alberi, mentre adesso sono tutte zeppe di case, zone inserite pienamente nella città.

Completano la mostra: il ritratto dell'amico Stelio Crise, gentilmente concesso dalla moglie; un autoritratto dell'artista; l'interno della cappella cimiteriale di S. Anna; cinque nature morte: alcune di queste, con scarni oggetti, riportano proprio all'epoca del conflitto ed alla grande miseria che la guerra  portava con sé.

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