Morto in casa da settimane, la riflessione: "Perché non siamo intervenuti prima?"
Dopo la drammatica morte di Sergio e Riccardo Visintin, trovati senza vita nella loro casa in via Giulia, interviene sui social il fondatore della rivista NTWK, Fabio Fieramosca, con una riflessione che pone l'accento sulla responsabilità individuale di tutti nelle storie di solitudine che si concludono tragicamente, spesso nell'indifferenza generale. Di seguito riportiamo il post:
Sono distrutto, sconfortato, arrabbiato con me stesso ... incredulo, allibito, completamente spaesato. Stamattina quando ho visto tante macchine dei pompieri, polizia, ambulanze a pochi metri da casa mia ho pensato solo che qualcuno si era fatto male nel cantiere, ed ho solo sperato che non fosse nulla di grave ed ho tirato dritto come altre decine di residenti e passanti. Ma quando ho scoperto che li erano morte due Persone, abbandonate completamente in condizioni disumane, l'anima mi è implosa ed il dolore è stato fortissimo, quando ho realizzato chi erano ho chiesto perdono a Dio.
Quante volte l'ho vista quella Persona, che; con il suo carico di borse ed il suo fisico sofferente che "urlava" aiuto stretto in abiti sotto misura; si fermava a riposare sul muretto. Pur intuendo la sua solitudine e il suo bisogno di aiuto e capendo la mia sofferenza nel vederlo, per falsa convinzione e convenzione, pur non conoscendolo lo salutavo solo con fare semplice, e la mia coscienza, sbagliata, si lavava dicendomi che sicuramente era assistito da chi deve farlo. Che non è possibile sia abbandonato a se stesso, e tiravo dritto. Ho dovuto constatare che non era così. Perché non ho avuto il coraggio di informarmi e di scambiare due parole?
Mi domando senza retorica e rodendomi dentro, perché nel cuore dell'occidente in una città che appare nei primi posti per qualità della vita, accade questo. Sarebbe facile, e forse lo è, addossare la responsabilità ai Servizi sociali. Ma gli inquilini di quello stabile? Che (forse) avranno visto quel ragazzo crescere, che abitava con un padre anziano e probabilmente malato più di lui, perché non sono intervenuti prima? Per un mese nessuno ha lanciato l'allarme ed hanno aspettato i fastidiosi miasmi della morte decomposta. Perché siamo fatti cosi? Perché siamo così distratti? In quelle vite e quelle morti, Padre e Figlio, nella loro smisurata riservatezza prego abbiano avuto almeno il conforto di Dio. E che magari nella loro irragionevolezza lo ritenessero sufficiente. Mi maledico per non aver avuto il coraggio di non farmi i fatti miei, pensando che non fosse compito mio ho calpestato l'intera Umanità. Perdonatemi.