Giovani in Fvg più sani e colti rispetto alla media nazionale, ma aumentano le nuove povertà
Lo rileva il rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia”, una fotografia dello stato di benessere generale dei minori su ogni singola regione
I bambini e gli adolescenti del Fvg stanno meglio della media nazionale ma bisogna prestare attenzione alle sacche di povertà, sia materiale che educativa, all’aumento dei disagi psicologici dovuti alla pandemia e a un tasso di natalità ancora basso. Solo alcuni degli aspetti emersi dal rapporto “I diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia”, una fotografia dello stato di benessere generale dei minori su ogni singola regione, stilata dal gruppo Crc (Gruppo di lavoro per la convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza). Un documento che, fornendo dati statistici su vari aspetti che riguardano la vita dei minori, consegna alle varie regioni alcune linee guida per programmare gli interventi necessari.
Per quanto riguarda il Fvg, il documento mostra “una prevalenza di luci, ma anche delle ombre”, come spiega Giorgio Tamburlini, Presidente del Centro per la Salute del Bambino: “la Regione ha lavorato bene in alcuni settori: qui i ragazzi leggono di più, fanno più sport e vanno più a teatro, c’è meno obesità e gli indicatori di salute sono superiori alla media. Bassa, inoltre, la percentuale di giovani che non lavorano e non studiano. Tuttavia, anche se i dati sono inferiori alla media nazionale, ci sono bambini che vivono in povertà e non hanno un apporto nutrizionale sufficiente”.
Parlando di povertà relativa, ha specificato Vera Pellegrino, responsabile dell’ufficio studi formazione e promozione di Caritas Trieste, “in Fvg è al 14,2%, una differenza di 6,2 punti in meno sul dato nazionale e addirittura di 12,1 punti rispetto al dato regionale del precedente rapporto. Tuttavia la povertà relativa viene calcolata anche sui consumi, che in pandemia sono molto diminuiti. La povertà alimentare è addirittura la metà del dato nazionale (1,1% contro il 2,2%), ma parliamo comunque di 1800 bambini che in regione non riescono ad avere un pasto proteico al giorno. Sono comunque dati su cui è necessario intervenire”.
Significativo anche il dato relativo alla Caritas di Trieste: “Quest’anno abbiamo aiutato 848 minori: un incremento dell’ 8,6% dal 2019 ma del 20% rispetto al 2020. Solo il 16% di queste famiglie sono richiedenti asilo, quindi la povertà nei residenti è di fatto aumentata”, ha rilevato Pellegrino.
Relativamente alla povertà educativa, invece, il 20% dei ragazzi hanno competenze educative in matematica e in italiano al di sotto del minimo, (contro una media nazionale sopra il 30%). Un problema, è stato ricordato, correlato all’analfabetismo funzionale, che in età adulta potrebbe rivelarsi impattante nell’esercizio dei propri diritti.
Per quanto riguarda le nascite è stata rilevata non solo una bassa natalità ma anche una significativa diminuzione delle adozioni, con 49 domande, di cui 30 giudicate idonee, nel 2019 e 24 domande (tutte idonee) nel 2020.
Aumentati con la pandemia anche i disagi a livello psicologico e l’isolamento delle famiglie, anche se i servizi offerti dalla Regione sono comunque superiori rispetto alla media. Inferiore invece il tasso di vaccinazioni degli under 19 (Covid e Hpv). Infine, la dipendenza tecnologica (il numero di adolescenti che trascorrono più di 5 ore al giorno su internet) è meno della metà della media nazionale ma è superiore rispetto al pre – Covid.