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Cronaca

Caso Regeni, Fico: "Ritiro dell'ambasciatore è una via possibile"

Il Presidente della Camera dei deputati è intervenuto questa mattina presso l'aula magna dell'Università degli Studi di Trieste all'inaugurazione dell'anno scolastico del Liceo Petrarca. "Uno Stato che non fa verità su se stesso è uno Stato che non può essere autorevole”

Il ritiro dell’ambasciatore italiano in Egitto è una via possibile se la questione Regeni non si sbloccherà. È questo il concetto espresso dal Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico a margine della Lectio Magistralis che lo stesso ha tenuto questa mattina nell’aula magna dell’ateneo triestino di fronte a 320 studenti del Liceo Petrarca. L’evento, al quale hanno partecipato anche i genitori del ricercatore friulano ucciso più di tre anni fa, oltre al rettore Roberto Di Lenarda e i vertici del Petrarca, ha aperto l’anno scolastico dello storico liceo triestino che anche Giulio Regeni frequentò.

Le parole del Presidente della Camera

“Quando sono stato eletto ho deciso subito di chiamare la famiglia – ha introdotto la terza carica dello Stato – per cercare di intraprendere assieme un percorso volto alla ricerca di verità e giustizia”. Il Presidente della Camera, legato a Trieste in virtù della laurea conseguita proprio all’Università del capoluogo regionale, ha chiesto nuovamente che “i colpevoli per l’omicidio di Giulio vengano condannati e auspico che possa esserci un processo vero e reale, cosa che ad oggi in Egitto non c’è. Uno Stato che non fa verità su se stesso è uno Stato che non può essere autorevole”.

“Abbiamo sentito tante parole e tante promesse e da parte del governo dico che dobbiamo andare avanti per trovare i colpevoli, il diritto di avere un giusto processo. È una promessa che ho fatto ai genitori di Giulio. La battaglia e la lotta devono essere alla base del nostro quotidiano, perché queste parole di danno il senso delle cose e per ottenerlo dobbiamo combattere”.

Secondo Fico “ci serve una memoria attiva affinché si possa trovare verità e giustizia. Per questo anche dal punto di vista nazionale, dobbiamo interrogarci e riflettere sui lati più oscuri del nostro Stato”. Il Presidente della Camera dei deputati ha fatto infatti riferimento “alle stragi e ai depistaggi, alla scuola Diaz (G8 di Genova del 2001 ndr), ad alcune dinamiche presenti nelle carceri italiane, ai casi di Federico Aldrovandi e Stefano Cucchi e a molto altro”.  

Il Presidente della Camera durante la Lectio Magistralis ha poi rivolto un’attenzione particolare alla Costituzione italiana e al “sistema di norme e leggi che agiscono nella quotidianità e che concorrono alla creazione dello stato di diritto”. “Non possiamo abusare delle Costituzione perché la grandezza della nostra repubblica, che va tutelata e protetta, risiede proprio in quegli articoli”.

Le parole degli studenti più forti di quelle delle istituzioni

A concludere la mattinata sono stati Mattia Vodopivec e Mafalda Solza, due studenti del Liceo Petrarca che hanno rivolto il loro discorso proprio alla terza carica dello Stato. “Chiediamo a lei signor Presidente di rammentare ai parlamentari l’articolo 54 della Costituzione, quello che esprime chiaramente come il dovere di adempiere le loro funzioni debba essere portato avanti con onore e disciplina, evitando le volgarità e le polemiche”.

I due studenti hanno voluto dedicare parte del loro intervento al rispetto per l’ambiente. “Nell’uscire dalla guerra, lo sviluppo era l’unica condizione possibile, si desiderava il benessere e per ottenerlo si diede vita allo sfruttamento delle risorse. Il legame con la terra venne sacrificato in nome del progresso”. “Il quadro oggi è diverso” hanno concluso Vodopivec e Solza. “Abbiamo ridotto il nostro pianeta allo stremo, preferendo la velocità e la comodità, e dimenticandoci del costo umano ed ambientale delle nostre scelte. Dobbiamo ritrovare il senso della misura verso l’ambiente e, di conseguenza, verso noi stessi”.

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