Favorevoli, contrari e perplessi: l'opinione dei ristoratori sul Green pass
Sono diverse le opinioni tra gli addetti ai lavori nel mondo della ristorazione. Se per qualcuno è un'occasione per restare aperti anche nei mesi freddi, per molti altri le modalità di controllo non sono adeguate
C'è chi è favorevole all'introduzione del Green pass, chi contrario e chi perplesso per le modalità di controllo che dovranno adottare nei confronti dei loro clienti. Sono queste le posizioni dei ristoratori di Trieste che da oggi dovranno verificare la certificazione verde dei clienti che vorranno pranzare o cenare all'interno dei loro locali.
"Sono favorevole. Se è l'unico modo per far sì che le attività di ristorazione restino aperte anche nei mesi invernali, ben venga. Saremo noi a controllare? Non è un problema. Al momento però la clientela preferisce accomodarsi negli spazi esterni, anche per le belle giornate" ha dichiarato il titolare di Sapori in via Boccardi, ben felice di adottare la misura imposta dal Governo per evitare chiusure con i primi freddi. Il titolare di Eppinger, in via Dante, ha invece espresso dubbi e preoccupazioni, specificando che nella giornata di oggi nessun avventore ha occupato la sala interna: "Potrei anche essere favorevole, ma non me la sento di chiedere documenti ai clienti, soprattutto perchè ci sono persone che la pensano in un modo e altre in un altro, e per alcune questa decisione ha limitato la loro libertà. Per questo credo sia una soluzione improponibile e improbabile e, dal punto di vista operativo, anche poco fattibile".
Non si esprime sull'efficacia o sull'utilità della misura, la titolare di "Navigando" in Riva Nazario Sauro: "E' ancora troppo presto per dire qualsiasi cosa. Al momento non sono nè favorevole nè contraria, anche perchè i miei clienti stanno ancora preferendo gli spazi esterni. Credo però che non sia giusto accollare i controlli a noi titolari: non siamo nessuno e non abbiamo nemmeno il personale per poter adempiere a tale compito. Ovviamente, dati i tempi incerti non è possibile pensare a nuove assunzioni".
Assolutamente contrario è invece il titolare di un locale del centro che ha preferito restare anonimo: "Stiamo già vivendo un anno durissimo, nel corso del quale siamo stati sommersi da regole e misure a cui ci siamo dovuti adattare, come i manuali da compilare giornalmente per le sanificazioni o il dover disinfettare quotidianamente maniglie, porte e superfici comuni. Il tutto senza considerare che, a causa delle limitazioni dei coperti e dei vari apri-chiudi, il personale è stato ridotto; sarebbe di fatto un lavoro in più da fare, ma le mani restano sempre due. Inoltre, credo di non essere proprio nessuno per poter chiedere documenti personali ad uno sconosciuto: che se ne occupi chi di pertinenza. E non siamo sicuramente noi ristoratori".