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Cronaca

Cessione Sandtex, quale futuro per i 26 dipendenti?

In data 18 ottobre la Harpo S.p.a. ha comunicato ai sindacati l'avvio della procedura di cessione di ramo d'azienda delle attività di distribuzione e produzione alla Covema Vernici S.p.a di Torino. I sindacati: "Chiederanno il trasferimento e poi procederanno con il licenziamento collettivo". Due giornate di sciopero il 24 e 25

La Harpo S.p.a. qualche giorno fa ha comunicato ai sindacati l'avvio della procedura di cessione di ramo d'azienda delle attività di distribuzione e produzione alla Covema Vernici S.p.a di Druento (Torino). Nella comunicazione della segreteria della Filcctem-CGIL si legge che "la cessione comprenderà impianti di produzione, macchinari e attrezzatture industriali, materie prime, ecc, nonché il personale del suddetto ramo d'azienda identificabile in 26 lavoratori". 

La posizione del sindacato

Sandra Modesti della Filctem ha dichiarato che "avevamo fatto sette anni di ammortizzatori sociali, cassa integrazione e contratti di solidarietà finiti tre settimane fa circa. Una settimana fa ci ha chiamato Franco Stock menzionando un interessamento da parte dell'azienda Covema, una società del settore ma di base a Torino. La parte produttiva per l'Italia e per l'estero (stabilimenti di Trieste e Rialto) tecnicamente dovrebbero essere trasferiti in Piemonte. La procedura - ha aggiunto la Modesti - dovrebbe concludersi entro il 31 dicembre". 

Le previsioni, secondo i sindacati "sono che 26 lavoratori passeranno sotto l'azienda di Torino. Di questi, 20 verranno trasferiti in Piemonte, durante tre fasi: la prima ad inizio gennaio, la seconda tra febbraio-marzo e l'ultima a giugno". "Alla fine chiederanno il licenziamento collettivo" ha aggiunto Modesti. "Il 25 nella sede di Confindustria avremo un incontro anche con la Covema, mentre per lo stesso giorno e il giorno precedente abbiamo indetto uno sciopero di otto ore". 

"Un fulmine a ciel sereno"

La notizia arriva per molti dipendenti come un fulmine a ciel sereno - anche se ad onor del vero la situazione della Harpo/Sandtex non era rosea da parecchio tempo. "Evidente che se la sia preparata - ha affermato la Modesti - anche per il fatto che non aveva mai preannunciato un interesse vero di rilanciare l'attività. I piani industriali presentati non sono mai andati nella direzione del rilancio del fatturato, quindi crediamo che alla base ci sia un problema di scelte imprenditoriali.Chiediamo che l'azienda ci ripensi e possa recedere dalla chiusura dell'accordo, anche se dubitiamo fortemente avverrà. Un altro pezzo del manufatturiero triestino che se ne va". 

"Ho due figli. Chi di noi può andare a Torino?"

La situazione coinvolge decine di dipendenti. In molti hanno declinato l'invito a raccontare la loro situazione, mentre Chiara Romani ha risposto alle nostre domande. "C'è molta preoccupazione - ha dichiarato la dipendente che da vent'anni lavora alla Sandtex - e tutto questo dura da molto tempo. Il problema è che è l'ennesima azienda che va via da Trieste. Sono tutte persone che lavorano da anni e che hanno dato la vita per l'azienda. La maggior parte dei dipendenti hanno più di 40 anni. Tutto è avvenuto molto velocemente". Chiara vive con preoccupazione il futuro. "Ho famiglia, un marito e due figli e la sensazione è quella di essere stati venduti. Chi di noi può andare a Torino? Io non lo so veramente, sembra tutto assurdo". "Per me è difficile dover decidere cosa fare in pochi mesi, senza avere idea della situazione che c'è attorno". "Ci sentiamo traditi" ha concluso Chiara. 

La Modesti ha concluso poi affermando; "Sapevamo che avremmo dovuto parlare di chiusura dei rapporti di lavoro, ma speravamo di poter mantenere le produzioni. I lavoratori alla fine rifiuteranno il trasferimento anche per il fatto che chi è d'accordo di trasferire una famiglia intera a più di 500 chilometri di distanza". "L'imprenditore ha tutelato i suoi interessi economici. La zona industriale negli ultimi 15 anni è diventata una desolazione". 

Il testo del comunicato sindacale 

Nella giornata del 18 Ottobre 2018 in sede di Confindustria di Trieste la società Harpo S.p.a nella persona del Dott. Franco Stock ha comunicato alle RSU presenti in azienda afferenti alla Filctem-CGIL e alla scrivente Segreteria l’ avvio della procedura di cessione di ramo d’azienda da parte della Harpo S.p.a delle attività di distribuzione e produzione riconducibili al marchio Sandtex per il mercato italiano e Rialto per quello estero alla Covema Vernici S.p.a con sede a Druento -Torino che intende acquisire dunque tali rami d’ azienda.

La cessione del ramo è identificato nel sito di via Caduti sul lavoro in zona industriale a Noghere e comprenderà impianti di produzione ,macchinari e attrezzature industriali, materie prime, ecc. non chè il personale del suddetto ramo d’azienda identificabile in 26 lavoratori. L’ esecuzione di tale operazione dovrebbe avvenire entro il 31/12/2018 e prevede lo spostamento in tre fasi entro fine giugno 2019 di 20 lavoratori nella sede di Druento a Torino. La Filctem-CGIL congiuntamente alla sua RSU presente in azienda ha predisposto l’ immediata apertura dello stato di agitazione e nella assemblea dei lavoratori che si svolgerà lunedì deciderà le azioni sindacali da metter in campo.

Rimane il più profondo dissenso per come la società Harpo a predisposto i percorsi e le modalità della suddetta operazione e Vi è la richiesta di recedere da tale operazione valutandone di alternative capaci di mantenere sul territorio un pezzo importante e storico del tessuto manifatturiero locale. La Filctem-CGIL ricorda che il lungo periodo di ammortizzatori sociali utilizzati dalla società fino a poche settimane fa , aveva nella CDS di Solidarietà il fine del mantenimento e la prosecuzione dell’ attività produttiva e commerciale a Trieste e sembra ad onor del vero strano che a pochi giorni dalla fine della solidarietà si sia materializzata una società come la Covema pronta a rilevare il ramo d’ azienda, riteniamo pertanto che tale operazione fosse già stata predisposta precedentemente.

Per tale motivazione i lavoratori e la Filctem-CGIL predisporranno tutti i percorsi sindacali e istituzionali possibili per la preservazione del sito produttivo e dei livelli occupazionali , in quanto tali trasferimenti nella sede di Druento a Torino di fatto sono delle chiusure dei rapporti di lavoro in quanto è difficile pensare che un lavoratore possa trasferire armi e bagagli compresi quelli familiari in una sede così distante dalla nostra città.

La Segreteria della Filctem-CGIL. 

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