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Cronaca

Hashish e cocaina in porto e tra i giovanissimi: quattro arrestati dai Carabinieri

Indagine conclusa dopo un anno: tre in carcere e uno agli arresti domiciliari

Dopo la maxi indagine della Polizia che si è conclusa con l'arresto di nove persone dedite al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e armi, anche i Carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Trieste hanno concluso le indagini cominciate nel mese di gennaio dell’anno scorso quando avevano iniziato un’ampia ed articolata attività investigativa, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Trieste, in merito a un gruppo di criminali che si erano uniti allo scopo di commettere in città l'acquisto, la detenzione ai fini di spaccio e lo spaccio di cocaina ed hashish.  

Sin dai primi passi dell’attività investigativa, si era percepito che Abdelali El Baji fosse il baricentro del gruppo criminale, per cui ne venivano attentamente monitorati gli spostamenti e le frequentazioni, fino al 29 luglio 2016, quando la perquisizione dell'auto sulla quale viaggiava ha permesso di trovare sotto il sedile del passeggero 2 panetti di hashish, del peso di circa due chilogrammi. La successiva perquisizione domiciliare aveva poi consentito il rinvenimento di altri quattordici chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti ed ovuli (“datteri”), oltre ad un grammo e mezzo di cocaina e a materiale per il confezionamento delle dosi. Il marocchino 44enne, residente in Italia da oltre un decennio e incensurato, era stato così arrestato e portato in carcere.

Dopo l’arresto di El Baji, gli investigatori dell’Arma, analizzando tutte le risultanze investigative fino a quel punto emerse, hanno potuto ricostruire e delineare tanto i ruoli di tutti gli indagati, quanto i diversi episodi di acquisto dello stupefacente. Infatti, è risultato che il quantitativo di hashish sequestrato al marocchino era il frutto di due diversi approvvigionamenti della sostanza stupefacente, che arrivava a Trieste dalla provincia di Bergamo ed era fornita da due connazionali dello stesso El Baji, i fratelli Saad e Mustapha El Hadi, i quali gli avevano garantito nel tempo costanti rifornimenti di hashish (di circa 10 chili per volta), che gli affidavano in “conto-vendita”, assicurando anche il trasporto fino a Trieste.

Al sodalizio criminale apparteneva inoltre un quarantenne italiano, Gaetano Minenna, pregiudicato originario di Bitonto, classe ‘73, ma da tempo residente a Trieste, dove faceva l’operaio portuale, risultato essere il braccio destro e coadiutore di El Baji per lo spaccio in città, che gestiva sia avvalendosi di collaboratori, sia sfruttando la propria attività lavorativa, per distribuire direttamente lo stupefacente all’interno dell’area portuale.

Nella mattinata di ieri, 2 febbraio, l’attività si è conclusa, con l’esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Trieste a carico di tutte le 4 persone che sono ritenute responsabili, in concorso fra loro, dello smercio di consistenti quantitativi di hashish, che a Trieste trova largo consenso tra i giovanissimi.

In carcere sono finiti i due fratelli Saad e Mustapha El Hadi, marocchini, rispettivamente di 39 e 53 anni, stanziatisi nel piccolo centro abitato di Pumenengo, in provincia di Bergamo, e Gaetano Minenna, che è stato carcerato nella casa circondariale di Trieste. Invece, per El Baji è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, ai quali era già sottoposto, dopo l’uscita dal carcere di Trieste nel mese di ottobre dello scorso anno.

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