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Cronaca

Taglio dipendenti ICS, il sindacato contro la Regione: "Responsabilità politica"

Secondo l'Unione Sindacale Italiana "siamo sconcertati dalle dichiarazioni rilasciate da due assessori regionali riguardo la crisi occupazionale che sta colpendo l’accoglienza a Trieste, in cui si insinua che la responsabilità degli esuberi sarebbe di chi non partecipa ai bandi"

Il "caso" dei dipendenti dell'Istituto Consorzio di Solidarietà di Trieste continua a far discutere. Dopo che il Governo ha ridotto la soglia giornaliera di risorse economiche da destinare all'accoglienza diffusa, nell'ormai manifesta volontà di portare tutto in direzione dei Centri Per il Rimpatrio, anche nel capoluogo regionale la situazione non sembra essere chiara. 

Lo scontro si sa, è prettamente politico, con da una parte quella Lega sempre più intenzionata a portare avanti le istanze politiche del vicepremier Matteo Salvini e dei componenti del Carroccio vicini all'esecutivo, e dall'altra le realtà che si occupano di accoglienza sul territorio. Il "taglio" dei finanziamenti governativi nasconde però il rischio che decine e decine di lavoratori vedano svanire il proprio posto di lavoro. 

Le parole del sindacato

In questo caso, nel dibattito si inserisce anche l'Unione Sindacale Italiana con una nota inviata alla stampa. Nel comunicato la presa di posizione nei confronti delle parole di alcuni esponenti politici del Friuli Venezia Giulia risultano chiare. "In quanto lavoratori e lavoratrici di ICS iscritti al sindacato USI siamo sconcertati dalle dichiarazioni rilasciate da due assessori regionali riguardo la crisi occupazionale che sta colpendo l’accoglienza a Trieste, in cui si insinua che la responsabilità degli esuberi sarebbe di chi, come ICS,  non partecipa ai bandi".

Gli ultimi bandi per la gestione dell'accoglienza diffusa infatti non hanno visto alcuna partecipazione, rimandando a data da destinarsi la decisione sul fenomeno dell'accoglienza. "La responsabilità è evidentemente politica - continua la nota -, dipende dalle decisioni dell’attuale governo e ministero dell’Interno e, conseguentemente, della Regione".

A rischio più di 80 posti

Per l'USI "sono questi infatti i soggetti istituzionali che intendono tagliare i fondi per l’accoglienza. Contrariamente a ciò che dicono i funzionari pubblici, partecipare ai bandi significherebbe accettare un numero di licenziamenti ben maggiore rispetto a quello annunciato da ICS nei giorni scorsi". A rischio sarebbero poco più di 80 dipendenti ICS. 

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