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Migranti, Ics: “Le riammissioni informali sono illegali: il Governo chiarisca”

Il Consorzio Italiano di Solidarietà interviene sulle dichiarazioni del sottosegretario Prisco: “Accordo di riammissione tra Italia e Slovenia, risalente al 1996, non è mai stato ratificato”

"Le riammissioni “informali” non sono possibili perché illegali. Il Governo chiarisca in Parlamento le gravi dichiarazioni del sottosegretario Prisco". Lo dichiara in una nota l'Ics, riferendosi alle annunciate riammissioni dei cittadini stranieri rintracciati nell’area confinaria tra Italia e Slovenia. Operazioni che l'Ics definisce "gravemente illegittime per molte ragioni giuridiche".

Secondo il Consorzio Italiano di Solidarietà "l’Accordo di riammissione tra Italia e Slovenia, risalente al lontanissimo 1996, non è mai stato ratificato con legge di autorizzazione alla ratifica ai sensi dell’art. 80 della Costituzione italiana, nonostante abbia una chiara natura politica e ricada pertanto tra le ipotesi di cui tale procedura è obbligatoria. Per tale ragione, anche ai sensi dell’art. 46 della Convezione di Vienna sul diritto dei trattati, esso è da considerarsi nullo sul piano giuridico".

Nella nota di Ics si legge inoltre che "nessuna riammissione può essere “informale” in quanto, in uno Stato di diritto, ogni azione di qualsiasi pubblica amministrazione" dovrebbe "consistere in un provvedimento scritto, motivato e notificato all’interessato che deve poter avere il diritto, sancito dalla Costituzione e dalla Convenzione europea dei diritti dell’Uomo, di contestare la decisione".

In terzo luogo, si spiega  nessuno straniero che chiede asilo alla frontiera italiana o nel territorio può essere semplicemente riammesso in Slovenia come se tale domanda non fosse stata fatta, perché le norme impongono alle autorità italiane di registrare sempre la domanda" di asilo e di attivare la procedura, compresa quella – prevista dal Regolamento Dublino III – per individuare il paese competente ad esaminare la domanda di asilo se si hanno fondate ragioni che non sia l’Italia. La riammissione rappresenta pertanto una chiara violazione del diritto dell’Unione Europea in materia di asilo.

Il Governo italiano dovrà quindi chiarire se intende riproporre nuovamente le gravissime illegalità che hanno caratterizzato la condotta delle autorità italiane nel 2020, anno in cui furono effettuate le riammissioni dei richiedenti asilo, poi cessate con ripristino della legalità a partire dal gennaio 2021.

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