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Cronaca

Ics: "Trieste abbandona gli ultimi sulla strada in emergenza freddo"

Forti critiche sulla scelta del Comune di eliminare l'Help Center nella stazione centrale, che in passato indirizzava migranti e senzatetto alle preposte strutture di accoglienza

"Trieste è diventata uno dei luoghi più inospitali del Nord Italia verso le persone in stato di bisogno". Questo il giudizio di Ics sulle politiche sociali del Comune in merito all'emergenza freddo, dopo il botta e risposta delle scorse settimane via social tra il presidente di Ics Gianfranco Schiavone e l'assessore alle politiche sociali Carlo Grilli. Il "caso" è nato la scorsa settimana nel corso di una commissione consiliare, appunto in tema di emergenza freddo.

Il dibattito sull'emergenza freddo

Si era parlato di un bando da 370mila euro per trovare una struttura in grado di ospitare i migranti in attesa dell'esito del tampone ma i consiglieri di opposizione avevano contestato all'assessore Grilli la decisione di eliminare l'Help Center, dove i senzatetto e i migranti venivano indirizzati alle preposte strutture di accoglienza. Grilli aveva replicato che la scelta era stata operata a causa della pandemia, specificando che "i migranti che non vogliono sottoporsi a tampone devono essere presi in carico dalla Prefettura, non dal Comune". Schiavone, intervenendo sul quotidiano locale "Il Piccolo", aveva dichiarato che "Questa amministrazione non ha il coraggio di dire che che vuole lasciare morire la gente in strada". 

Dal canto suo, l'assessore aveva replicato sui social: "Trovo talmente basse queste dichiarazioni che identificano chiaramente chi le pronuncia. Il Comune ha investito più di un milione di euro per i più fragili e ha garantito 160 posti in h 24".

La replica di Ics

Schiavone invia oggi una nuova nota stampa in cui ribadisce le forti accuse: "Ovunque in Italia e in Europa, ma pare non nella abbruttita Trieste, i servizi detti “bassa soglia” forniscono interventi brevi e immediati di primo soccorso che servono a tutelare la vita e la dignità di qualunque persona in attesa che, subito dopo, intervenga un servizio specifico. Un tempo erano il vanto della città ed erano costituiti dal servizio Help Centre alla stazione per il primo aggancio della persona bisognosa, dai centri diurni dove offrire un riparo anche di giorno e ricevere la prima assistenza e le prime informazioni, da un numero adeguato di posti letto in diversi dormitori. In pochi mesi tutto ciò è stato spazzato via, e ora di quel sistema ne rimangono solo le macerie".

"Volutamente falsa e ideologica - continua l'esponente di Ics - risulta in particolare la giustificazione diffusa dal Comune di Trieste che ha evidenziato che non sarebbe sua competenza occuparsi dei richiedenti asilo come scusa per non organizzare un piano di emergenza freddo. È vero: l'accoglienza dei richiedenti asilo è compito diretto dello Stato dal momento in cui la persona fa la domanda di asilo; ben altro è però ricordare che nell'immediatezza dell'arrivo, in qualunque ora e giorno, per quell’uomo, quella donna o quella famiglia che diventeranno poche ore dopo richiedenti asilo e che come tale verranno collocati nel servizio previsto (come sempre accaduto), ci può essere il bisogno di un ricovero immediato, di una visita medica e di un pasto caldo per evitare di essere esposti al rischio di morire assiderati. A questo serve la “bassa soglia”, come chiunque può comprendere".

"Si può fare finta di ignorare tutto ciò oppure come ha fatto l'assessore Grilli – conclude Schiavone - si può attaccare in modo scomposto chi richiama alla realtà, ma questa rimane tale nella sua brutalità. È necessario che Trieste torni a essere una città dove gli ultimi vengono soccorsi e non abbandonati senza discriminazioni di nazionalità, di condizione sociale o giuridica".

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