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Cronaca

Il Partito Liberale "Ritorna" in Regione

Pubblichiamo una nota stampa del Partito Liberale Italiano Pochi giorni orsono, i referenti del PLI e del movimento Libera L’Italia per il Friuli Venezia Giulia, Maurizo Facchettin e Andrea Della Valle, hanno presentato il progetto di strutturare...

Pubblichiamo una nota stampa del Partito Liberale Italiano

Pochi giorni orsono, i referenti del PLI e del movimento Libera L'Italia per il Friuli Venezia Giulia, Maurizo Facchettin e Andrea Della Valle, hanno presentato il progetto di strutturare la sezione regionale delle due formazioni.

I due promotori dell'iniziativa hanno espresso la volontà di creare attraverso la filiazione con il PLI e con il movimento Libera L'Italia uno spazio libero all'interno del quale i cittadini che abbiano voglia di impegnarsi per il proprio territorio e fare buona politica possano trovare possibilità di esprimere tutte le loro potenzialità, svincolati dalle logiche clientelari e spartitorie che attanagliano le attuali più grandi formazioni partitiche e/o pseudo partitiche.

Il loro entusiasmo, trasmesso all'uditorio, nasce principalmente dall'idea di dar vita ad una formazione politica che possa selezionare i propri esponenti in base al merito dimostrato sul campo, merito che si traduce nell'impegno e nel servizio profusi sia all'interno del gruppo sia verso la cittadinanza cui si fa riferimento.

Secondo le parole di Facchettin e Della Valle, il Pli e Libera l'Italia offrono questa opportunità in quanto il primo rappresenta un partito storico che ha contribuito in maniera determinante alla costituzione e alla crescita dello Stato Italiano (le sue radici affondano nella tradizione liberale moderata del Risorgimento, di cui massimo esponente è stato Cavour; suoi leaders sono stati Giolitti, Croce, De Nicola, Einaudi e tanti altri) ma che oggi, non rientrando tra i grandi gruppi politici, può sfruttare questa apparente "emarginazione" per rappresentare uno spazio utile per costruire qualcosa di nuovo con radici profonde e "blasonate" (nel senso più positivo del termine); il secondo è esso stesso un movimento nuovo nato dalla volontà di giovani intraprendenti e stufi dei vecchi schemi.

In merito alle scelte di indirizzo politico, mentre Libera L'Italia pone l'accento maggiormente sui temi delle libertà civili, è evidente che l'attenzione del PLI si concentri sui temi della ripresa economica, impostati sui concetti cari al liberalismo quali l'arretramento dello Stato - il quale è chiamato a garantire parità di accesso ai servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione ed una effettiva uguaglianza dei diritti - e una maggior snellezza per agevolare la libera impresa. Della Valle ha poi sottolineato la forte spinta europeista del PLI che da sempre aderisce all'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'Europa (in inglese: Alliance of Liberals and Democrats for Europe - ALDE; in francese:Alliance des Démocrates et des Libéraux pour l'Europe - ADLE) che è un gruppo politico del Parlamento europeo e rappresenta il terzo gruppo per numero di iscritti. Il PLI, quindi, fa proprio il decalogo dell'ALDE, intitolato " Programma per l'Europa":

1. Promuovere la pace, attraverso un'Unione nella tradizione federalista. 2. Fare dell'UE un attore globale, superando il divario tra la sua dimensione economica e politica. 3. Aprire e democratizzare l'Unione europea. 4. Garantire i diritti fondamentali di tutti i cittadini europei. 5. Promuovere l'istruzione a tutti i livelli. 6. Rafforzare la governance economica dopo l'introduzione dell'euro. 7. Eliminare le frodi e l'eccessiva burocrazia. 8. Fare dell'Europa il leader mondiale in materia di protezione ambientale. 9. Far sì che la globalizzazione funzioni per tutti. 10.

Garantire appieno il riconoscimento e la valorizzazione del ruolo delle regioni europee. Sulla base di queste premesse l'augurio di Maurizio Facchettin e Andrea Della Valle, che per primi hanno abbracciato questa impresa - non facile nel contesto odierno - è quello di poter continuare a lavorare con un gruppo sempre più numeroso e desideroso di portare avanti nuovi programmi e nuove proposte, inaugurando così un modus operandi profondamente meritocratico.

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