rotate-mobile
Cronaca

Il Programma Elettorale di un'Altra Regione con Candidato Presidente Franco Bandelli

Riceviamo da Un'altra Regione e pubblichiamo:LAVORO E IMPRESA AL CENTRO DEL RILANCIO ECONOMICOPotremmo citare numerose statistiche per fotografare la situazione dell'economia regionale: numero di imprese chiuse, disoccupazione, cassa integrazione...

Riceviamo da Un'altra Regione e pubblichiamo:

LAVORO E IMPRESA AL CENTRO DEL RILANCIO ECONOMICO

Potremmo citare numerose statistiche per fotografare la situazione dell'economia regionale: numero di imprese chiuse, disoccupazione, cassa integrazione, liste di mobilità e tutti quei dati che darebbero la dimensione di un'emergenza che questa regione sta vivendo sulla sua pelle. Tuttavia c'é un dato che riteniamo più significativo di altri e dal quale occorre partire per definire un piano di azione: le insolvenze dell'intero comparto regionale ammontano a 10 milioni di euro.
La carenza di liquidità é prima di tutto la conseguenza della restrizione di credito del sistema bancario e fra le prime cause della chiusura di imprese.
Negli ultimi due anni e mezzo si é proseguito sulla strada della gestione emergenziale, concentrando l'azione esclusivamente sugli ammortizzatori sociali
Non esistono ricette per il rilancio dell'occupazione se non si parte dalla restituzione alle nostre imprese di solidità finanziaria, subordinata alla creazione di occupazione e radicamento sul territorio. SOCCORSO FINANZIARIO ALLE IMPRESE REGIONALI
Sarà la Regione che trasformerà Friulia in unità di soccorso alle imprese regionali. Non potranno più esserci in regione aziende che abbassano le saracinesche per una mancanza temporanea di liquidità.

RILANCIO DELL'EDILIZIA
Più del 40% del patrimonio immobiliare regionale risale a prima del 1961. il Friuli Venezia Giulia attiverà canali utilizzabili fin da subito per riattivare il mercato delle ristrutturazioni per dare una prima boccata di ossigeno alle imprese regionali e al circuito occupazionale. Verranno tolti i lacci normativi che attualmente vincolano i privati nel ricorso al credito bancario per poter usufruire di contributi regionali attivando così un circuito virtuoso che valorizzi il patrimonio immobiliare, aumenti la crescita e l'occupazione.

UN LAVORO PER I GIOVANI
Restituzione parziale o totale dell'Irap pagata nei tre anni precedenti, alle aziende che assumeranno almeno un giovane under 35 a tempo indeterminato.

START UP PER NUOVE IMPRESE
Finanziamento della Legge 5/2012 per il fondo di rotazione per il sostegno alla nascita di nuove imprese attualmente regolamentato ma privo di risorse finanziarie necessario per farlo partire.

DAL CENTRALISMO REGIONALE ALLA SUSSIDIARIETA'

Il modello di "Governo Tondo" ha accentuato un nuovo centralismo: quello regionale. Distante dalla gente la regione ha tradito le aspettative del territorio ed ignorato le identità locali che non sono un capriccio campanilistico, ma la necessaria affermazione degli interessi comunitari.
Il modello a cui dovrà uniformarsi la Regione sarà, al contrario, ispirato ad un ritorno verso il basso dei processi decisionali e ad una distribuzione delle risorse economiche capace di rispondere alle esigenze delle comunità locali.
La mancata riforma degli Enti Locali impone fra i primi atti una revisione della governance del territorio. Un processo di riforma dovrà essere attuato razionalizzando i costi della politica senza incidere sulla qualità dei servizi ai cittadini
Un vero federalismo fiscale che trattenga risorse e non imponga vessazioni centraliste.

CREAZIONE DI TRIESTE CITTA' METROPOLITANA
L'organizzazione del territorio di Trieste non risponde più ad esigenze compatibili con gli attuali assetti geopolitici della Regione, che richiedono maggior efficienza nella gestione e nel governo locale.
Considerando quindi il notevole consenso popolare volto alla creazione di un soggetto politico capace di attrarre investimenti e creare opportunità di crescita, dovrà essere realizzata "Trieste Città Metropolitana", dando esecuzione ad un dettato normativo regionale rimasto inapplicato.

GOVERNO SOVRACOMUNALE DI OMOGENEITA' TERRITORIALI
Il superamento delle Province deve essere occasione per avviare un percorso di riforma complessivo degli assetti di Governo del territorio. La Regione dovrà individuare delle aree omogenee che verranno rette amministrativamente da Enti di Governo sovracomunale eletti direttamente dai cittadini. Agli stessi saranno riconosciute oltre alle competenze di cui oggi sono titolari le Province, ulteriori funzioni devolute dalle Regioni e assorbite dalla soppressione amministrativa dei Comuni.
Il percorso amministrativo così delineato preserverà comunque l'identità storica dei comuni coinvolti.

AZZERAMENTO SOCIETA' REGIONALI
Dal riassetto della governance deriverà la soppressione di tutti quegli enti, organismi e società create dalla mano pubblica per gestire funzioni che confluiranno nella titolarità degli Enti sovracomunali.
Troppi doppioni e sovrapposizioni. Inutili e costosi consigli d'amministrazione verranno soppressi per consentire una più equa e funzionale distribuzione sul territorio delle risorse economiche.

AUTONOMIA FISCALE
L'incapacità di gestire correttamente la finanza regionale in chiave autonomista, ha finito per legare i destini del bilancio regionale alle politiche finanziarie nazionali. Serve a poco la spending review se non vi si pone contestualmente una decisa azione finalizzata alla creazione di un sistema fiscale regionale autonomo da quello centrale.
Se in passato i costi sociali sono stati coperti dalla semplice compartecipazione ai tributi dello Stato, d'ora innanzi grazie anche allo scellerato patto Tondo - Tremonti, occorrerà elaborare altri provvedimenti. Oltre ai tagli alla spesa - reali e non demagogici - bisognerà ri-orientare le politiche distributive non più in una logica di consenso immediato, ma indirizzata a misure che favoriscano uno sviluppo ed una crescita duraturi nel tempo.
Nell'anno 2011 un provvedimento legislativo su quattro é stato bocciato a testimonianza non solo di una discutibile qualità dell'attività normativa ma anche di una scarsa capacità negoziale con il Governo centrale.

REVISIONE DEL PATTO TONDO-TREMONTI
Il primo atto politico sarà la cancellazione e la revisione degli accordi stipulati nel 2010 per l'attuazione del cosiddetto federalismo fiscale. I costi imputati alle finanze regionali, progressivamente crescenti al calare dell'incidenza della restituzione degli arretrati sui tributi Inps, non possono essere sostenibili alla luce delle mutate condizioni macroeconomiche.

RISCOSSIONE DEI TRIBUTI AGLI ENTI LOCALI
Fra i primi atti amministrativi vi sarà la sottrazione ad Equitalia dei tributi regionali e la loro devoluzione agli Enti Locali che rimarranno titolari di quanto recuperato.

AUTONOMIA FINANZIARIA
Rafforzamento degli strumenti di imposizione fiscale previsti dallo Statuto regionale, che progressivamente allontanino questa regione dalle imposizioni fiscali di Roma e introducano un sistema fiscale più equo ed autonomo, che ci renda liberi dai "giochi" contabili del Governo centrale.

USCIRE DALLA PARALISI REGIONALE
Il fallimento gestionale volto alla realizzazione della terza corsia dell' A4 é l'emblema dell'assenza di qualsiasi visione strategica delle politiche infrastrutturali e dei trasporti regionali.
Non é pensabile considerare la regione un "terreno di transito", per tir e convogli che portano i loro carichi altrove. Occorre recuperare la consapevolezza del ruolo baricentrico della regione, centro dell'Europa e non margine dell'Italia.
Non é tempo di grandi opere ma di "opere grandi" che facciano parte di un disegno realistico e che consentano di riattivare cantieri altrimenti sospesi a causa delle difficoltà di finanziamento da parte delle banche.

REVISIONE DEL PROGETTO DI AMPLIAMENTO DELL' A 4
La terza corsia dell'A4 pur rimanendo una priorità per il rilancio delle politiche infrastrutturali regionali dovrà essere rivista, sia in termini di costi necessari per la sua realizzazione che di finalità.
La stessa infatti dovrà tenere conto sia del mutato contesto economico, che non consente la sostenibilità degli oneri prospettati in misura così elevata dal piano di realizzazione del Commissario (numeri e cifre). Sia di un più generale piano del trasporto regionale, che consideri i settori trascurati: in primo luogo la logistica ed il trasporto su rotaia, la manutenzione ordinaria delle vie di collegamento stradale che, in particolare nelle aree montane, é soggetta a notevoli processi di usura, legati alle condizioni climatiche del territorio.

RILANCIO DELLA LOGISTICA
I ritardi del sistema logistico nazionale si traducono in un "disavanzo di competitività" di 12 miliardi sul fatturato industriale. Mentre gli indirizzi di politica comunitaria in materia di logistica e portualità sono indirizzati all'integrazione delle strutture interportuali con le reti ferroviarie esistenti ed il relativo potenziamento, il Friuli Venezia Giulia ha abbandonato al suo destino strutture, come l'interporto di Cervignano per il quale sono state spesi soldi pubblici rinunciando ad una seria politica di rilancio del suo principale scalo portuale.
Oltre a recuperare e valorizzare le strutture esistenti, occorre creare una compagnia ferroviaria regionale al fine di agevolare la necessaria integrazione fra il trasporto su strada e quello ferroviario/marittimo.

COMPAGNIA FERROVIARIA REGIONALE
Sono 1200 le corse dei treni soppresse nel solo 2012. Decine i milioni spesi dalla Regione per ottenere convogli per i collegamenti necessari a lavoratori e studenti per raggiungere ogni giorno le loro destinazioni. Una contraddizione incettabile che impone lo svincolo da contratti non rispettati per qualità e puntualità dei servizi offerti. E' per questa ragione che il Friuli Venezia Giulia dovrà dotarsi - sull'esempio della Lombardia con FNM - di una sua compagnia ferroviaria capace di garantire efficienza in termini di costi digestione e qualità dei servizi offerti ai cittadini.
In questi ultimi mesi si va facendo sempre più chiaro che il progetto della TAV/TAC, così come pensato molti anni fa, non è più realizzabile.
L'idea di costruire una grande infrastruttura ferroviaria che taglia trasversalmente il Nord Italia si è infranta sulla valutazione dei modesti flussi di traffico, merci e passeggeri, e sugli esiti dell'analisi costi benefici finalmente realizzata nel 2012 dopo anni di richieste.
Non dobbiamo sottrarci all'esigenza di progettare l'intervento nella sua articolazione completa, ma chiaramente dobbiamo pretendere che venga realizzato per fasi successive. I progettisti hanno capito questa cosa, e nell'ultima stesura del progetto preliminare hanno individuato sei fasi per portare a compimento l'opera. Purtroppo non hanno specificato alcune cose indispensabili:
1) le singole fasi non devono solo essere individuate, ma progettate in modo da essere realizzabili in modo indipendente;
2) ogni fase deve essere costruita solo quando quella precedentemente realizzata ha esaurito il suo effetto, ed i traffici sono quindi cresciuti fino a saturare le linee esistenti;
3) deve essere definitivamente accantonata l'idea dell'Alta Velocità, materialmente irrealizzabile nella nostra regione se non per pochi chilometri.
La priorità è quindi chiara: ammodernare la linea esistente, rimuovendo i "colli di bottiglia" presenti ed aumentando velocemente ed a costi decisamente ridotti l'offerta di trasporto ferroviario della nostra regione. Il livello di saturazione delle linee sia per le merci che per i passeggeri è sempre stato modesto, e quindi è chiaro che una nuova linea in questo momento non serve a nulla se non a spendere inutilmente un'enorme quantità di danaro pubblico.
La nostra proposta prevede quindi la realizzazione in tempi rapidissimi delle opere ritenute indispensabili per aumentare considerevolmente l'offerta ferroviaria, spendendo 400/500 milioni di euro invece dei 7,5 miliardi del progetto presentato da RFI, ma soprattutto vogliamo fare un massiccio investimento nella logistica e definire finalmente il Piano dei Trasporti Regionale, per far sì che la scelta del trasporto ferroviario diventi un'opzione competitiva rispetto a quello su gomma.


AUTORITA' PORTUALE UNICA
La frammentazione degli scali portuali é uno dei principali limiti allo sviluppo della portualità regionale. Occorre pertanto dare allo scalo di Trieste una centralità tale da consentire la creazione di sinergie con i porti di Venezia e di Capodistria e conquistare così quote di mercato attualmente sottratte all'economia regionale.


RILANCIO DELLE AUTOSTRADE DEL MARE
I ritardi comunitari in materia non devono impedire alla Regione di diventare soggetto istituzionale attivo al rilancio dell'autostrada del mare dell'Europa del Sud Est, attraverso lo sfruttamento della sua naturale posizione geo-economica crocevia degli assi di collegamento Est-Ovest.


TURISMO
La Regione Friuli Venezia Giulia ha le potenzialità per rivestire un ruolo di primaria importanza nel panorama turistico internazionale, valorizzando e promuovendo il suo territorio anche sui mercati emergenti con iniziative innovative. E' indispensabile far conoscere le città storiche, le città d'arte, le località turistiche del mare e della montagna, esaltando l'enogastronomia ed attuando una strategia integrata di marketing turistico finalizzata non solo al recupero delle presenze turistiche perse negli ultimi anni ma attraendone di nuove.

Occorre attuare politiche di destagionalizzazione con eventi internazionali di carattere turistico e sportivo per favorire ed accrescere l'interesse sulla nostra Regione, creando una rete di interconnessione tra i territori in maniera tale che un ambito faccia da traino anche agli altri, snellendo e decentralizzando il carrozzone della "Turismo FVG".

In merito ai dragaggi in ambito lagunare, dopo le ultime novità con il passaggio delle competenze dal Ministero per l'Ambiente alla Regione, risulta necessario l'avvio immediato di azioni operative finalizzate e non far perdere la stagione agli operatori turistici, ai porti e alle darsene, evitando ulteriori partenze di utenti

REGIONE AD AUTONOMIA SOCIALE

L'incapacità di gestire correttamente la finanza regionale in chiave autonomista, ha finito per legare i destini del bilancio regionale alle politiche finanziarie nazionali. Serve a poco la spending review se contestualmente non si pone una decisa azione amministrativa finalizzata alla creazione di un sistema fiscale regionale autonomo da quello centrale.
Se in passato i costi sociali sono stati coperti dalla semplice compartecipazione ai tributi dello Stato, negli anni a venire, grazie anche allo scellerato patto Tondo - Tremonti, occorrerà trovare altri provvedimenti.
Questa non può che essere la naturale premessa finanziaria ad una programmazione sociale. Nello specifico va tutelato un tessuto sociale colpito in questi anni dalle ricadute economiche dovute ad una profonda crisi finanziaria e alle ingerenti manovre di politica fiscale adottate dal Governo nazionale.
Ripensare allo stato sociale del Friuli Venezia Giulia significa anzitutto prendere atto della diffusa perdita di benessere e sicurezza economica. Le soluzioni non possono essere trovate in forme di neo-assistenzialismo pubblico o in sussidi caritatevoli che nulla hanno a che vedere con una visione di welfare attivo della società.
Occorre dotarsi di strumenti capaci di ricreare condizioni di equità e solidarietà, che impediscano la disgregazione del tessuto sociale e comunitario della nostra Regione.
Al centro la persona e la famiglia che devono essere messi nelle condizioni di poter rappresentare il motore primo dello sviluppo e della crescita.


RIFORMA DELLO STATO SOCIALE REGIONALE
Oltre all'integrazione del reddito, dovranno essere accentuate forme di garanzia finanziaria pubblica, attraverso accordi fra i soggetti finanziari regionali e l'associazione delle banche, per facilitare e migliorare l'accesso al credito delle famiglie in difficoltà.


FAMIGLIA A COSTO ZERO
La regione deve sostenere con idonei provvedimenti incentivanti e sgravi fiscali, le famiglie. In particolare va tutelata la genitorialità predisponendo strumenti economici aggiuntivi rispetto a quelli previsti dalla normativa nazionale in materia di conciliazione lavoro-famiglia.


FONDO SALVA CITTADINI
L'attuale congiuntura economica, la crisi economica e del lavoro, le inique politiche fiscali che continuano a colpire indiscriminatamente le fasce più deboli della popolazione rimaste ormai prive di reali tutele impongono, per evitare l'acuirsi di un'emergenza sociale già in atto, l'adozione di un fondo che costituisca una fonte di reddito per chi é rimasto privo di occupazione.
Non uno strumento assistenziale come nel passato, ma un mezzo di tutela. Requisito aver lavorato e versato contributi previdenziali.

INTERVENTI SOCIO - SANITARI PER UNA REGIONE SPECIALMENTE "ABILE"

L'intervento a livello regionale è volto ad una concreta interazione ed integrazione tra ambito sociale e sanitario.
Il primo intervento è l'abbattimento delle barriere informative e burocratiche con la concreta conoscenza dei diritti "socio-sanitari" che non devono essere prerogativa di pochi.
Anziani, diversamente abili, invalidi devono poter conoscere i loro diritti anche in assenza di "ulteriori aiuti" perchè le diversità sono una ricchezza sociale e non devono essere una condanna.
La creazione del S.I.N. (Sistema Informativo integrato) consentirà di dare risposte concrete all'utenza rispetto alla conoscenza dei propri "diritti socio - sanitari". Il S.I.N. prevederà la realizzazione di uffici a livello provinciale ove potersi rivolgere.
Per tutti gli utenti sarà anche disponibile il numero verde creato "ad hoc". Il S.I.N. si occuperà di formulare le necessarie richieste da inoltrare poi agli uffici competenti ai fini dell'ottenimento di diritti e benefici.
Dovranno anche essere semplificate le procedure di accesso al F.A.P. (fondo per l'autonomia possibile).
E' necessario abbattere le barriere economiche sulla disabilità attraverso la creazione di contributi regionali per l'acquisto di software e personal computer per diversamente abili e DSA (disturbi specifici di apprendimento - L. 170/10) incentivando anche i fondi da destinare alle associazioni del terzo settore operanti in campo assistenziale. Inoltre è essenziale aumentare le risorse da destinare al F.A.P.
L'abbattimento delle barriere sociali verrà realizzato con il rafforzamento sia dei servizi di assistenza domiciliare che l'investimento nella fisioterapia preziosa risorsa per non perdere capacità residue.
Le barriere fisiche saranno eliminate con la creazione di contributi per "chi sceglie di investire" sull'abbattimento delle barriere architettoniche per i disabili motori e sensoriali.
A coordinare queste politiche un assessorato regionale alla disabilità: non una poltrona in più, ma una voce per chi finora non ha avuto voce.

RILANCIO DELL'AGRICOLTURA
E DELLA NOSTRA MONTAGNA


AGRICOLTURA
Si prevede che la richiesta di prodotti agricoli crescerà nei prossimi 40 anni del 70%. La strategicità dell'economia agricola é quindi evidente anche per la nostra Regione.
La recente riforma delle Politiche agricole comunitarie, che di fatto conferma la restrizione dei fondi in agricoltura, rischia di applicare ancora una volta norme restrittive non adatte al nostro contesto agricolo.
Da parte delle Istituzioni dovrà quindi esservi una permanente attività di monitoraggio al fine di intervenire con autonomi provvedimenti correttivi.
In particolare occorre riconoscere e valorizzare il ruolo degli agricoltori attivi, privilegiandoli nelle procedure contributive dirette al settore. Occorrerà salvaguardare la tipicità delle attività agricole rispetto al dirottamento, di questo settore, verso altre attività che rischiano di snaturare e impoverire il tessuto agricolo regionale.
Sostenere inoltre il ricambio generazionale nella gestione delle aziende agricole del territorio attraverso contributi a fondo perduto.


GIOVANI IN AGRICOLTURA
Destinare i giovani under 35 attraverso l'indizione di appositi concorsi alle aziende agricole attualmente gestite da Enti pubblici.


SOSTEGNO ALLA ZOOTECNIA
La zootecnia regionale rappresenta il 50% della produzione agricola del nostro territorio. Il panorama degli interventi dovrà prevedere misure specifiche alla crescita delle aziende zootecniche del territorio. In particolare sostenendo la domanda interna regionale e coadiuvando i produttori nell'apertura di mercati extra regionali.


CREAZIONE DI UN CIRCUITO REGIONALE A CHILOMETRO ZERO
Mettere in rete attraverso un apposito riconoscimento regionale le diverse realtà agricole regionali attive nel settore della produzione e della vendita a "chilometro zero" sostenendo inoltre convenzioni con Enti locali.


AMBIENTE E SOSTENIBILITA'
Tutelare l'Ambiente ponendo l' Uomo al centro del "sistema" ambiente al fine di coniugare tutela e sviluppo per far si che la difesa dell' ambiente sia occasione di crescita culturale, economica e sociale, garantendo rispetto dei principi della sostenibilità e della compatibilità, contenendo lo spreco di risorse e impedendo prelievi non necessari assicurando il coordinamento degli interventi di pianificazione territoriale per salvaguardare paesaggio, contesto architettonico dei luoghi e ambiti naturali, e impedendo ogni abuso o elusione.
Disegnare il piano energetico regionale in base all' effettivo fabbisogno energetico del territorio nel rispetto dei principi di sussidiarietà, privilegiando il ricorso alle energie rinnovabili ove convenienti ed applicabili. Rifiutando ogni imposizione calata sul territorio in dispregio del volere dei cittadini.

Salvaguardare le risorse idriche con una nuova politica di gestione, creando un acquedotto regionale affidato ad un unico ente coordinato dalla Regione eliminando le aziende multi-servizio ed incentivando il recupero di acque in conformità con i più avanzati codici di sostenibilità.
Riscoprire gli antichi mestieri a rischio estinzione offrendo l' opportunità di inserirsi professionalmente, assicurando strumenti, competenze tecniche e pratiche necessarie per avvio di micro-imprese artigiane e favorendo lo sviluppo delle produzioni di nicchia dirette ad un mercato selezionato.


ECONOMIA DELLA MONTAGNA
La marginalizzazione a cui é andato incontro il territorio montano del Friuli Venezia Giulia negli ultimi, ha avuto conseguenze drammatiche sia sul tessuto produttivo che economico.
L'attacco generalizzato alle Comunità montane, l'assenza di un progetto alternativo di governo del territorio ha contribuito alla perdita di coscienza circa delle necessità e delle urgenze di intere comunità che rischiano sempre più un isolamento non solo infrastrutturale ma anche sociale. La Regione dovrà garantire, intervenendo sugli enti gestori se non direttamente interessata, a salvaguardare la fruibilità e la sicurezza dei collegamenti stradali montani, attraverso una migliore e continua opera di manutenzione. La peculiarità del territorio montano, le difficoltà oggettive di collegamento, le condizioni climatiche impongono l'adozione di misure che tengano conto di un contesto socio-economico portatore di particolari interessi a cui vanno riconosciute particolari tutele.

UNA UNIVERSITA' MERITOCATICA E PER TUTTI

Università significa valorizzare le competenze e le eccellenze. La collaborazione tra gli attori istituzionali, il rispetto delle autonomie, la definizione di una programmazione condivisa e pluriennale delle risorse regionali da destinare al sistema universitario e la creazione di un meccanismo premiale per favorire l'innescarsi di circoli virtuosi.


DIRITTO ALLO STUDIO UNIVERSITARIO
La volontà di assicurare la completa attuazione del diritto allo studio agli studenti capaci e meritevoli ma privi di mezzi ha acquisito maggiore valore in un contesto di aggravata crisi economica mondiale.


COORDINAMENTO REGIONALE DEGLI ENTI DI RICERCA
Occorre proseguire il percorso finalizzato a delineare azioni rivolte alla valorizzazione della ricerca e del potenziale scientifico, economico e di conoscenza presente nella regione Friuli Venezia Giulia a fini economici, industriali e sociali.
Azioni che mirino al rafforzamento del ruolo e della visibilità nazionale ed internazionale dei centri presenti nel Friuli Venezia Giulia e la promozione della divulgazione tecnico-scientifica e della diffusione della ricerca.


SOSTEGNO ALLA RICERCA
In merito al finanziamento dell'offerta di ricerca regionale occorre sostenere progetti, interventi e iniziative scientifico-culturali di interesse per il settore della ricerca a favore di università, e altri soggetti pubblico privati aventi finalità scientifico-culturali o di ricerca.


CULTURA STRUMENTO PER LA CRESCITA
E PER LO SVILUPPO

La politica di tagli indiscriminata imposta dalle ultime leggi finanziarie regionali al settore, ha dimostrato da un lato la scarsa capacità programmatoria dell'Amministrazione, dall'altro la debolezza di un sistema caratterizzato da un'endemica quanto limitante frammentazione.
Non basta proclamare l'aumento delle risorse, ma occorre avere un'idea chiara sugli obiettivi che si intendono raggiungere. Contestualmente é necessaria una politica amministrativa che azzeri gli sprechi a cui una distribuzione spesso clientelare ha condotto.


CULTURA AL TERRITORIO
Le risorse regionali attualmente distribuite nei molteplici rivoli di norme, dovranno essere ricalibrate, da un lato concentrandole nelle realtà istituzionali e museali della Regione dall'altro delegandone direttamente ai Comuni la gestione. Soltanto i Comuni infatti potranno consentire una gestione delle risorse capace di dare rappresentatività alle numerose realtà associative del territorio sottraendo alla Regione un ruolo di cui può fare a meno.


CULTURA COME IDENTITA'
Uno dei principali errori commessi dalla politica é stato quello di ridurre il finanziamento alla cultura come momento di distribuzione clientelare, lontano da una programmazione capace di dare coerenza ad interventi che non rispondono ad alcuna logica che non sia quella della gestione del consenso politico-elettorale.
Per questo la prossima amministrazione regionale dovrà ripartire dalla definizione di indirizzi che riportino l'identità al centro della cultura come elemento di coerenza.


CULTURA COME VOLANO DI CRESCITA ECONOMICA
Soltanto obiettivi chiari e una distribuzione razionale delle risorse potrà consentire alla cultura di essere voce di crescita anche in termini economici e non solo un capitolo di spesa, che sempre più sarà sottoposto a rigidità di finanza pubblica che finiranno per penalizzarne anche le esperienze più virtuose.
Questa «visione integrata» è già presente nel nuovo programma comunitario «Europa creativa», un progetto-quadro 2014-2020 che prevede lo stanziamento di 1,8 miliardi di euro per la cultura, l'audiovisivo, le industrie culturali e creative.
L'Amministrazione regionale dovrà quindi essere capace non più di essere l'erogatore di risorse a fondo perduto, ma il soggetto capace di fornire gli strumenti per cogliere le opportunità economiche che saranno offerte dal contesto comunitario.

FVG: UNA PALESTRA A CIELO APERTO

Ci sono scelte che possono tracciare l'azione politica di una buona amministrazione. Tra queste c'é sicuramente l'attenzione allo sport, che oggi più che mai diventa strumento per promuovere un migliore stile di vita. La prossima legislatura regionale dovrà segnare una nuova stagione per lo sport in Friuli Venezia Giulia, capace di fare diventare la nostra regione una palestra a cielo aperto.
Un territorio fatto per essere vissuto da chi ama lo sport, per chi vuole praticarlo da professionista o da semplice amante di una vita sana e a contatto con la natura.


SPORT NATURALMENTE
Integrare sport e ambiente, potenziando parchi, piste ciclabili e altre strutture sportive all'aperto per incentivare l'attività sportiva di tutti.


IL FORUM REGIONALE DELLO SPORT
Orientare risorse e programmi attraverso il forum dello sport, che metta assieme l'associazionismo sportivo regionale e le istituzioni territoriali per definire indirizzi e strategie per la programmazione regionale in materia.


EDUCARE ALLO SPORT
Sviluppare e incentivare le attività sportive nella scuola, rendendo lo sport parte integrante del programma curriculare nelle nostre scuole. Valorizzandone la centralità in chiave educativa ed aggregativa.


NON DI SOLO CALCIO
Valorizzare, promuovere e tutelare tutti gli sport, ampliando le politiche infrastrutturali a favore di quegli sport che oggi ne sono esclusi e che spesso penalizzano i settori meno blasonati.


ANCHE LO SPORT HA BISOGNO DELL'EUROPA
Facilitare l'accesso al credito e ai Fondi Strutturali, anche alla luce della nuova programmazione Europea 2014-2020 che mette al centro lo sport in diverse linee di intervento

DIFENDERE IL DIRITTO DI CURA

Anche la sanità suo malgrado é stata resa oggetto di quella campagna di annunci senza risultati che ha caratterizzato l'Amministrazione regionale negli ultimi cinque anni.
Nonostante rappresenti da sempre nella nostra regione, uno dei pilastri su cui si regge la qualità dei servizi pubblici offerti ai cittadini, si é pensato, a torto, di poter procedere, in nome di presunti risparmi, tracciando un piano di riorganizzazione non concertato né condiviso dai principali soggetti del comparto.
La sua mancata riforma non dovrà impedire nei prossimi cinque anni di avviare una riflessione seria e partecipata sul futuro di un settore, consentendo di mantenere gli elevati standard che fino ad oggi lo hanno caratterizzato.


METTERE IN SICUREZZA LA SANITA' REGIONALE
Uno dei principali compiti della prossima Amministrazione sarà quella di mettere al riparo, dalle politiche di cosiddetta spending review nazionale, un comparto che deve continuare a garantire eccellenza della prestazione nei tempi e nella qualità della sua erogazione.
Tutto l'impianto di finanza regionale dovrà essere rivolto a salvaguardare le risorse necessarie per permettere la tenuta di un sistema che é oggi tra i migliori in Italia.


RAFFORZARE LA SANITA' TERRITORIALE
L'eventuale ridimensionamento delle strutture ospedaliere - che non potrà in alcun modo alterare l'esistente nei quattro capoluoghi di Provincia e nelle aree montane - dovrà essere compensato dal rafforzamento sul territorio di presidi volti a garantire un'adeguata rete di servizi finalizzati alla prevenzione.


IL DIRITTO A RICEVERE CURE DOMICILIARI
Dovranno essere rafforzati i servizi di cura e assistenza domiciliare, non soltanto nell'ottica di tutela dei soggetti più deboli - anziani e persone colpite da malattie invalidanti su piano dell'autonomia motoria - ma di ampliamento della rete dei servizi offerti che portino a domicilio tutte le prestazioni che non necessitino, per essere eseguite di strutture ambulatoriali.


DIFENDERE LA SPECIALITA' DEI CENTRI DI RICERCA
Troppo spesso negli ultimi anni, i processi di riforma e razionalizzazione hanno messo a repentaglio la sopravvivenza degli Istituti di Ricerca Sanitaria - Burlo Garofolo di Trieste e Cro di Aviano.
Da un lato con il pericolo mai sventato dalla Giunta Tondo, di togliere al centro di ricerca triestino la qualifica di IRCCS depotenziandone la sua stessa ragione d'esistere; dall'altro con le recenti politiche di riduzione tariffaria imposta dal Governo Monti, di mandare in rosso il bilancio del Cro di Aviano, minacciandone la sua stessa esistenza.
Per questo occorrerà nell'ambito di una complessiva revisione del Patto Stato-Regione sottrarre i nostri Istituti di Ricerca a qualsiasi misura che ne metta in discussione l'esistenza.


In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Programma Elettorale di un'Altra Regione con Candidato Presidente Franco Bandelli

TriestePrima è in caricamento