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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Impianti sportivi, Torrenti: «Fvg ai vertici in Italia con oltre 2.000 strutture»

Il censimento, redatto da un pool di neolaureati di architettura e ingegneria, ha considerato per ora quattro Regioni italiane: assieme al Friuli Venezia Giulia, la Toscana, il Molise e la Calabria

«Il censimento sugli impianti sportivi del Friuli Venezia Giulia, realizzato dal Coni che ha scelto la nostra tra quattro regioni pilota del progetto di monitoraggio di livello nazionale, rappresenta uno strumento essenziale per la programmazione degli interventi di manutenzione e adeguamento sul territorio, utile per poter pianificare un'attività sinergica tra l'Amministrazione regionale, gli enti locali e il credito sportivo». 

Lo ha affermato l'assessore regionale allo Sport, Gianni Torrenti, intervenendo alla presentazione, a Udine, dei risultati del Progetto pilota 2015 realizzato dal Coni con il contributo del Consiglio dei ministri e il sostegno della Regione.

Si tratta della fotografia della realtà impiantistica italiana, che vede, come ha rilevato con soddisfazione Torrenti, il Friuli Venezia Giulia tra le realtà leader per quanto attiene la disponibilità di impianti e la fruibilità per la popolazione.

Il censimento, redatto da un pool di neolaureati di architettura e ingegneria, ha considerato per ora quattro Regioni italiane: assieme al Friuli Venezia Giulia, la Toscana, il Molise e la Calabria. Entro il prossimo anno sarà completato sull'intero territorio nazionale.

Ha comunque già individuato 11.508 impianti sportivi in Italia, presenti nei 1040 Comuni italiani. In Friuli Venezia Giulia se ne contano 2.092, ovvero 1,70 ogni mille abitanti.

Il progetto consente di aggiornare i dati precedentemente a disposizione, che risalivano al 1989, basati su un censimento realizzato sempre dal Coni assieme all'Istat e all'Ics.

E mira a introdurre una metodologia e una classificazione uniche degli impianti esistenti; alla creazione di una banca dati on line; e, per la prima volta, come ha evidenziato la responsabile del progetto, Valentina Galvani, prospetta il monitoraggio dell'offerta fitness, consente la rilevazione tramite tablet, e ha permesso la creazione di un'apposita applicazione per tablet che propone una mappa sul 'dove fare sport':

(https://dovefaresport.coni.it/ ).

Per la redazione del censimento, il Coni ha attivato una sinergia con tutti gli enti istituzionali. 

Il lavoro svolto, contempla altresì la georeferenziazione degli impianti, considerandone la raggiungibilità, il bacino di utenza, la pressione demografica sugli stessi.

Lo stesso accade per gli spazi di attività: che se in Italia sono 20.030, nel Friuli Venezia Giulia sono 4.100, pari a 3,34 per mille abitanti.

Per quanto attiene l'età delle strutture censite, rispetto alla situazione complessiva nazionale esse sono recenti, in quanto realizzate per buona parte tra la metà degli anni '70 e il 1990.

Per il 70 per cento sono di proprietà pubblica, le restanti private. Per gran parte all'aperto, prevalgono quelle riservate a una sola disciplina sportiva. 

In particolare, nell'ordine, alla pallacanestro, alla pallavolo, all'attività ginnico-motoria (sono soprattutto quelli delle scuole) ed al calcio.

Degli impianti dedicati alla pallacanestro, il 53 per cento sono al chiuso, di questi soltanto il 32 per cento sono omologati.

La presentazione ha permesso a Torrenti i primi positivi riscontri dai rappresentanti del mondo sportivo. 

A dimostrazione, ha detto, "della concretezza del censimento e del progetto avviato alla Regione in sinergia con il Coni e con il supporto del Consiglio dei ministri che non dovrà rimanere episodico".

"Questo censimento - ha aggiunto Torrenti - rappresenta infatti un punto di partenza per il monitoraggio costante dell'impiantistica nel Friuli Venezia Giulia".

Dal proficuo lavoro svolto dai ricercatori sotto il coordinamento del Coni, ha proseguito Torrenti, "emergono infatti elementi importanti che dovranno consentire di introdurre anche nel nostro sistema degli enti locali un salto di qualità di carattere culturale inerente l'approccio con l'esistenza, la manutenzione, la programmazione di adeguamento ed espansione degli impianti sportivi".

"Anche la presenza - ha concluso - di una gran parte di impianti destinati a un'unica disciplina sportiva, fa considerare che nell'ottica della riforma del sistema delle autonomie locali possa essere avviata una corretta programmazione della distribuzione e del concentramento delle strutture, laddove sono necessarie e possono essere gestite adeguatamente"

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