Inaugurata la mostra su Almerigo Grilz, giornalista caduto in guerra
Nel giorno del suo compleanno (11 aprile 1953), è stata inaugurata oggi pomeriggio, alla Sala “Veruda” di Palazzo Costanzi (in piazza Piccola 2, dietro il Municipio di piazza dell'Unità), organizzata dall'associazione “Spazio InAttuale” con il contributo del Comune di Trieste, la mostra “I mondi di Almerigo”, in omaggio e ricordo della figura umana e professionale di Almerigo Grilz, già esponente di spicco della destra politica giovanile triestina e nazionale, poi per anni, con l’Albatross Press Agency da lui fondata assieme a Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, giornalista e corrispondente di guerra, caduto in Mozambico il 19 maggio 1987, 30 anni fa, mentre effettuava delle riprese filmate nel corso di un combattimento tra soldati regolari e miliziani anti-governativi del Renamo.
Alla presenza di un folto gruppo di amici ed estimatori di Almerigo, tra i quali numerosi consiglieri e assessori comunali attuali ed “ex” (Grilz era stato anche consigliere comunale nei banchi dell'allora MSI-DN), l'inaugurazione è stata brevemente introdotta dalla presidente di “Spazio InAttuale” Chiara Morassut, cui è seguito, a nome dell'amministrazione comunale, un saluto del vicesindaco Pierpaolo Roberti. A chi invece, per motivi anagrafici e per condivisione di scelte ideali, ebbe l'opportunità di questa conoscenza più diretta e personale, ecco il compito di una presentazione più ampia e a tratti intensa e commossa come quella svolta subito dopo dall'assessore comunale all'educazione Angela Brandi: «Oggi Almerigo Grilz compirebbe 64 anni. Raccontare Almerigo, per chi lo ha conosciuto, significa ripercorrere una stagione irripetibile, che lui ha vissuto, interpretato, caratterizzato e riempito con intensità e passione, quella che ha contraddistinto le scelte e le azioni di molti giovani di allora, da qualunque parte fossero posizionati, in quegli anni '70 e '80 difficili e duri, nel tempo in cui il comune denominatore era l'impegno civile e la passione ideale».
«Chi invece non l'ha conosciuto – ha proseguito - potrà sapere oggi, anche grazie a questa mostra, che la sua breve vita (solo 34 anni) ha avuto, oltre a quella grande per la politica, anche altre passioni: il disegno, che praticava con stile personalissimo e originale creando strisce, illustrazioni, fumetti, vere storie anche a puntate; e poi i viaggi (mitici quelli in Nord Europa compiuti da ragazzo, ma era stato dappertutto) e soprattutto il giornalismo, che fece diventare la sua professione, fino a decidere, causa le lunghe lontananze da Trieste, di rinunciare alla politica attiva, dando le dimissioni dal Consiglio comunale dove era stato eletto nel 1982».
«Almerigo scriveva e filmava i suoi servizi documentando le tante guerre dimenticate dalle zone più calde del mondo, sempre in prima linea, per le testate e le emittenti televisive più prestigiose, apprezzato più all'estero che in Italia. Libano, Afghanistan, Etiopia, Iran, Iraq, Angola, Cambogia, Filippine, Birmania e, infine, Mozambico dove, all'alba del 19 maggio 1987, è caduto colpito alla nuca da una pallottola mentre filmava con la sua inseparabile cinepresa un conflitto a fuoco tra guerriglieri e soldati governativi. Grilz è stato il primo italiano a morire sul fronte del giornalismo!»
«Per volere della madre – spiega ancora la Brandi - Almerigo è ancora sepolto lì, all'ombra di una quercia secolare in terra di Mozambico. La sua città ha voluto ricordarlo prima intitolandogli una via e ora, a trent'anni dalla morte, grazie al bellissimo lavoro di Pietro Comelli e Andrea Vezzà, con un libro e con questa mostra». A questo punto la stessa Brandi ha dato la parola all'Assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, il quale, con toni sinceri e memori di un'epoca unica e per molti aspetti straordinaria, ha 'confermato': «Con Almerigo militavamo su fronti opposti, ma entrambi con una simile passione. Probabilmente per questo il rispetto c'è sempre stato».
E' toccato infine al giornalista Pietro Comelli e al giovane storico e scrittore Andrea Vezzà, curatori della mostra “I mondi di Almerigo” e coautori dell'omonimo nuovo volume (corredato di oltre un centinaio di immagini, in distribuzione in tutte le librerie di Trieste), tracciare le 'grandi linee' della figura e della vicenda di Almerigo Grilz e del 'racconto' che libro e mostra ne fanno: «La mostra – ha spiegato Vezzà - propone una sessantina di pannelli, a colori e in bianco e nero, realizzati con fotografie, quadri, disegni, fumetti e scritti ricavati da una documentazione archivistica ricca e ben conservata dallo stesso protagonista, che non ha fatto in tempo a vivere l’era del digitale. Prima ancora della fase 'politica', Grilz era affascinato dal mondo del giornalismo fin da ragazzino, come dimostrano i suoi primi “reportage” negli anni Sessanta, da lui raccolti – appena tredicenne ! - nelle piazze di Trieste durante i violenti moti operai a difesa del Cantiere San Marco».
«Poi la lunga stagione, dura e controversa ma anche affascinante, della militanza a destra negli anni settanta, fino ai banchi, come ricordato, del Consiglio comunale di Trieste. Ma anche le dimissioni e l'abbandono della politica proprio per poter svolgere a tempo pieno la professione di giornalista, essendo stato – conclude Vezzà – molto probabilmente un giornalista fin dall'inizio, fin da quei primi reportage da quasi bambino». La mostra “I mondi di Almerigo” resterà aperta fino a giovedì 11 maggio, tutti i giorni, festivi inclusi, con orario 10-13 e 17-20, con foto e immagini di tutti i periodi della sua vita e della Trieste degli anni '70 e '80, e, naturalmente, con gli scatti dei reportages di guerra, articoli e documenti filmati, pubblicati o trasmessi dai principali quotidiani, periodici ed emittenti televisive, italiani e internazionali.