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Cronaca

Indignarsi e' bene, Impegnarsi e' meglio

Indignarsi è bene, informarsi è meglio. Le proteste dei giovani di tutto il mondo per rivendicare i propri diritti contro il sistema finanziario, apparentemente risultano più che lecite, ma a guardarle con più attenzione si mostrano confuse e...

Indignarsi è bene, informarsi è meglio.
Le proteste dei giovani di tutto il mondo per rivendicare i propri diritti contro il sistema finanziario, apparentemente risultano più che lecite, ma a guardarle con più attenzione si mostrano confuse e lacunose.
Così, per farmi un po' di chiarezza, ho deciso di presentarmi all'incontro che i ragazzi indignati di Trieste hanno organizzato ieri pomeriggio in Piazza Oberdan per porre loro alcune domande. Eppure i ragazzi, sempre spavaldi e capaci di urlare a gran voce le loro ragioni con tanto di megafono in mano, sembrano intimorirsi davanti al mio registratore e alle mie domande, che faccio prendendo spunto da un pezzo inserito nella loro pagina di Facebook.
A prestarsi alla fine alla mia intervista, come rappresentante degli indignati di Trieste, è Luca, uno che però l'età media dei ragazzi presenti alle manifestazioni sembra averla già superata da un po'.
Partendo dal perché della scelta di protestare contro il sistema bancario italiano ed europeo, Luca sembra molto deciso a sostenere che sia il mondo della finanza a comandare in particolare, riferendosi alla lettera che il governo italiano ha ricevuto dalla Bce a fine agosto, Luca dice che "la sovranità, la democrazia, non è più dei dibattiti parlamentari, ma appartiene alla tecnica della finanza, tecnica comandata dalle grosse banche private che hanno grosse partecipazioni sia in Banca d'Italia che nelle altre banche centrali".
Ma in realtà il debito pubblico italiano è stato creato, a partire dagli anni ottanta, proprio da governi e da parlamenti democraticamente eletti, quindi come si può invocare la democrazia quando si devono pagare i debiti dopo che si è fatto finta di nulla quando per anni lo stesso sistema democratico li ha contratti?
Allora, informiamoci meglio: il debito pubblico italiano risulta essere pari al 120% del Pil, mentre quello tedesco, sempre in rapporto al Pil, risulta essere poco più della metà; per questo i presunti "speculatori" se la prendono con l'Italia, la Grecia e la Spagna (paese in cui è nato il movimento degli Indignatos) e non con paesi come la Germania, dove i cittadini hanno eletto democraticamente governi che, a differenza dei nostri, hanno dato prova di buona amministrazione, garantendo non solo minor debito ma anche servizi pubblici migliori dei nostri.
Non è vero che la Bce chiede di privatizzare tutto.
La lettera del 5 agosto invita il governo italiano a migliorare l'efficienza anche attraverso "l'uso sistematico di indicatori di performance degli organismi pubblici (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione)".
Perché in Italia i processi civili e penali durano di più che in altri Paesi?
Perché la spesa per medicinali e attrezzature sanitarie è molto più alta?
Detto questo, l'indignazione dei giovani è del tutto comprensibile, anzi c'è da chiedersi perché, in paesi come l'Italia e la Spagna, dove circa un terzo dei ragazzi non studia ne riesce a trovare un lavoro, non si siano ribellati prima.
Forse non tutti i giovani indignati sanno che il loro movimento prende il nome da un libro scritto dal filosofo francese Stéphan Hessel (che per altro di anni ne ha 93) intitolato "Indignatevi!", ma lo stesso scrittore realizza poi la continuazione del suo libro pubblicandone un altro dal titolo "Impegnatevi!".
Quindi ragazzi, di fronte alle cifre della disoccupazione giovanile e ai problemi nati dalla crisi economica mondiale, l'indignazione è giusta e comprensibile, ma ricordatevi anche per non ripetere gli errori (e i debiti) del passato, di affiancarci la serietà e l'impegno.

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