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Cronaca

Insulti omofobi di Sgarbi a Trieste, Zotti: «Vergognoso clima di ilarità tra i presenti»

Intervento del docente del liceo Carducci Davide Zotti

Nota - Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TriestePrima

"Arrivano i culattoni, oltre a prenderlo nel culo secondo quello che piace a loro - e gli piace il matrimonio perché è un'inculata - hanno eliminato l'obbligo della fedeltà", così Vittorio Sgarbi a Trieste ieri, 11 giugno 2016.

Dopo il "like" messo qualche giorno fa dal candidato Tuiach a una vignetta sui campi di sterminio, ieri le grasse risate del candidato sindaco Dipiazza, attualmente consigliere regionale, e del candidato vicesindaco Roberti agli insulti omofobici di Sgarbi. Insulti gravi, pronunciati in un luogo pubblico contro una categoria di persone, gli omosessuali. Ma altrettanto grave è il clima di ilarità che generano tra i presenti e che trovano legittimità nelle risate di chi si appresta a ricoprire cariche istituzionali, in nome di tutti i cittadini, anche quelli che vengono descritti con l'insulto di "culattoni".

La violenza verbale non solo calpesta la dignità delle persone ma, quando avallata dal discorso politico e accolta da risate e strette di mano, diventa comportamento accettato e condiviso. Da anni mi occupo di prevenzione e contrasto all'omofobia a scuola: le parole e le risate di ieri rappresentano un peggioramento del clima sociale di intolleranza e odio contro le persone omosessuali, da sempre esposte all'insulto, all'offesa e alla derisione. Anche quest'anno nelle scuole di Trieste, come in tante altre scuole della regione, abbiamo lavorato con i giovani per promuovere una cultura del rispetto della dignità di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali. Questi insulti e le risate che li hanno legittimati mandano irresponsabilmente il messaggio, soprattutto ai giovani, che non solo le persone omosessuali possono essere impunemente insultate ma che si può ridere e divertirsi alle loro spalle.

Purtroppo c'è ancora chi pensa di fare campagna elettorale denigrando una minoranza sessuale, e purtroppo nessuna legge ancora glielo vieta esplicitamente. Ricordiamoci però che saldare una comunità sulla denigrazione e derisione dell'altro non può che creare un clima di intolleranza e odio, impedendo alle giovani generazioni di vivere il cambiamento culturale, fondato sul rispetto di tutte e tutti, di cui ha tanto bisogno la nostra città e il nostro Paese.

Davide Zotti 

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