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Venerdì, 1 Dicembre 2023
La sfida futura

Dopo 20 anni Its cambia marcia, il grande progetto dell'Arcademy sarà pronto a settembre 2022

La realtà nata dalla mente di Barbara Franchin si prepara ad un cambiamento epocale che farà nascere un archivio, un museo, la biblioteca, ma anche uno spazio dove ammirare le collezioni e sfogare la creatività. Il tutto al quarto piano del palazzo della Fondazione CrTrieste. "Qui tradurremo l’educazione alla bellezza in modelli inclusivi, accessibili, umani e sostenibili”. Il reportage  

Millequattrocentometriquadrati di creatività che si scrivono come un’unica parola in virtù di un impegno collettivo che potrebbe innescare mutazioni economiche e benessere sociale per tutta la città. Barbara Franchin, fondatrice di ITS, ha da poco ricevuto il San Giusto d’oro e la porta del suo quartier generale si è aperta a TriestePrima, nel desiderio di raccontare a Nicolò Giraldi un altro capitolo della sua importante storia. All’acronimo che in questi vent’anni ha collezionato decine di migliaia di portfolio – lanciando alcuni tra le menti più brillanti nel firmamento della moda – dall’autunno del 2022 si aggiungerà la prima lettera dell’alfabeto. L’Arcademy, infatti, è neologismo ma è soprattutto intuizione. “Sarà università, archivio e museo – racconta la Franchin – dove i turisti ma anche i triestini si potranno sentire nuovamente capitani coraggiosi, dove quel bambino che abbiamo perduto chissà dove avrà la possibilità di risorgere. Sarà luogo dove tradurremo l’educazione alla bellezza in modelli inclusivi, accessibili, umani e sostenibili”.      

Numeri da capogiro, la direzione futura

Al quarto piano di via Cassa di Risparmio troveranno ospitalità sezioni dove manifestare la propria creatività, osservare il presente e studiare il passato, in una lunga lista di registri espressivi tra i più diversi. Lì dentro vivranno “quattordicimila e duecentocinquantanove progetti, 1500 oggetti e migliaia di fotografie che in questi vent’anni abbiamo raccolto e custodito”. Ci sarà un percorso che unirà tecniche di videomapping ai maniacali topi da biblioteca (in abbigliamento elegante e nerd, piuttosto che in camicia a quadri, chi lo sa), ma anche un cambiamento di identità pressoché perpetuo proiettato da uno schermo di 42 metri quadrati. “Olivier Saillard, ex direttore del Museo della moda di Parigi quando ha visto lo spazio è rimasto entusiasta” racconta la Franchin.   

Più human che digital

In un museo dove "il prezzo del biglietto sarà popolare, la gente dovrà poterselo permettere", a guidare i visitatori saranno uomini e donne in carne ed ossa. Nonostante il digitale sia stato un "necessario compagno di viaggio" durante la pandemia, tutto ciò che ITS ha realizzato in questi anni “è stato possibile grazie alle persone. Crediamo ancora negli abbracci, quando tocchi uno smartphone senti solo freddo”. Non ci sarà spazio per l’anagrafica, né tantomeno per l’esclusività di registri altamente borghesi. Dentro l’Arcademy - che il 10 novembre scorso ha ospitato un evento privato tra istituzioni e la stessa Fondazione CrTrieste, proprietaria dello spazio – il viaggio di lavoro sarà rappresentazione, immagine e somiglianza di “una collezione che non verrà mai venduta. Ci sono pezzi che valgono decine di migliaia di euro l’uno e che fanno parte di una realtà associativa che si trasformerà in fondazione (naturale trasformazione, quando si diventa grandi). È arte che cresce nel tempo” ovvero mondo parallelo capace di coinvolgere grandi nomi e firme non ancora famose. Il costo totale dell’operazione, al momento, resta nascosto. “Devo ringraziare la presidente della Fondazione Tiziana Benussi che ha creduto fortemente nel progetto”.  

La famiglia di ITS, il dinamismo creativo di cui abbiamo bisogno

Sul fronte delle risorse necessarie per inaugurare il cantiere è stato fatto un business plan. “Che domande” puntualizza la Franchin che, nel silenzio interrotto solo dal ticchettio della penna del giornalista – e per questo non si sa come, miracolosamente sopravvissuto –controlla rapida le parole e scorre lentamente la linea del tempo, fissata sulla parete a due passi dal posto di comando. “È rimasta com’era nell’era prima del Covid” racconta. Non tutto ha un motivo, talvolta ci sono scelte che si fanno e basta. Lì, sul calendario, lampeggia il libro del ventennale. “Prossimo anno, ci stiamo lavorando”. Il lavoro dello staff è,  tanto nelle carezze destinate alle soddisfazioni quanto nelle agitazioni professionali, istantanea dal carattere affettivo. “Sono loro la mia famiglia” dice. ITS, a suo modo, è come se fosse un’enclave dove l’espressività viene raggiunta attraverso il pragmatismo, l’ambizione ed un dinamismo artistico che, a differenza di Trieste, sembra godere di ottima salute.  

Le scommesse vinte e quelle ancora da lanciare

Ma il gioco è quello delle scommesse lanciate (e vinte) e quelle ancora da lanciare. “Riprendere il mano il turismo è essenziale per questa città e pensiamo che l’Arcademy possa dare un grande contributo al settore” dice la Franchin che non si sbilancia sul numero di visitatori che lo spazio potrebbe attrarre negli anni. La numero uno di ITS impone a tutti un volo radente, consapevole che spalancare le ali è operazione molto diversa dal decollo. “Alla fine, saranno tre anni di lavoro per questo progetto, avendo iniziato nell’autunno del 2019. Tutti i materiali che vengono utilizzati per il restauro degli spazi al quarto piano del palazzo della Fondazione provengono da industrie ed attività della nostra regione”. È anche una relazione che ama la prossimità quella che sostiene il soffitto di aspettative diventate, nel tempo, internazionali. La si acquista quando si impara a guardare le città dall’alto, o quando Marina Abrahmovi? regala la sua ammirazione per il tuo lavoro. Infine, nella nuova vita di ITS (che nel 2022 tornerà ad essere in presenza) nasceranno nuove creazioni, corsi per studenti, una zona dove lasciarsi andare alle pulsioni artistiche, ma anche tavoli, librerie, faldoni e molto altro.  

Quei matti che camminano sui cordoli chiacchiati

Quando lo scrittore bosniaco Ivo Andri? per un periodo della sua vita visse e lavorò a Trieste lo fece nello stesso palazzo dove ITS è nato. Nel suo capolavoro di sempre, Il ponte sulla Drina, aveva raccontato la storia del matto di Višegrad, un uomo buono che per scommessa venne convinto a percorrere il cordolo, ghiacciato, del famoso ponte. Nel romanzo nessuno si fa male e la vicenda è a lieto fine, passando quasi in secondo piano rispetto allo scorrere della grande memoria della città balcanica. Eppure, tra chi trova piacere nel giudicare e chi teme per la dignità altrui, ciò che a volte definiamo come incosciente è solo quella nostra particolare (e malcelata) ammissione di incapacità. Vocabolo che ad ITS, evidentemente e forse proprio grazie a terapeutiche follie, non hanno mai conosciuto, né conosceranno. 

International Talent Support è: Barbara Franchin, Sergio Drioli, Michele de Facchinetti, Fabio Bressan, Alessia Turco, Sofia Kovaleva, Flavia Cocuccioni, Virginia Dordei, Michele Colucci, Edoardo Franchin Colombetta, Giorgia Potop, Rafael Kouto, Matea Burmas, Lidia Dyal, Irina Ranalli, Costanza Grassi, Giovanni Papalexis, Alessandro Cargnelli, Alessandro Offer, Marco Boncompagno, Giulio Dambrosi, Lucia Pasqualin, Martino Pilot, Stefano Michelani, Francesco Sponza, Fabrizio Bressan

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