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Cronaca

La Chiesa, il nuovo Nemico per Trieste Libera: «Vietata la Bandiera a un Funerale»

La denuncia arriva dal Movimento stesso, indignato per il divieto del parroco «Quanto accaduto l’altra settimana al funerale di una nostra anziana fervente sostenitrice merita un commento - spiega il Movimento Trieste Libera in un comunicato -...

La denuncia arriva dal Movimento stesso, indignato per il divieto del parroco

«Quanto accaduto l'altra settimana al funerale di una nostra anziana fervente sostenitrice merita un commento - spiega il Movimento Trieste Libera in un comunicato -. Perché dimostra il clima sempre più intollerante nei confronti dei cittadini di Trieste che si identificano nel Territorio Libero» (nella foto il presidente Giurastante con la bandiera).

«La bandiera del nuovo Stato indipendente era l'alabarda di Trieste in campo rosso. Una bandiera che oggi viene sventolata con orgoglio dai tanti triestini che si riconoscono nel libero Stato di Trieste. Questa bandiera dà fastidio alle autorità italiane che cercano di limitarne al massimo l'uso anche nelle occasioni ufficiali da parte delle stesse amministrazioni locali - continua il comunicato -. Esporre questa bandiera agli occhi degli occupanti significa contestare l'italianità di Trieste e riportare alla luce le scomode verità nascoste dal feroce nazionalismo di Stato».

Si sa, tra l'Italia, tra amministrazioni e istituzioni, e il Movimento Trieste Libera non c'è simpatia, ma un nuovo "nemico" si aggiunge ora alla lista del Mtl: la chiesa cattolica. L'episodio scatenante riguarda proprio una bandiera che i militanti avrebbero voluto coprisse la bara di una loro sostenitrice, Anita Ugrin. «Avevamo già dovuto commentare negativamente l'assenza della Chiesa cattolica alle cerimonie del 3 novembre 2013 a ricordo dei caduti austroungarici nella prima guerra mondiale - prosegue il comunicato stampa del Mtl -. Anche in quel caso la decisione politica di una religione che si identifica con il potere dello Stato occupante e che ne segue i dettami aveva destato profonda impressione. Alla cerimonia aveva preso parte invece l'Imam di Capodistria a testimoniare che misericordia e compassione sono attributi fondamentali di Dio, e quindi virtù principali per l'uomo. Ora alla messa funebre della nostra cara Anita il divieto, da parte della Chiesa, di coprirne il feretro con questa "scomoda" bandiera conferma, di questi tempi, quanto sia acuta la crisi dei valori assoluti. A partire da quel principio di compassione precetto fondamentale ai figli di Noè. Ciao Nonna Anita, hai lasciato le meschinità di questo mondo. E lassù hai trovato certamente il Dio dei Giusti».

La chiesa in questione è quella di Servola, del parroco don Dusan Jakomin, emanatore di questo divieto.

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