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Cronaca

A casa 32 dipendenti della Giuliana Bunkeraggi

"La procedura di licenziamento è stata avviata" così i sindacati che si riuniranno con il liquidatore nei primi giorni dell'anno. Un altro pezzo del tessuto lavorativo triestino che se ne va. Chi può salvare la storica azienda? Il possibile coinvolgimento del porto di Trieste

La Giuliana Bunkeraggi ha avviato la procedura di licenziamento per 32 dipendenti. Lo hanno comunicato le Segreterie territoriali della FILT-CGIL e della FIT-CISL che lo hanno appreso attraverso la formale comunicazione prevista dalle norme vigenti. “Nell’esprimere la forte preoccupazione per quanto sta accadendo – scrivono Renato Kneipp per la FILT-CGIL e Alessandro Mazzucca per la FIT-CISL - abbiamo immediatamente richiesto di essere convocati dal liquidatore della società, con l’intento di valutare possibili azioni atte a individuare soluzioni alternative ai licenziamenti”.

L’azienda

L’attuale forza lavoro della Giuliana Bunkeraggi è composta da 32 lavoratrici e lavoratori, dei quali 26 con il Contratto dei Marittimi (4 con rapporto di lavoro che terminerà entro il prossimo 14 gennaio) e 7 con quello delle Agenzie Marittime, di cui 6 sono donne. “Questo significa – prosegue la nota - che un’altra storica azienda triestina, sta chiudendo con il reale rischio di lasciare in strada queste persone, anche perché, queste due tipologie di lavoro, difficilmente possono utilizzare, nel caso di cessazione dell’attività aziendale agli ammortizzatori sociali”. 

Il porto salva la Giuliana Bunkeraggi?

I sindacati vogliono vederci chiaro e vogliono uscire con qualcosa in mano dopo l’incontro con il liquidatore che, probabilmente, si terrà nei primi giorni dell’anno. Il coinvolgimento delle società armatoriali, l’associazione delle Agenzie Marittime e soprattutto con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, potrebbero giungere in soccorso della Giuliana Bunkeraggi. “Non venga disperso questo patrimonio di esperienze professionali, rappresentato da queste lavoratrici e questi lavoratori, ricercando una possibile quanto più immediata ricollocazione” concludono i sindacati.

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