Una bottiglia vicino al cadavere di Liliana, nei laboratori della Scientifica i test sul liquido
Gli esami - che comprendono anche i due teli neri - verranno svolti nella giornata di giovedì 3 febbraio presso il Gabinetto della Polizia Scientifica di Padova
Vicino al corpo di Liliana Resinovich è stata trovata anche una bottiglia con del liquido al suo interno. E' questa la novità emersa già nella giornata di ieri 28 gennaio, dopo la notifica - in quanto persona offesa - al marito Sebastiano Visintin delle analisi sui reperti in programma giovedì 3 febbraio a Padova. Oltre ai sacchi neri, quelli in cui era stata trovata la sessantatreenne ben 22 giorni dopo la sua scomparsa (avvenuta lo scorso 14 dicembre ndr), gli inquirenti vogliono vederci chiaro e puntano ad ottenere risposte importanti dai risultati dei test.
A breve - non si conosce ancora con certezza la data - dovrebbero essere disponibili gli esiti dell'esame tossicologico. Incrociando tali elementi con le evidenze rispetto alle impronte papillari latenti sia sui teli neri che sulla bottiglia, il cerchio inizierebbe a stringersi. Per questo la prossima settimana o quella succesiva potrebbero rappresentare una prima svolta nel giallo di via Verrocchio. Il fascicolo d'indagine al momento parla di sequestro di persona (titolare il pubblico ministero Maddalena Chergia) e non ci sono iscritti nel registro degli indagati.
Liliana sarebbe uscita senza telefoni cellulari, solo con una borsetta ma si sarebbe portata dietro questa bottiglia. Un ulteriore dato che getta nuovi interrogativi sulla vicenda. Le indagini, condotte dalla Squadra Mobile della questura di Trieste e coordinate dalla Procura della Repubblica giuliana, vanno avanti. Nel frattempo la frattura famigliare tra i parenti di Lilly e il marito di Sebastiano sembra essere sempre più profonda.