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Liliana non si trova, indagini a tappeto. Il marito: "Non sapevo chi frequentasse"

Parla Sebastiano Visintin in merito alla moglie scomparsa da due settimane. In mattinata ascoltato in questura anche l'amico Fulvio Covalero. La Squadra Mobile sul posto nel tardo pomeriggio. Il marito: "Quella mattina avevo un impegno privato"

Continuano le indagini nel giallo di via Verrocchio. Liliana Resinovich risulta scomparsa da due settimane e non c'è traccia di lei. Nella mattinata del 28 dicembre gli investigatori della questura giuliana hanno ascoltato Fulvio Covalero, l'amico che non si dà pace e che ha cercato la donna anche nei boschi vicini all'ex cava Faccanoni, sul sentiero che conduce alla sella di monte Spaccato. In serata, invece, gli agenti in borghese invece si sono presentati a casa di Sebastiano Visintin, il marito. Qualche minuto all'interno della casa, qualche domanda e niente di più. Sulle indagini e sul fascicolo aperto dalla Procura è calata una fitta coltre di silenzio. 

Sul fronte degli elementi investigativi le telecamere passate al setaccio non hanno evidenziato alcun passaggio a piedi da parte di Liliana, nel tratto tra via Verrocchio e l'intersezione di via Damiano Chiesa con strada di Guardiella. La mattina del 14 dicembre, più precisamente alle 10, Liliana avrebbe dovuto raggiungere un'abitazione del rione di Santa Maria Maddalena Inferiore, dove da qualche tempo il martedì avrebbe svolto alcune faccende domestiche a casa di una vecchia conoscenza di quando praticava l'atletica. Sebastiano, a TriestePrima, dice di ignorare questi impegni. Quella mattina Liliana parla al telefono alle 8:22 e dice di essere leggermente in ritardo. "Devo passare al negozio della Wind in via Battisti e arrivo" questo il senso del dialogo telefonico. Da quel momento in poi di Liliana si perdono completamente le tracce. 

Sebastiano deduce che sia uscita per gettare via l'umido (a pochi passi dall'abitazione dei coniugi) "con le chiavi di casa". Ma i due cellulari (acquisiti dalla Mobile appena nove giorni dopo la scomparsa, il 23 dicembre, assieme ad un estratto conto della moglie, rinvenuto in un cassetto dell'abitazione) restano in via Verrocchio, come pure gil occhiali e il portafogli. Alle 9:30 il fratello di Liliana, Sergio, scrive un messaggio al quale nessuno risponderà. Il cellullare di Liliana non è più nelle sue mani. La donna, come ricostruito in questo pezzo pubblicato ieri, è sparita in quei 58 minuti. Quando l'autore dell'articolo va a trovare Sebastiano, dopo un po' l'ex fotoreporter guarda fisso nel vuoto, chiude gli occhi e ripensa a quel 14 dicembre. Mostra il mondo della coppia, quello in cui "eravamo felici. Non trovo alcuna spiegazione, non me lo spiego".

Un mondo fatto di macchine fotografiche, cappelli vintage, ingrandimenti delle fotografie scattate nelle vacanze all'estero, come pure quelle pietre. "Qui eravamo in Grecia" spiega il fotografo. Poi apre l'armadio, mostra la borsetta di Liliana. La mattina della scomparsa Sebastiano esce per un giro in bici "per testare una GoPro nuova". Poi, nella chiacchierata con l'autore dell'articolo, spunta un altro impegno "privato", forse precedente alla bicicletta. [continua] 

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