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Giovedì, 25 Aprile 2024
Un anno senza Lilly / Cologna - San Giovanni / Via Verrocchio

"Un anno senza Lilly", lo speciale con interviste inedite e foto esclusive

Il 14 dicembre segna un anno dalla data della scomparsa della sessantatreenne, ritrovata cadavere oltre 20 giorni dopo, nel boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste. Al caso di cronaca dell'anno TriestePrima dedica uno speciale frutto di interviste inedite, fotografie esclusive e un'analisi sul circo mediatico

TRIESTE - E' il 5 gennaio e all'interno del boschetto dell'ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste viene ritrovato il cadavere di una donna. E' Liliana Resinovich, la sessantatreenne scomparsa dall'abitazione che condivideva con il marito Sebastiano Visintin, oltre 20 giorni prima. Il suo ritrovamento diventa da subito un caso. La donna, ex dipedente della Regione Friuli Venezia Giulia in pensione, è girata su un fianco, e sia le gambe che la parte superiore del corpo è avvolta in due sacchi neri, di quelli che normalmente si usano per la spazzatura. Il capo è anch'esso avvolto all'interno di due sacchetti della Conad. Al collo, non stretto, c'è un cordino. La Procura, nei giorni immediatamente successivi alla sua scomparsa, apre una fascicolo per sequestro di persona. Ad oggi, a distanza di un anno da quel maledetto 14 dicembre, nessuna persona risulta iscritta nel registro degli indagati. 

L'inizio del racconto

Tra l'autopsia effettuata dai dottori Costantinides e Cavalli, la lunga indagine portata avanti dagli investigatori della Squadra mobile e il circo mediatico prodotto dal momento in cui il giallo di via Verrocchio mette piede in televisione, ci sono moltissimi elementi che ancora oggi non tornano. TriestePrima è stata il primo organo di informazione ad intervistare Sebastiano Visintin, il marito di Liliana. E' successo con una settimana di ritardo rispetto alla notizia della scomparsa. Un mistero, anche questo, visto che fare un giornale online significa soprattutto - non sempre - monitorare ciò che accade in quell'universo. E quel post del 16 dicembre, pubblicato da Marina Pianella (ex infermiera e amica di Sebastiano), sfugge ai radar di chiunque. Nonostante le oltre 600 condivisioni, la notizia della scomparsa di Lilly non raggiunge gli organi di informazione. 

In questa storia tutti hanno più vite

Ma in questa storia ci sono soprattutto le vite degli altri. Quella di Lilliana, semmai, viene raccontata proprio da chi dice di averle voluto bene, da chi era in contatto con lei, da chi magari l'aveva frequentata in passato. Sono tante le persone che dicono di sapere, di conoscere la vita della sessantatreenne triestina. Eppure, in tutta questa vicenda, ciò che sappiamo proviene sempre e solo da terze persone. Il ritratto - o se vogliamo dirla in termini anche investigativi, quel profilo personologico di Lilliana - è parziale. Conosciamo ciò che ci raccontano gli altri: il marito, Claudio, i vicini di casa, Fulvio e pochi altri. Ma questo è anche il momento in cui a Trieste approdano le indagini parallele degli youtuber, scatenando l'irritazione degli inquirenti guidati dal procuratore Antonio De Nicolo e dando vita ad un "circo mediatico" mal sopportato dagli addetti ai lavori. Poi ci sono i profili facebook, numerosi, a volte finti, creati chissà quanto tempo fa e per chissà quale motivo. Tutti, in questa storia, sembrano avere più vite, tutti sembrano avere da nascondere qualcosa.  

Le lacrime e la disperazione

C'è infine la disperazione della famiglia, di chi come il fratello Sergio, era legato da un rapporto molto intimo e di complicità. Sergio non sa più a chi rivolgersi, ha chiesto incontri e colloqui praticamente a tutti. "Cossa go fatto per meritarme questo, a chi devo scriverghe, al papa?" ci ha detto nell'intervista che pubblichiamo domani. Si, perché domani ricorre un anno dalla scomparsa di Liliana. E TriestePrima pubblica uno speciale interamente dedicato al caso di Liliana Resinovich, con alcuni elementi esclusivi ed altri mai pubblicati fino ad oggi. Una donna di 63 anni, svanita nel nulla un tranquillo giorno di dicembre e ritrovata cadavere dentro a due sacchi neri, oltre venti giorni dopo. Un caso che ha scosso Trieste e l'Italia intera. Forse, ad oggi, il caso di cronaca del 2022. 

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