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Il giallo di via Verrocchio

Claudio Sterpin e quella lettera sulla morte di Lilly, gli investigatori chiedono chiarimenti

Un retroscena emerso già nella serata di ieri 1 febbraio. Nella giornata di oggi l'ottantaduenne è stato sentito in questura a causa di una missiva consegnata il giorno del funerale della sessantatreenne ad un'amica. Gli ultimi particolari del caso, tra pescherie, immagini di borsette e i numerosi profili facebook

È una storia ingarbugliata e densa di esposizione mediatica, dove saltuariamente emergono retroscena e dettagli capaci di far strabuzzare gli occhi agli stessi investigatori. La vicenda riguarda il giallo sulla morte di Liliana Resinovich e quelle misteriose triangolazioni di carattere sentimentale che fin dalle prime ore di quel maledetto 14 dicembre hanno “colorato” il caso. L’ultimo episodio in ordine di tempo riguarda una lettera scritta da Claudio Sterpin e consegnata il giorno del funerale ad un’amica. Il contenuto di quella missiva senza un apparente destinatario è riservato e solo la Squadra Mobile della questura di Trieste ne è in possesso. “Una ricostruzione personale di come secondo me sono andate le cose” ha riferito Sterpin che è stato convocato in via del Teatro romano per alcune spiegazioni.

La lettera e la spaccatura famigliare

La lettera viene consegnata da Claudio all’amica il giorno del funerale, lo scorso 25 gennaio. C’è fiducia, anche perché lei è la prima persona che l’ottantaduenne contatta dopo che Liliana non si presenta a casa sua, quel fatidico martedì. È il giorno in cui l’amore della leggenda del podismo triestino per Lilly si manifesta attraverso l’acronimo cam (ciao amore mio) scritto sul cartello preparato dalla famiglia. Una famiglia che si è spaccata in due, sul caso. Da un lato il fratello Sergio, la cugina Silvia e Claudio. Dall’altra il marito, attorniato dalle telecamere. Nella ricostruzione dei dettagli che precedono la scomparsa c’è spazio per la borsetta di Liliana. Il giorno in cui viene ritrovato il suo corpo, in un’area boschiva del parco di San Giovanni, aveva con sé una borsetta di colore scuro. Non quella che portava in quei giorni, vale a dire quella Alviero Martini riemersa a quasi una settimana di distanza nell’armadio di camera sua, in via Verrocchio. 

Dal 14 dicembre ad oggi: la cronologia di ciò che sappiamo sul caso

La borsetta con le mappe e le persone ascoltate

Liliana porta quella borsa in occasione della presentazione del libro sui 50 anni dell’associazione San Lorenzo Sport, nei giorni precedenti alla sua scomparsa. C’è un video, in cui si vede chiaramente Lilly, alla fine della conferenza. Al volume, per quanto riguarda la parte fotografica, ha collaborato Sebastiano Visintin. Si vedono degli amici della coppia, presenti anche al funerale. Inoltre, nell’ultima settimana, sono emersi ulteriori particolari per quanto riguarda l’attività che Sebastiano svolgeva da pensionato. Un’attività di affilatura di coltelli, in nero e con moltissimi clienti a Trieste. Si parla soprattutto di pescherie. Molte di queste sono state sentite dalla Mobile, solamente dopo la pubblicazione della notizia dell’attività. Una in particolare è stata convocata verso il 10 di gennaio. “Veniva due volte al mese – raccontano a TriestePrima –, di solito veniva dalle 10:30 a mezzogiorno, ma è impossibile ricostruire se fosse un martedì o un mercoledì”. Un dettaglio importante, quello relativo agli impegni dei protagonisti nella mattinata di quel 14 dicembre. 

Il giro delle pescherie

Alcune pescherie si sono esposte pubblicamente, rilasciando interviste a Telequattro. Altre invece non intendono farlo, forse spaventate dal venire associati ad un caso di cronaca. Lo stesso autore dell’articolo, nei giorni immediatamente precedenti a San Silvestro, aveva tentato di realizzare un’intervista con una pescheria della periferia nord. In quell’occasione, dopo un primo rifiuto e un secondo tentativo dopo circa un’ora, da dietro il bancone si era levato il silenzio. “Se gli investigatori chiederanno qualcosa lo diremo, di sicuro certe cose non le diciamo ai giornalisti”. Domani 3 febbraio si svolgeranno gli esami sui sacchi neri e sulla bottiglia, ritrovata vicino al corpo di Liliana il 5 gennaio. [continua]

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