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Cronaca Corso Trieste, 25

Accuse pesanti nel salone di bellezza: "Mi ha preso per il collo" e "napoletane di merda"

Il fatto, spento dall'intervento dei Carabinieri, è accaduto sabato 21 dicembre all'interno di "Mani di forbice" in via Roma. Coinvolta una giovane triestina che ha scritto a Trieste Prima nella giornata del 22. La replica della titolare: "Agiremo per vie legali"

Il colore della tinta che non piace e l'atmosfera nel locale per signore diventa incandescente. L'episodio, raccontato a Trieste Prima nelle due versioni in un primo momento dalla giovane triestina Erica e in seconda battuta da Annalisa Dauria, titolare dell'esercizio commerciale "Mani di forbice" di via Roma, è accaduto a Trieste attorno alle 13 di sabato 21 dicembre. Dopo la lite, durante la quale si sarebbero manifestate delle incomprensioni sul colore, errore che secondo le testimonianze, avrebbe prodotto pesanti offese da entrambe le parti, sono giunti i Carabinieri che hanno "spento" una volta per tutte la vicenda che potrebbe però avere degli strascichi legali. 

Le due versioni 

"Una di loro mi ha preso per il collo - così Erica - l'altra mi ha lanciato dietro il catalogo dei capelli. Ha iniziato ad offendermi pesantemente con offese come faccia di merda, io ti bastono". "La signora in questione - questa la replica della titolare - ci ha chiesto se poteva portarsi la sua tinta perché era allergica. Noi abbiamo detto di sì e l'abbiamo messa. Dopo 40 minuti di posa, ha cominciato ad urlare offendendoci, dicendo 'voi non capite un cazzo', 'siete delle napoletane di merda'".

Insomma, due versioni dei fatti che contrastano e che, come confermato dalla stessa signora Dauria, saranno oggetto di un'azione legale. "Sicuramente noi andremo avanti, una lezione la deve avere perché non ci si può comportare così". Dopo il fatto, ecco che infine Erica rincara la dose attraverso un post Facebook: "Due cafone buzzurre, io ovviamente sono rimasta calmissima, non ho reagito alle provocazioni" affermando come le offese da parte del personale sarebbero andate avanti. "Troia, faccia di merda, tutte le triestine sono troie".  

Facciamo un po' di ordine  

Ma proviamo ad andare con ordine. Il racconto della giovane triestina inizia con la sua decisione di volersi tingere i capelli di biondo. "Conosco un parrucchiere e mi porta nel salone dove lavora. Il salone si chiama "Mani di forbice". Entro nel salone e chiedo di farmi i capelli biondi, dal mio colore castano". Dopo la risposta affermativa da parte del personale del salone, "è venuta due giorni prima" chiedendo di portarsi dietro "la sua tinta perché allergica", la dipendente dell'esercizio commerciale dà il la all'operazione.  

Per Erica il tutto inizia "senza farmi una decolorazione, senza mettermi un tonalizzante, niente, solo la tinta". Sempre secondo la giovane triestina, "a fine trattamento vedo che i capelli sono di due colori". E' qui che la testimone avanza dei dubbi sul lavaggio chiedendo "ma non sarà troppo presto lavarli, li vedo di due colori", facendo scattare quello che lei stessa definisce "il finimondo", con presunte offese come "come faccia di merda", "io ti bastono" e "voleva farsi bionda la Chanel". 

La versione della titolare

Tutta un'altra versione invece quella rilasciata al giornalista che firma l'articolo in una registrazione realizzata all'interno del salone. "La signora era da sola - così la Dauria - e il colore l'ha scelto lei, perché due giorni prima era entrata nel salone chiedendoci la possibilità di portarsi la sua tinta". Il salone quindi concede la possibilità alla giovane triestina e si parte con il lavoro. "Abbiamo messo la tinta e dopo 40 minuti di posa, ha cominciato ad urlare offendendoci, dicendo 'voi non capite un cazzo', 'siete delle napoletane di merda'". Parole pesanti insomma, che tuttavia avrebbero portato non ad una rissa, bensì ad una "discussione verbale". Poi, prima del lavaggio finale dei capelli, la triestina sarebbe stata invitata da una dipendente, "ad uscire". 

Secondo la Dauria infatti, la giovane triestina "non ha pagato e ha chiamato i Carabinieri". I militari dell'Arma sono quindi giunti sul posto. "Hanno capito il caso e ci hanno chiesto lasciar perdere e di farle un regalo per Natale. Questo è quello che è successo". La giovane triestina, secondo la titolare le avrebbe chiamate "napoletane di merda", mettendo "in discussione la nostra professione".  

"Non siamo a Napoli, loro sono abituati così"

Erica però rincara la dose e nel racconto afferma che la telefonata ai Carabinieri parte in virtù di una "situazione diventata insostenibile". "Mi sono fatta soccorrere (dai militari dell'Arma ndr) perché era troppo. Offese, addirittura alzare le mani perché mi hanno sbagliato un colore in testa, ma come si fa alzare le mani a una cliente, non siamo a Napoli". Le pesanti affermazioni nei confronti della titolare del salone vanno avanti. "Loro sono abituati così, loro sono napoletane, noi a Trieste no, non siamo abituati a questi trattamenti". 

"Lo show si fa in televisione e non qui"

"Non c'è stato nessun scontro fisico - ribatte Annalisa - perché lo show si fa in televisione e non qui. Se la signorina avesse voluto fare lo show avrebbe chiamato la televisione, andando a farlo là, lo show. Noi lavoriamo dieci ore al giorno e non trattiamo male i clienti che ci conoscono e sanno chi siamo". Per la titolare del negozio l'atteggiamento della giovane triestina è stato "offensivo. Sicuramente noi andremo avanti per diffamazione. Non abbiamo problemi - ha concluso la Dauria - non abbiamo niente da nascondere ma non ci si può comportare così e, tantomeno, offendere i napoletani, perché tutto 'o mondo è paese, giusto?". 

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