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Cronaca

Lo sfogo di Sgarbi: «Mi pento di aver portato la mia collezione a Trieste» (VIDEO)

Il critico e storico d'arte non le manda a dire all'Amminsitrazione che replica con l'assessore Rossi

«Mi pento di aver portato la mostra con le opere della mia collezione privata a Trieste». Vittorio Sgarbi alla sua maniera, tramite un video Facebook, non le manda a dire e va giù pesante nei confronti dell'Amministrazione comunale triestina (che dovrebbe essergli amica) deluso dalla promozione dell'esposizione "Le stanze di Vittorio Sgarbi", che si concluderà nei prossimi giorni. «Non farò mai più nulla per Trieste - aggiunge il critico e storico -. Sono costretto a fare pubblicità io a qualcosa che era compito dell'amministrazione della città promuovere: mi sono sbagliato, non dovevo fidarmi».

«Il Comune - sostiene Sgarbi - porta capolavori di arte italiana e non lo comunica a nessuno. Possibile che Trieste sia un luogo così disperato in cui le cose di buon senso non si fanno? Città bellissima, città struggente, amministrata da gente che non ha sentimento, non ha passione, non ha cuore. Il sindaco di Trieste, il soprintendente, quelli che dovrebbero amare la città non agiscono per impedire delle violenze che le tolgono la storia», ha poi aggiunto riferendosi alla vicenda della Pasticceria Pirona.

Dal canto suo il Comune di Trieste ha già speso 165mila euro (in parte coperti da un finanziamento della CRTrieste) per la mostra senza alcun ritorno visto che l'incasso dei primi 22 mila biglietti spetta all'associazione ViviPavia, responsabile dell'allestimento e a sua volta impegnata per 135mila euro. Infatti l'assessore Giorgio Rossi spiega che sono 2186 i visitatori mensili de "Le stanze segrete di Vittorio Sgarbi" che «quando propone una mostra, chi più di lui la può autopubblicizzare? Tutte le mostre organizzate nell'ultimo anno a Trieste non hanno avuto i risultati sperati. Questa è la prima organizzata dalla nostra amministrazione e ha avuto comunque una media di oltre duemila visitatori al mese: più di quelle precedenti e spendendo molto meno. Abbiamo trovato una comunicazione culturale e turistica pari a zero e ora abbiamo cominciato a investirci».

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