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Il corteo

Corteo 'Lotto Marzo', i diritti delle donne in cinque tappe

In centinaia hanno preso parte al corteo organizzato da "Non una di meno" contro la violenza sulle donne, lo sfruttamento sul lavoro, il razzismo, la guerra e il regime del 41 bis

Diverse centinaia di persone (300 secondo la Questura) hanno preso parte questo pomeriggio, mercoledì 8 marzo, al corteo organizzato dalle attiviste del movimento 'Non una di meno' contro la violenza sulle donne, lo sfruttamento sul lavoro, il razzismo, la guerra e il regime del 41 bis. La protesta è iniziata intorno alle 18 al foro Ulpiano ed è proseguita lungo le vie del centro. Tra i temi affrontati, quello della transizione di genere, del sistema sanitario definito “classista” e “legato al profitto”, della discriminazione delle donne nelle carceri e dell'aborto.

Le cinque tappe

“'Donna. Vita. Libertà' è uno slogan che non vi appartiene e dovrebbe essere sostituito da 'stato, famiglia, patria'"; hanno gridato davanti al Consiglio Regionale, commentando lo striscione per condannare il regime di Teheran dell'associazione iraniana Neda Dey. I manifestanti hanno dato così il via alle cinque tappe che hanno scandito la protesta. Il “no” ai confini, alla guerra e alle armi è stato il tema della seconda tappa, quella di piazza Libertà, diventata anche il palcoscenico di una performance di danza e musica di la Murga. La posizione delle donne nel mondo del lavoro è stata invece l'oggetto della protesta davanti alla sede di Manpower di corso Cavour, mentre quella davanti alla sede de Il Piccolo ha voluto mettere al centro il problema della “romanticizzazione del femminicidio” da parte degli organi di stampa. Infine, in Ponterosso, i manifestanti hanno voluto dedicare un lungo grido muto per le vittime di femminicidio, facendo parlare un fiume di fogli di carta che riportavano i nomi delle donne uccise da partner o ex partner. La manifestazione si è conclusa in piazza Unità.

Protesta 'Lotto Marzo' | Foto Giovanni Aiello

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