Anniversario Beethoven, a Muggia la più grande collezione al mondo sul compositore
Se è vero che le opere dell'artista originario di Bonn sono conosciute dappertutto, in pochi sanno che a pochi chilometri da Trieste, esiste la più grande collezione privata di testimonianze storiche legate a Beethoven
Ieri 16 dicembre ricorrevano i 250 anni dalla nascita del compositore Ludwig van Beethoven e in tutto il mondo si sono svolte iniziative che ne hanno voluto omaggiare la grandezza. Se è vero che le opere dell'artista originario di Bonn sono conosciute dappertutto, in pochi sanno che a Muggia, a pochi chilometri da Trieste, esiste la più grande collezione privata di testimonianze storiche legate a Beethoven. Di seguito riproponiamo un pezzo di Nicolò Giraldi uscito sul magazine IES, la rivista diretta da Giovanni Marzini che racconta il turismo triestino.
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La storia
A poco meno di venti chilometri da Trieste esiste la più grande collezione privata di testimonianze storiche legate al grande compositore tedesco Ludwig van Beethoven. È una storia nascosta, rimasta per certi versi nell’oblio per troppo tempo, ma che negli ultimi anni è riemersa con forza, regalando una possibilità unica ai visitatori di ascoltare le storie legate ad uno dei maestri della musica classica di tutti i tempi.
La collezione è di proprietà della famiglia Carrino che, in oltre 40 anni in tutto il mondo, ha raccolto una mole di materiale enorme, con più di diecimila unità che si possono ammirare nella casa-museo della località rivierasca. La particolarità sta nel fatto che in nessun altro luogo del pianeta si trovano così tanti elementi legati a doppio filo a Beethoven, in un’atmosfera da collezionismo che testimonia la caratterizzazione positiva di una splendida mania.
Ci sono sculture del Mascherini, ritratti di Riedel, oltre 4500 scritti dedicati al compositore, l’annuncio mortuario della pagina Berliner Algemeine pubblicato l’11 aprile 1827, giorno del suo decesso; si cammina tra la prima partitura della famosissima V Sinfonia, pubblicata a Lipsia nel 1826, migliaia di francobolli dedicati e un’atmosfera da sogno impreziosita dal racconto dei coniugi Sergio e Giuliana i quali, neanche farlo apposta, hanno chiamato loro figlio proprio come Beethoven.
Michael Ladenburger, direttore del Museo di Beethoven di Bonn, città natale del compositore, ha un debole per i Carrino. “Questo posto non ha eguali al mondo” ha dichiarato in più occasioni. E la sensazione è esattamente quella sintetizzata dalle sue parole. Un mondo dimenticato e poco conosciuto, ma che fornisce ancora una volta, la dimostrazione di come l’amore verso la Storia dei cittadini nati e cresciuti su questo lembo di terra, possa tramutarsi in un’occasione unica di divulgazione e, per questo, essere riconosciuto come autentico privilegio.