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Cronaca

Trieste maglia nera per la raccolta differenziata, M5S: "Nessuna visione del futuro"

Richetti (M5S), "A Trieste solo il 44% di raccolta differenziata contro l’81% di Pordenone. Nessuna visione del futuro". Le soluzioni proposte dal candidato sindaco dei M5S

"Trieste non solo è la “maglia nera” della raccolta differenziata, ma non ha neppure una visione del futuro, neanche di quello prossimo", è questo il commento di Alessandra Richetti, candidata sindaco del Movimento 5 Stelle alle elezioni comunali di Trieste, sui dati forniti recentemente da Arpa sulla gestione dei rifiuti in Friuli Venezia Giulia.

"L’Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente - specifica Richetti - ha confermato nel suo ultimo rapporto che anche quest’anno Trieste è ultima per i risultati della raccolta differenziata nella nostra Regione, con solo il 44% di raccolta differenziata contro l’81% di Pordenone. In pratica il 56% dei rifiuti raccolti vengono smaltiti nel termovalorizzatore, che, se da un lato produce energia, dall’altro è fonte di inquinamento. Oltre a promuovere con forza lo stile della raccolta differenziata, che permette un vantaggioso riciclo dei materiali, bisogna pensare a ridurre i rifiuti favorendo per esempio il criterio del riuso: nel 2015 sono state approvate le “Linee guida regionali” per la realizzazione e la gestione dei centri di riuso, ma non mi risulta che la Giunta comunale triestina si sia occupata di individuare risorse per la loro realizzazione. E’ poi necessario incrementare il conferimento dell’umido: dati recenti dicono che recuperiamo solo 6 sacchetti ogni 100 degli scarti alimentari che produciamo e poiché dall’umido si crea compost, utile alla coltivazione, ne deriva un valore economico".

"Altro tema forte su cui insistere- dichiara la candidata sindaco pentastellata - è la raccolta degli oli vegetali usati in cucina: versarli negli scarichi è altamente dannoso e inquinante, come anche buttarli tra i rifiuti indifferenziati. Per questo è urgente predisporre appositi contenitori da affiancare a quelli già destinati alla raccolta differenziata, seguendo l’esempio di tante altre città e riconoscendone il vantaggio. Un’altra soluzione applicabile è l’utilizzo di eco compattatori “premianti “posizionati anche nei pressi di negozi e supermercati che rilasciano buoni sconto in cambio di bottiglie in plastica, flaconi e lattine in alluminio. Ma, in linea generale, è necessario rivedere tutto il Regolamento comunale in materia di raccolta rifiuti: il territorio triestino ha una morfologia variegata con insediamenti abitativi molto diversi per cui la raccolta dei rifiuti andrebbe modulata a seconda di queste condizioni".

"Tante sono le soluzioni possibili e migliorative: introdurre la raccolta “porta a porta”, l’adozione di cassonetti accessibili con una “card” per i residenti e, non ultimo, la creazione in ogni rione di Centri di raccolta per quei rifiuti che non trovano collocazione nei cassonetti. Altra nota dolente sono i lunghi tempi di attesa per il servizio a chiamata per il recupero dei cosiddetti “ingombranti”, di qui il loro frequente abbandono in strada o nelle discariche abusive. L’educazione ambientale è un momento fondamentale per crescere il senso di responsabilità dei cittadini, come è opportuno sensibilizzarli sui risparmi, anche economici, che un corretto comportamento potrà portare, ma occorre guardare e imparare da modelli già funzionanti in altra città, adeguarli alla nostra città, ai suoi caratteri peculiari".

E infine una provocazione: "la “raccolta pneumatica”! Creata in Svezia già nel 1961 è oggi in uso in diverse città europee (ma anche nel quartiere delle Varesine a Milano e nell’Eurosky di Roma) che hanno saputo pianificare la crescita a vantaggio di una migliore vivibilità. Il meccanismo è semplice: al posto dei cassonetti vengono installati dei bidoni più piccoli collegati con delle tubature sotterranee che inviano i rifiuti ai siti di stoccaggio per mezzo di un getto d’aria. Riuniti i diversi rifiuti, essi vengono poi inviati in appositi centri di raccolta. Allora: perché non introdurre questa tipologia di raccolta nel progetto di riqualificazione di Porto vecchio per esempio? Questo potrebbe essere un prototipo innovativo per la nostra città".

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