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Cronaca

Macroregione Adriatico Ionica, Serracchiani: «il Friuli Venezia Giulia ha idee chiare»

La presidente della Regione Debora Serracchiani sulle Macroregioni, proposte dall'Unione Europea: «Sono anticorpo alla frammentazione dell'Europa»

Oggi realmente «le macroregioni promosse dalla Ue, come quella Adriatico Ionica/Eusair (cui aderisce anche il Friuli Venezia Giulia), possono rappresentare l'anticorpo alla frammentazione dell'Europa».

Lo ha sottolineato oggi a Bruxelles la presidente della Regione Debora Serracchiani che è intervenuta, nella sede dell'Emilia-Romagna, al convegno dedicato ai possibili progressi della strategia adriatico-ionica a due anni (era il novembre 2014) dal lancio ufficiale di questa quarta strategia europea, accanto a quelle imperniate sullo scacchiere baltico, quello danubiano e alpino.

Possibili progressi che però - attualmente - non sembrano tali, come un po' tutti hanno sottolineato: dall'assessore regionale alle Politiche europee dell'Emilia-Romagna Patrizio Bianchi, secondo il quale «si è ancora alla ricerca di una visione», all'europarlamentare Ivan Jakovcic (già presidente della Regione Istria), per il quale le politiche europee sulla coesione sono sempre più fragili, all'assessore per le politiche Ue della Regione Marche, Manuela Bora, al responsabile per i rapporti con l'Europa dell'isola di Creta, George Alexakis, al presidente della Regione di Dubrovnik-Neretva, Nikola Dobroslavic, che ha dichiarato come «ad oggi risultati non se ne vedono, mentre resta prioritario per l'area adriatica l'avvio di nuovi collegamenti stradali, ferroviari e marittimi».

La presidente Serracchiani ha così potuto ribadire che se dunque a livello Ue è carente la capacità progettuale e di finalizzazione di risorse finanziarie per "costruire l'Europa", la strategica Eusair «ha invece visione e idee, pur non avendo ancora a disposizione i fondi necessari per sviluppare programmi e iniziative».

Eusair (con Regioni di otto Paesi: oltre all'Italia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Grecia, Montenegro, Serbia e Slovenia) che non può venire considerata "area periferica" della Ue, bensì assolutamente centrale in Europa, «che meriterebbe attenzione proprio dalla Commissione europea, se non lo fanno i Governi nazionali».

E nell'ambito dell'Adriatico Ionica «il Friuli Venezia Giulia ha idee chiare», ha rimarcato Serracchiani nel corso del convegno, al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio regionale Franco Iacop. Ad iniziare dall'esigenza di attuare una strategia all'insegna di quella che ha chiamato "connettività", per il miglioramento dei collegamenti e delle reti di trasporto ed energetiche.

In questo contesto, ha affermato, un ruolo prioritario deve essere assunto dal sistema portuale, scali dai quali far partire i grandi corridoi europei di trasporto, e dal range ferroviario. «Storicamente - ha ricordato - le rotaie servivano a marcare, a dividere gli Stati; ora le ferrovie risultano indispensabili per unire le aree transfrontaliere» all'interno in particolare di Eusair, "rammendando l'esistente".

Si deve dunque continuare a credere che politiche regionali e di coesione possono ancora continuare a "trascinare" verso la Ue Paesi e regioni che «da soli non ce la possono fare». Per questo è necessaria un'iniziativa molto forte da parte della Commissione europea, anche nei confronti delle grandi macrostrategie di matrice regionale, in quanto non può più bastare il Piano di investimenti per l'Europa, il cosiddetto Piano Junker, proposto a fine 2014.

A maggior ragione proprio nel territorio adriatico ionico (un'area con 70 milioni di abitanti, «il secondo Paese Ue dopo la Germania», come ha ricordato in videoconferenza il sottosegretario Sandro Gozi, annunciando la positiva posizione dell'Italia per lo status di Paese candidato della Bosnia-Erzegovina), che in questi ultimi periodi non può che definirsi una "zona delicata" sul tema dell'immigrazione lungo una rotta balcanica che tocca molte regioni Eusair.

«Eusair, infatti - ha rilevato la presidente Serracchiani - può  essere utilizzata per creare quelle condizioni di dialogo che mi pare stiano mancando a livello di Ue e di Stati sul tema immigrazione, per ricercare soluzioni anche in termini di integrazione e accoglienza».

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