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Cronaca

Manomette il cronotachigrafo del tir: maxi-multa per un camionista

Invitato a seguire gli agenti della Polizia Stradale, il conducente si è fermato improvvisamente sulla corsia di emergenza: il controllo del mezzo ha permesso il ritrovamento del telecomando che governava il sistema illegale

Nell’ambito dell’intensificazione dei servizi di vigilanza predisposti per il fine settimana, nella mattinata di sabato 30 gennaio scorso una pattuglia della Polizia Stradale di Trieste, lungo il Raccordo Autostradale 13 all’altezza di Trebiciano, ha intimato all’autista di un autoarticolato con targa straniera, diretto verso il confine di stato, di seguirla verso un luogo idoneo per poter effettuare in sicurezza i controlli relativi al mezzo ed alla persona. Il conducente, tuttavia, nel corso della marcia, si è fermato improvvisamente sulla corsia di emergenza, mostrando di non voler aderire all’invito degli agenti.

Insospettito dal comportamento anomalo e vista anche la pericolosità della posizione, l’equipaggio ha deciso di accompagnare il mezzo nella prima piazzola utile per poter meglio procedere ai controlli, mirati specialmente a verificare il corretto utilizzo del dispositivo cronotachigrafo: da tale accertamento in effetti è emerso che il veicolo, al momento del controllo, risultava essere era in pausa da più di un’ora, invece che in movimento.

Da una più attenta ricognizione dell’abitacolo, è stato trovato un telecomando dotato di due tasti di accensione e spegnimento, che serviva all’autista per attivare e disattivare il dispositivo cronotachigrafo a suo piacimento, così falsandone le registrazioni: lo stesso conducente, incalzato dagli operatori, ha poi ammesso l’alterazione.

Per questa condotta il personale operante ha contestato all’autotrasportatore la violazione punita dall’art. 179 del Codice della Strada, che prevede una sanzione pecuniaria di 1.696 euro, la decurtazione di 10 punti e la sospensione della patente da 15 giorni a 3 mesi. Analogamente si procederà nei confronti della ditta titolare della licenza di trasporto, alla quale spettano rigorosi oneri di controllo sulla propria flotta di mezzi.   

Una disciplina tanto severa è legata alla circostanza che questo tipo di manomissione mira a nascondere il mancato rispetto dei tempi di guida e di riposo imposti dalla normativa vigente ai conducenti dei mezzi pesanti, ponendo a grave rischio la sicurezza della circolazione: «È estremamente importante che le condizioni psicofisiche al volante siano sempre idonee - spiega la Polizia Stradale -: è ancora vivo nella memoria della città il gravissimo incidente che proprio nel mese di febbraio di 5 anni fa causò la morte di un padre e una figlia, quando un mezzo pesante che aveva  percorso in contromano il Raccordo di Fernetti continuò la sua marcia anche lungo il Raccordo 13 finendo la sua corsa in un impatto frontale con l’automobile nella quale viaggiava la famiglia».

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