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Cronaca

Mario Vitta, il maestro del pattinaggio artistico festeggia 50 anni di attività

Nel 1962 le prime "piroette" nei padiglioni dell'Edera assieme a sua moglie Elvia, poi nel 1973 la nascita del Jolly, dove ancora oggi passa il tempo. "Ho iniziato perché amavo lo sport e la musica". Un viaggio attraverso il racconto di una carriera che ha portato ben 10 titoli mondiali a Trieste

“Da piccolo giocavo a baseball e mi piaceva sempre portarmi dietro la musica. All’allenatore però questo non piaceva e così, un bel giorno, ho pensato che avrei preferito uno sport dove poterla ascoltare. Da quel giorno non ho più smesso con il pattinaggio”. Mario Vitta è per tantissimi triestini l’anima del Pattinaggio Jolly. Molto conosciuto tra i più giovani – ma non solo – il “maestro” Vitta ha festeggiato in questi giorni i suoi primi 50 anni di insegnamento. “Per essere precisi ho iniziato il 14 marzo 1969 con il pattinaggio Polet, per poi passare alla Polisportiva di Opicina. "Solo" dal 10 aprile del 1973 ho fatto parte del Jolly”.

50 anni di divertimento e passione

Sono 50 anni di passione conditi da una voce elegante e dall’impegno verso quegli atleti capaci di regalargli danze, piroette e soddisfazioni “impagabili”. “Ce ne sarebbero veramente tantissime – continua il signor Mario – ma i 10 titoli mondiali credo rappresentino l’apice della gioia”. Prima di vestire i pattini del Jolly, il signor Vitta aveva fatto parte anche del Centro Federale nel triennio 1971-1973. “Era diretto dal signor Ciabatti Giuliano” ricorda il maestro di intere generazioni di pattinatori. “All’inizio ho indossato anch’io i pattini. Era il 1962 e assieme a quella che è diventata mia moglie (Elvia Levi ndr) abbiamo iniziato a “danzare”. Io avevo 16 anni e lei 13, eravamo così giovani. Si pattinava dentro ai padiglioni della Fiera di Trieste, dove c’era l’Edera”. 

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I successi internazionali: campioni del mondo e europei

Vitta ricorda poi Sandro Guerra, Francesco Cerizola, Gabriele Giorgi e suo figlio, David Vitta. “Oggi David è presidente della società ed è stato anche lui campione europeo di pattinaggio artistico”. Ci sono poi le coppie danza, come le chiama il signor Mario. “Ricordo benissimo Corenica-Mazziero e Pergola-Mazziero”. Tra le donne spazio poi alla vicecampionessa europea Martina Pecchiari. Il maestro del Jolly vanta poi un primato che in pochi allenatori possono vantare. “Dal 1992 al 1996 sono stato presidente dell’Irsta (International Roller Skating Trainer Association ndr), vale a dire il presidente di tutti gli allenatori del mondo”.

Il presente e il futuro: un sogno nel cassetto

Vitta ne ha viste tante in tutta la sua carriera. “Oggi è tutto più difficile – afferma – e ci si stufa molto prima di un tempo. Anche il rispetto per le regole e il sacrificio che gli atleti erano disposti a sopportare erano diversi. Forse quella carica agonistica di una volta non c’è più”. Quali sono i progetti per i prossimi 50 anni di insegnamento? “Nel 2008 avevamo realizzato lo spettacolo ‘Bora, soffio d’amore’ dove avevamo omaggiato la nostra città grazie alla leggenda di Tergesteo e Bora. Ad oggi vorremmo poterne realizzare uno simile per dimensioni e per successo”. “Bora” infatti aveva visto cinque rappresentazioni al palasport di Chiarbola, tutte sold out e con la presenza di ben 15 campioni del mondo. “Sarebbe veramente meraviglioso” conclude Vitta. 

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Il maestro di generazioni di pattinatori e pattinatrici prima di mettere giù il telefono racconta che sta andando al Jolly. “Se non avessi ancora la passione per questo sport meraviglioso non ne sarei rimasto all’interno. Per me il pattinaggio è ancora un grande divertimento”.

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