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Caos migranti a Campo Sacro, Dipiazza: "Distrutto tutto, per loro non faccio nulla"

Il primo cittadino si è lasciato andare ad uno sfogo sui social: "Tutti mi chiedono di fare qualcosa per questi extracomunitari, ma perché devo cercare altri posti se poi distruggono tutto?". La risposta di Schiavone: "La demagogia è violenta, campo Sacro è l'unico che supplisce alle carenze istituzionali". La capienza è di 100 posti, al momento sono 350 le persone che vivono lì dentro

TRIESTE - Non c'è ancora il dietrofront del Comune sul nuovo dormitorio di via Flavio Gioia ma le immagini del centro di Campo Sacro hanno esasperato il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza che sui social si è lasciato andare ad un lungo sfogo. Le fotografie, come sostenuto dal primo cittadino, sarebbero state inviate dalla stessa struttura che gestisce il centro d'accoglienza per richiedenti asilo, sul Carso. Già al centro di polemiche tra la Trieste Trasporti ed esponenti dell'opposizione sugli autisti che non rispetterebbero la fermata così da non far salire a bordo i migranti, ecco che Campo Sacro si trasforma in una miccia per una situazione già particolarmente infuocata. 

Il botta e risposta tra sindaco e Ics

"Tutti mi chiedono di fare qualcosa per questi extracomunitari - commenta il primo cittadino in un video apparso su Facebook-, dove li abbiamo messi hanno distrutto tutto. Perché dobbiamo spendere i soldi dei cittadini, quando questi si comportano in questa maniera? Perché devo cercare altri posti se poi distruggono tutto? E allora, io non faccio nulla per loro". Parole forti, accompagnate dalla tentazione di chiudere al nuovo dormitorio di via Flavio Gioia. A rispondere a Dipiazza è Gianfranco Schiavone, presidente dell'Ics. "La demagogia è violenta, sembra tutto costruito ad hoc. Fa ridere che chi non sta facendo nulla, ed è complice, si lamenti della condizione di un'altra struttura che non gestisce. Tra l'altro Dipiazza non è mai andato a Campo Sacro". 

La situazione a Campo Sacro

Negli ultimi mesi l'accoglienza a Campo Sacro si è fatta complicata. La struttura è pensata per ospitare un centinaio di persone, mentre oggi il numero è di tre volte superiore (350, secondo Ics, ndr). "E' normale che la struttura, da tempo interessata dai flussi migratori, inizi ad avere dei problemi. Ci sono tende, container e gli spazi comuni non sono stati ampliati. Nessuno però può attaccare la gestione di questo posto, è l'unico che supplisce alle carenze istituzionali". Nel frattempo il dibattito si amplia. Secondo quanto si apprende, il Comune avrebbe vagliato l'ipotesi di creare un dormitorio (per una ottantina circa di migranti), all'interno dell'ex deposito della Saf, di via San Sabba, nel rione di Valmaura. Intanto la notte la temperatura inizia ad avvicinarsi allo zero. 

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