Ics: "Via i decreti sicurezza, ma a Trieste l'accoglienza diffusa non è mai cessata"
"Negli ultimi anni la concentrazione in grandi strutture è stata molto dannosa: ha rallentato l'inserimento sociale, ha dissipato ingenti risorse pubbliche creando dei grandi 'parcheggi' e ha creato gravi e inutili tensioni sociali conseguenti a un approccio ghettizzante"
Ics Onlus esprime soddisfazione per l'avvenuta riforma dei cosiddetti decreti sicurezza, con la quale viene ripristinata l'accoglienza diffusa come sistema unico di accoglienza e integrazione sociale dei richiedenti asilo e dei rifugiati in Italia.
Secondo quanto comunicato da Ics in una nota "Purtroppo la direzione opposta nella quale si era andati nel corso degli ultimi anni è stata molto dannosa perché ha favorito le concentrazioni in grandi strutture (spesso non idonee), ha rallentato l'inserimento sociale delle persone accolte, ha dissipato ingenti risorse pubbliche creando dei grandi “parcheggi” e ha creato gravi e inutili tensioni sociali conseguenti a un approccio ghettizzante".
L'accoglienza diffusa non è mai cessata
Ics Onlus ritiene però che "a Trieste il modello virtuoso dell'accoglienza diffusa non è mai cessato per forte determinazione degli enti che hanno gestito il sistema di accoglienza, i quali hanno continuato l'impostazione positiva che da sempre caratterizza la nostra città: quella di considerare gli ospiti persone alle quali restituire dignità, favorendone l'inclusione sociale nel minor tempo possibile e valorizzare il lavoro di centinaia di operatori sociali, interpreti e insegnanti. Oggi questa tenacia viene premiata, e per la sua storia positiva Trieste si pone ai primi posti in Italia per le potenzialità del suo sistema di accoglienza nel produrre crescita sociale, economica e culturale del territorio".
"È dunque necessario - specifica Ics - che ora vengano al più presto ripristinati tutti i percorsi di integrazione sociale che erano comunque stati fortemente ridotti e vengano inoltre riportati ai livelli precedenti tutti i programmi di mediazione linguistico culturale e di sostegno alle situazioni più vulnerabili, nell'interesse di tutta la comunità".