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Il caso

Da quel molo ci siamo tuffati tutti, l'ipocrisia dietro a 2000 euro di multa

La riflessione alla base della triste vicenda che ha visto protagonista un nonno e un nipote, con il secondo colpevole di essersi tuffato dove da sempre si tuffano tutti i ragazzini. E dove tutti noi l'abbiamo fatto ma non siamo mai stati multati. Un po' come chi si tuffa il primo dell'anno

TRIESTE - Al grande tuffatore del primo giorno dell'anno Mario Cigar viene tributato l'applauso a favor di telecamere, all'altro nonno invece il tuffo (del nipote) è costato ben 2000 euro, oltre al pezzo di cronaca degli organi di informazione. Scimmiottando il gergo sportivo potremmo pensare di essere di fronte al "forti coi deboli e deboli coi forti", oppure al più classico dei "due pesi e due misure". Se da un lato sta facendo molto parlare di sé la vicenda della sanzione appioppata dalla Guardia Costiera ad un pensionato nei pressi del lungomare di Barcola, dall'altro i contorni di questa storia raccontano di una tanto italiana quanto tradizionale ipocrisia. Per italico si intende (sgomberando il campo) il dovuto rispetto delle leggi che si applica un po' come sospinti dalle onde: oggi sì, domani forse, ieri sicuramente no. 

Da quel molo ci siamo tuffati tutti

L'atteggiamento delle istituzioni nei confronti di quel tuffo nel tempo è stato capace di tutto, tranne che di una completa e seria maturazione. Perché sì, da quel molo ci siamo tuffati tutti, solo che qualcuno la multa l'ha presa mentre la maggior parte no. Perché è successo? La risposta sta in quel chiudere un occhio solo quando ci comoda o quando, chi dovrebbe controllare, non finisce nel vortice della gerarchia. Quando i capi ordinano, allora ci si agita e si esegue, quando no, allora i topi ballano, eccome se ballano. Ed allora dovremmo interrogarci tutti quanti, su ciò che accade quotidianamente e sulle reazioni, anche e soprattutto emotive, che una sanzione da 2000 euro può provocare in nonno e nipote. 

Vogliono gettarsi alle spalle due anni impossibili

E' sufficiente giustificare le scelte per definire tollerante quell'atteggiamento da parte di chi dovrebbe far rispettare (sempre, non a comando) le leggi? A Barcola - e in quel punto preciso del cosiddetto molo G - i ragazzi si tuffano, giocano in acqua, ma c'è una cosa che sfugge a chi verbalizza: quei ragazzi, vogliate oppure no, tentano soprattutto di gettarsi alle spalle due anni e mezzo in cui la pandemia - tra banchi a rotelle, mascherine e dad, per non parlare dei dietrofront da repubblica delle banane - ha rovinato, per sempre, la loro vita. Quel nonno pagherà la multa? Come si sentirà la prossima volta che porterà il nipote al mare? Con che occhi verrà guardato. Come si è sentito la sera, quando è tornato a casa? Come si è sentito quando ha letto i giornali? Non lo sappiamo noi, e non lo sa chi per una volta ha applicato la legge. 

Il perché del tuffo

Quel fine settimana, accompagnato dal nonno, ecco che allora il ragazzino si tuffa in uno specchio d'acqua dove transitano in pochi (guardate il numero delle barche ormeggiate lì e ne riparliamo). In quel porticciolo l'ultima pulizia del fondale ha portato in superficie tante immondizie, con la più evidente che si chiama inciviltà e fa capo a uomini e donne. Qualcuno è stato multato per aver violentato il nostro pianeta? No. Ed allora bisognerebbe cercare di capire perché il ragazzino di tuffa. Forse lo fa per far colpo su una coetanea o su un coetaneo, non lo sappiamo. Forse lo fa perché lo fanno tutti. Quali retroscena conosciamo? Nessuno. Ed allora potremmo per una volta giocare a benaltrismo, passatempo preferito da chi non conosce l'argomento e tenta di spostare l'attenzione su altro. In quel caso, la raffica di domande potrebbe creare molto più imbarazzo rispetto alla malcelata soddisfazione di finire sul giornale per una operazione. 

Le domande

Proviamo allora a produrre una lista: e le persone che pescano con la canna dagli scogli ad ogni ora del giorno? Possono farlo e se sì, quando? Quanti controlli ci sono? E i ragazzini ubriachi e strafatti sotto i Topolini, consumano marijuana legale (da distributore) oppure no? Le bottiglie di alcool da dove le prendono, c'è qualcuno che controlla che ragazzini di 13 anni non possano comprare alcool? C'è qualcuno che controlla, sotto al decimo e nono Topolino? Parliamo poi di quelle multe perché beccati senza maglietta o pareo dentro al bar? (A tal proposito, qualcuno si ricorda dei cartelli a Barcola e degli annunci in pompa magna?). E quei branzini pescati sotto i pontili verso la zona portuale? Quelle persone venivano controllate (dopo le segnalazioni delle telecamere) o l'occhio si chiudeva anche lì? 

p.s.: per chi non lo sapesse, i tuffi sono ricominciati. E non saranno 2000 euro di multa a fermarli. 

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