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Il racconto del titolare del bar / Barriera Nuova - Città Nuova / Via Francesco Rismondo

Molotov contro il suo bar, parla il titolare: "Io minacciato da tre kosovari"

A raccontare i fatti è Ismail, trentasettenne di nazionalità senegalese e titolare dell'Aisha ristobar di via Rismondo. Lo scorso 6 novembre tre "giovani kosovari" hanno lanciato una bottiglia incendiaria contro il suo locale. "Ho fatto il buttafuori nei club e nelle discoteche, chi fa casino qui non entra". Le indagini in mano ai carabinieri

TRIESTE - “Se non ci lasci entrare ti faccio chiudere il locale”. È una storia di minacce e ritorsioni quella subita lo scorso 6 novembre da Ismail, trentasettenne senegalese residente a Trieste e titolare del bar Aisha di via Rismondo. Tre giovani tra i venti e i trent’anni, di origine kosovara, si presentano nel locale dove però uno non può entrare. “Aveva già fatto casino dentro al locale tempo fa. Ogni volta che veniva, in quei mesi, lo cacciavo perché io non faccio entrare chi fa casino, né dentro, né fuori. Non ho problemi ad allontanare le persone”.

Il racconto di Ismail: "Mi hanno minacciato"

Ismail racconta questo non perché pensa di essere onnipotente, bensì perché ha lavorato per tanti anni come buttafuori nei club e nelle discoteche di mezza Italia. Nel suo locale, come ricorda a chi scrive, non vuole caos. “Una ventina di persone sanno che qui non possono entrare”. L’Aisha Ristobar è un locale notturno. Apre la sera tardi e chiude alle prime luci dell’alba. Ismail non vuole rogne e sa che la legge va rispettata. “Mi hanno minacciato sì, ma io alle minacce sono abituato, le persone che non faccio entrare mi hanno minacciato tante volte”.

I fatti: i tre non sono benvenuti, poi le minacce: "Ti facciamo chiudere"

È già passata la mezzanotte di quella sera quando Ismail si accorge che uno dei kosovari, bandito dal locale mesi prima, è entrato. “Non ho visto, stavo lavorando. Quando mi sono accorto l’ho subito sbattuto fuori, dicendogli che non era il benvenuto dentro al bar”. Passa qualche minuto e fuori dall’Aisha scoppia una lite. “Mi dicono che c’è qualcuno che sta picchiando una persona” racconta. Ismail esce e si trova davanti il secondo giovane di origine kosovara. “Gli ho detto che nel mio locale non voglio chi fa casino, gli ho detto anche che neanche lui non sarebbe entrato”. Poi spunta il terzo amico che, senza troppi giri di parole, passa direttamente alle minacce. “Se non fai entrare lui ti faccio chiudere il locale” gli urla.

Vanno via e tornano con la molotov 

Il trio è su di giri, forse è l’alterazione psicofisica a far ribollire il sangue nelle vene. Tuttavia, Ismail dal punto di vista fisico è un gigante, quindi i tre decidono di andarsene. “Dopo le minacce sono andati via e pensavo fosse tutto finito – continua il titolare del locale – ma circa un’ora dopo, non so, non ricordo con esattezza, sono tornati”. Ormai è quasi orario di chiusura, dalle parti dell’Aisha. Prima del blitz, i tre si muovono, forse vanno a prendere la benzina in un distributore, o forse la prendono da un’altra parte. Ciò che si presume, a questo punto, è che l’azione sia premeditata e non frutto del caso. Sono le quattro e i tre imboccano nuovamente via Rismondo. “Hanno aspettato che andassi dentro per buttarmi una molotov” sostiene Ismail.

"Ho fiducia nella giustizia, so che prima o poi li beccano"

A quell’ora c’è ancora un po’ di gente dentro al locale ma fortunatamente nessuno si fa male. Sulla facciata dell’edificio, ad un’altezza di circa due metri, ci sono ancora i segni dell’esplosione e del liquido infiammabile andato a fuoco. Secondo quanto apprende TriestePrima, le fiamme divampano molto rapidamente. La bottiglia viene scagliata contro il bar. “Ho fatto uscire le persone – conclude Ismail – e ho chiamato i carabinieri”. I tre fuggono a piedi, e non come ipotizzato in un primo momento, a bordo di un’automobile. Sul fatto indagano i militari dell’Arma, coordinati dalla Procura della Repubblica. “Ho fiducia nella giustizia, so che prima o poi li beccheranno”.

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