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Cronaca

Censura a Monfalcone, l'Ordine dei Giornalisti: "Grave episodio"

La massima istituzione del giornalismo regionale, assieme all'Associazione Nazionale della Stampa si "scagliano" contro l'amministrazione in mano al sindaco Anna Cisint. "Grave episodio di censura nei confronti di due quotidiani"

"Il Comune di Monfalcone censura Avvenire e Manifesto". Questo è il titolo della denuncia che l'Associazione della Stampa e l'Ordine dei Giornalisti hanno pubblicato oggi, in seguito alla vicenda che ha visto in prima linea il sindaco della cittadina bisiaca Anna Cisint "cancellando gli abbonamenti ai due quotidiani per la propria biblioteca comunale adducendo risibili ragioni economiche" come riportato nella nota. 

"Il rifiuto"  

Secondo l'Associazione e l'Ordine il tutto non si fermerebbe qui per il fatto che "poi, dinanzi a una colletta fra i cittadini per il rinnovo degli abbonamenti, rifiutando comunque l'inserimento dei due quotidiani fra quelli a disposizione della cittadinanza, perché "non acquistati dall'amministrazione".

"Bisogna potersi informare liberamente"

"L'Associazione della Stampa e l'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, d'intesa con la Federazione nazionale della Stampa italiana e l'Ordine nazionale dei giornalisti - si legge nella comunicazione - stigmatizzano la decisione della sindaca Anna Maria Cisint e auspicano che l'amministrazione ponga rimedio a questo grave episodio di censura nei confronti di due quotidiani "fuori dal coro", ripristinando anche a Monfalcone il diritto dei cittadini ad una informazione completa e pluralista". "Sulla libertà d'informazione e la libera circolazione delle idee la nostra Carta è chiarissima, basta andare a rileggersi l'articolo 21. Il bene dei cittadini non può mai prescindere dal pluralismo di idee e opinioni e, dunque, di giornali. Bisogna potersi informare liberamente, ascoltando e leggendo tutti, prima di fare le proprie libere scelte politiche. In democrazia funziona così», commentano i rappresentanti dei giornalisti". 

La posizione di Articolo 21

"A Monfalcone - così scrive Articolo 21 - si vanno fra l’altro a colpire due giornali molto diversi, uno cattolico e l’altro comunista, accomunati però dal fatto di essere entrambi voci fuori dal coro, in netta e radicale opposizione alla politica del Comune in provincia di Gorizia nei confronti degli immigrati. Si ricordi che Monfalcone conta seimila stranieri su ventottomila residenti, il 22% del totale. Ma Cisint già in passato aveva dimostrato di non voler essere la sindaca di tutti, richiamandosi più alle politiche del partito che la esprime e al suo leader Salvini, che non ai principi e agli articoli di una Costituzione che, fino a prova del contrario, è ancora in vigore. Il caso è diventato nazionale. La Monfalcone democratica e gli enti di categoria dei giornalisti, assieme a tutte le donne e gli uomini di buon senso, stanno rispondendo a questo grave episodio di censura. Tutti consapevoli che, quando un’amministrazione pubblica pretende di decidere che cosa il cittadino può o non può leggere, si è in presenza di un altro inquietante segnale della brutta stagione che stiamo vivendo. Si comincia con i giornali - conclude la nota - non si sa mai dove si va a finire".

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