Report morti sul lavoro, il gennaio del Friuli Venezia Giulia è da zona rossa
A sostenerlo è uno studio dell'Osservatorio Vega - Sicurezza sul Lavoro che ha analizzato i dati relativi al primo mese di quest'anno, focalizzando il report sull'incidenza infortunistica
Il Friuli Venezia Giulia è da zona rossa. Questa volta però non parliamo della gestione pandemica, bensì dell'emergenza delle cosiddette morti bianche. Secondo lo studio pubblicato da Osservatorio Vega Sicurezza sul Lavoro, in merito ai decessi sul lavoro la nostra regione fa compagnia al Molise, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna e al Trentino Alto Adige con dati preoccupanti. E' l’incidenza infortunistica fotografata nel consueto report ad essere indicata come "superiore al 125 per cento dell’incidenza media nazionale". Insomma, nonostante il numero dei decessi in regione nel mese di gennaio sia pari a uno, questo basterebbe ad affermare una condizione di complessiva criticità.
A livello italiano
Il caso è quello del giovane Lorenzo Parelli, studente di Castions di Strada (Udine) deceduto a fine gennaio a Lauzacco mentre stava effettuando dei lavori di carpenteria metallica. Qualche giorno dopo, durante il discorso per il suo insediamento, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'aveva voluto ricordare. A livello nazionale i numeri impressionano, soprattutto alla luce dell'analisi che si concentra sul primo mese. "Sono già 46 le vittime - spiega il presidente di Vega, Mauro Rossato - in Italia, con cinque decessi in più rispetto a gennaio 2021". Sul lavoro, testimonia lo studio, si muore soprattutto di lunedì e martedì.
La preoccupazione cresce: il caso delle denunce
A preoccupare la situazione non sono solo i decessi. Crescono anche le denunce di infortunio, che fanno segnare un +47 per cento rispetto all'anno precedente. "L’Italia raccontata dai numeri appare sempre più insicura - ancora Rossato -, ma, in realtà, è l’indice di incidenza della mortalità, vale a dire il rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa, a descrivere correttamente l’emergenza”. Nel dettaglio, 33 morti sono state rilevate in occasione di lavoro (34 quelle nello stesso periodo del 2021) mentre a far scattare un campanello d'allarme sono i decessi causati da un incidente in itinere. Nel gennaio di quest'anno sono 13, sei in più rispetto all'anno scorso.
Mai più morti come Lorenzo: l'appello di Mattarella
I settori più colpiti a livello nazionale
Guardando ai settori coinvolti in quella che ogni anno viene defniita una vera e propria strage, a guidare la triste classifica è il settore delle costruzioni. Quattro le vittime registrate nei primi 31 giorni dell'anno. Subito dopo troviamo il trasporto e magazzinaggio, seguito dal noleggio, le agenzie di viaggio, i servizi di supporto alle imprese, il manifatturiero, chiudendo con il commercio e la riparazione di autoveicoli e motocicli. A morire sul posto di lavoro sono soprattutto uomini tra i 55 e i 64 anni (il 33 per cento del totale), ma la spia si accende anche per quanto riguarda la fascia d'età tra i 15 e i 24 anni.